Esce per Woodworm il nuovo disco dei Fuzz orchestra, intitolato Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi. Nei precedenti il dramma narrato su un tappeto noise era più che altro di natura politica. Stavolta c'è una deriva apocalittica, di stampo religioso o quasi, che si innesta su un rock duro e cadenzato. Si narra il dramma della fine dell'uomo, in cui l'unico barlume di speranza potrebbe provenire dalla nascita dell'Uomo Nuovo.
31 marzo 2016
30 marzo 2016
ID-Leaks, i Black beat movement si distinguono dal resto
Il collettivo nu-funk Black beat movement, capitanato da Naima Faraò, è nato dall'unione di volti noti della scena musicale italiana: Vallanzaska, Rootical foundation, Rezophonic. La band vanta più partecipazioni allo Sziget (con una vittoria al contest organizzato dallo stesso festival nel 2013). Il disco esce per Back movement records e si intitola ID-leaks. E' stato prodotto e mixato da Livio Magnini, anche lui proveniente dai Rezophonic e prima ancora mitico membro dei Bluvertigo.
26 marzo 2016
Tre Allegri Ragazzi Morti: la festosa cumbia di Inumani e l'arma dell'eterna adolescenza
L'apparente leggerezza dei Tre Allegri Ragazzi Morti ha il pregio raro di intercettare un pubblico intergenerazionale, che si amplia e si rinnova continuamente. Certamente la fan base si amplierà ancora di più ascoltando Inumani, luminoso disco in cui si mescolano il reggae, la cumbia, sonorità africane, ma in cui si registra anche un ritorno alle radici rock'n'roll, affinato dalla presenza di Adriano Viterbini, chitarrista prezioso sia nelle registrazioni sia nei live che in questi giorni fanno registrare già diversi sold out.
23 marzo 2016
Cumbo, un atipico esordio cantautorale a quarant'anni ed oltre
Stefano Cumbo ha iniziato a comporre canzoni quando aveva più di quarant'anni. Il suo primo disco, intitolato semplicemente Cumbo, è uscito qualche tempo fa per Pagina 3 / FarmStudioFactory, con distribuzione Audioglobe. Si tratta di cantautorato italiano nel senso convenzionale del termine, con atmosfere raffinate e soluzioni ritmiche non scontate.
9 marzo 2016
Gli anni '70 non sono mai stati così vicini con i The Chanfrughen
Gli anni '70, quelli più
psichedelici e prog nello specifico, sono stati sicuramente un’influenza molto
importante per i membri dei The Chanfrughen, al pari probabilmente dei
cantautori che sempre in quel periodo imperversavano in Italia. Sono infatti un’impronta
sonora che pesca dal passato ed i testi i tratti che spicano di più in questo
Shah mat, secondo album della band ligure, composto da otto tracce che uniscono
la potenza del rock ad un fascino esotico.
8 marzo 2016
Reverberi / Collini, ovvero gli Spartiti. Recensione di Austerità e intervista
Jukka Reverberi lo conosciamo grazie ai Giardini di Mirò e ai Crimea X. Ma Jukka Reverberi è anche il figlio di Jones Reverberi, storico segretario del PCI sezione Cavriago (il paese col busto di Lenin). Max Collini lo conosciamo grazie agli Offlaga disco pax. Noi di AsapFanzine, in particolare, lo conosciamo anche per Via Toschi 23, una sorta di reading sulla Reggio Emilia militante degli anni '80 scritto in coppia con Arturo Bertoldi e portato su tanti palchi tra cui anche quello di Fortissimo, l'anno scorso a Vinadio. Reverberi e Collini, gli Spartiti, sono accomunati da una militanza rossa come la copertina suprematista del loro primo album ma sempre accompagnata dal necessario distacco e da una grande ironia. Austerità (Woodworm / distribuzione Audioglobe) esce in formato libro + CD ed anche in doppio LP.
7 marzo 2016
Johann Sebastian Punk, l'esaltazione del citazionismo in More lovely and more temperate
More lovely and more temperate (SRI productions / Music market / IRMA records) "costituisce un'enorme presa in giro all'arte, e a ciò che è diventata. Al suo interno convivono glam rock e shoegaze, bossa nova e AOR, baroque pop e surf punk, clavicembali e sintetizzatori, ritornelli orecchiabili e tempeste rumoristiche che indurrebbero persino un sordo ad invocare pietà". Così Johann Sebastian Punk, cioè Massimiliano Raffa, descrive il suo album uscito ormai qualche tempo fa. Johann Sebastian Punk ha un padrino d'eccezione: Enrico Ruggeri, che l'ha voluto come opening act per il festeggiamento dei trent'anni di carriera, ed anche una madrina notevole: Beatrice Antolini, qui nelle vesti di produttrice dell'album insieme a Daniele Calandra.
5 marzo 2016
Diversi modi di raccontare: Emidio Clementi e le differenze tra musica e letteratura
Il Festival della letteratura di Roma chiese ad Emidio Clementi di preparare alcune pagine che dessero un'idea, attraverso alcuni passaggi della sua bibliografia, del suo stile letterario. Anche Free Tribe ha invitato Emidio Clementi per un reading di questo tipo, unito ad una chiacchierata in compagnia di Gianni Lucini. L'appuntamento fa parte della trilogia "Diversi modi di narrare", inserita nella rassegna "Un febbraio da non dimenticare" promossa dalla Provincia di Novara. L'intervista che segue è tratta dalla chiacchierata con Lucini all'azienda vinicola delle sorelle Conti di Maggiora.
1 marzo 2016
Giorgio Ciccarelli: esordio solista dopo una lunga carriera con gli Afterhours
Limitare la carriera di Giorgio
Ciccarelli alla sua lunga e proficua avventura negli Afterhours sarebbe
ingeneroso, oltre che vistosamente lacunoso: già prima di questa collaborazione i
suoi Sux! avevano fatto uscire quattro dischi, ed innumerevoli altri progetti
erano nati e si erano spenti prima di questa lunga parentesi (fra cui i Colour
Moves, gruppo col quale esordì e con cui ha fatto uscire a distanza di più di
vent’anni l’album A Loose End). E’ giusto quindi parlare di questo Le cose
cambiano come dell’album di Giorgio, e non de “l’album dell’ex compagno di
merende di Manuel Agnelli”, anche perché se qualche comunanza c’è bisogna pur
dire che qualcosa alla band milanese, in fase di composizione, ce l’ha aggiunto
anche lui.
La guerra di domani è il primo album di Sorge, nuovo progetto di Emidio Clementi e Marco Caldera
Dalla dedizione di La Tempesta dischi e dalla cultura di Emidio Clementi ecco a voi il primo album di Sorge, un progetto nato da poco che propone, in una chiave a mio parere eccessivamente sibaritica, le opinioni, musicali e non, dall’artista piceno. La guerra di domani gioca troppo sulla difensiva per impressionare e Clementi sembra contratto, sembra aver smarrito temporaneamente la rabbia che aveva messo in Aspettando i Barbari, disco della reunion dei Massimo Volume.
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