Quindi in Italia c’è ancora chi si dedica allo stoner! Diamine che manata il disco di questi Rubbish Factory, duo tutto italico che con il suo esordio intitolato The Sun in uscita in formato CD per Modern Life (e distribuito da Audioglobe) entra di diritto nelle fila delle novità musicali da ascoltare e seguire.
I paragoni con Queens of the Stone Age e Fu Manchu sono scontati ed automatici, soprattutto se si pensa alla pulizia ed alla accuratezza con cui vengono suonati gli undici brani che compongono il disco: non c’è una sbavatura che sia una. Forse l’unica pecca è quella di aver troppo ricalcato, soprattutto per quanto riguarda gli incipit delle canzoni, i due mostri sacri californiani. Per il resto pestano senza tregua, questi Rubbish Factory. Anche nei capitoli più lenti come Wires.
Tecnicismi e grattugiate post punk in Darwin, invece. Insomma sono davvero sorpreso, sebbene Stand up, sit down sia davvero troppo gardeniana. In alcuni tratti mi ricordano persino i Foo Fighters del primo disco, quello con This is a call, per intenderci. Lavori in corso che non trovano mai una vera realizzazione ed atmosfere tra il cupo e l’esaltato. Dance el Washington è un divertente gioco di parole che apprezzo sempre nei gruppi: una dimostrazione di saper scherzare e non prendersi troppo sul serio, otre che produrre della buona musica. Forza ragazzi. Andrea Vecchio
I paragoni con Queens of the Stone Age e Fu Manchu sono scontati ed automatici, soprattutto se si pensa alla pulizia ed alla accuratezza con cui vengono suonati gli undici brani che compongono il disco: non c’è una sbavatura che sia una. Forse l’unica pecca è quella di aver troppo ricalcato, soprattutto per quanto riguarda gli incipit delle canzoni, i due mostri sacri californiani. Per il resto pestano senza tregua, questi Rubbish Factory. Anche nei capitoli più lenti come Wires.
Tecnicismi e grattugiate post punk in Darwin, invece. Insomma sono davvero sorpreso, sebbene Stand up, sit down sia davvero troppo gardeniana. In alcuni tratti mi ricordano persino i Foo Fighters del primo disco, quello con This is a call, per intenderci. Lavori in corso che non trovano mai una vera realizzazione ed atmosfere tra il cupo e l’esaltato. Dance el Washington è un divertente gioco di parole che apprezzo sempre nei gruppi: una dimostrazione di saper scherzare e non prendersi troppo sul serio, otre che produrre della buona musica. Forza ragazzi. Andrea Vecchio
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