28 novembre 2013

M!R!M ci prova con Heaven, un disco forse un po' troppo sperimentale

Già a partire dalla copertina si intuisce cosa ci si potrebbe aspettare da Heaven, album degli M!R!M, band italiana che ha all'attivo singoli ed EP. Uscita prevista per il 12 dicembre per l'etichetta greca Fabrika Records. Filone post-punk, dark, noise, shoegaze. 
Nati come duo nel 2011, ora invece M!R!M sono identificabili con un ragazzo di 23 anni, Iacopo Bertelli. Ha registrato questo lavoro praticamente nella sua camera da letto affidando al disco tutte le sue ansie e i suoi timori per quello che ancora qualcuno si ostina a chiamare futuro. Forse si dovrebbe iniziare a investire massicciamente sul presente al fine di garantire un futuro a tutti.Questo è indubbiamente un lavoro che racchiude l'inferno personale interiore di chi lo ha scritto e interpretato, un subconscio carico di suoni sporchi, violenti e intimi.

Il vinile verrà stampato in una tiratura limitata di 500 copie numerate a mano ed includerà un link per il download.
Con il primo pezzo Jubilee vengo trascinata dentro un'esplosione di suoni dark che mi scuotono dalla testa ai piedi senza lasciare il tempo di scappare.
La loro (che poi è la sua di Iacopo) ansiolitica ricerca dell'amore è racchiusa in Seeking love. L'album è un insieme di morte, allucinazioni autoprovocate, rettili, spiriti e tanto altro che potrete andare a verificare di persona se ne avrete voglia.
Ripetitivo e ossessionante Homesick con la sua musica volutamente allucinogena. A un certo punto potrei anche gridare. Finisce un attimo prima che lo faccia davvero.
Le allucinazioni di cui sopra forse sono in parte spiegate in Acid dreams.
Lizards (feat. Nathalie Bruno) è sicuramente il pezzo che mi è piaciuto e che ho avvicinato a certe colonne sonore darkissime.
Paradossalmente Embraced forever è un pezzo che mi intriga perchè pare essere la riflessione finale su tutto ciò che si è suonato fin qua. Poi però la Ghost track mi riporta nel caos antecedente e le idee si confondono. Di nuovo.
Questo disco per molti potrebbe essere considerato un esperimento. Comunque lo è per me. Bertelli voleva arrivare a questo secondo me. Trasmettere con i suoi suoni, i suoi sussurri, le sue urla, tutta quella inquietudine e solitudine che lo hanno rinchiuso in una stanza ad incidere l'album. Un fatto è certo, finito di ascoltarlo non vedevo l'ora di tornare alle mie playlist! Alessandra Terrone

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