28 maggio 2015

Push button gently - URU - Rec. in 10 parole

I comaschi Push button gently si danno da fare, da anni, in una sorta di "psichedelia di ritorno". Un settore nel quale sono consapevoli di non essere i soli, ma vogliono dimostrare di avere qualcosa in più, da dire, rispetto agli altri. Il loro EP di venti minuti (e di ben nove tracce) si intitola URU, che va pronunciato lettera per lettera: "you are you". L'etichetta è Moquette records.

3 fingers guitar - Rinuncia all'eredità - Rec. in 10 parole

3 fingers guitar è il nome del progetto creato da Simone Perna, savonese, già batterista di Viclarsen e Affranti. I due dischi precedenti erano in inglese, ma in Rinuncia all'eredità Simone Perna affida all'italiano il messaggio dei brani, a metà tra il recitativo ed il cantato. In molti hanno creduto nella validità del disco, che infatti risulta coprodotto da Dreamingorilla records, Neverlab dischi, Rude records e Snowdonia dischi. La distribuzione è affidata ad Audioglobe.

I Bad meds da Liverpool, una realtà (in cassetta) da supportare

Avete presente i primi lavori Deranged davvero fighi e rock'n'roll? Brutal knights, Double negative? Ed avete presente gli ultimi lavori davvero fighi, come Wastoids? Ecco, i Bad meds risultano ancora più scontrosi e nervosamente scorretti.  Fanno uscire una tape, innanzitutto. Cinque tracce per una tape prodotta da Maple death, etichetta italiana di Bologna. E loro sono di Liverpool e sono attivi dal 2011.

27 maggio 2015

Nostalgia del bel rock sanguigno? Arrivano i Les trois tetons

Si intitola Songs about Lou il quarto album, autoprodotto, a firma Les trois tetons. Lou è un personaggio immaginario i cui episodi di vita sono narrati nel disco, che risulta diviso in due atti. Mentre la band si accingeva alla composizione dell'album, è avvenuto il tragico evento della morte di Lou Reed e a quel punto l'intero disco è stato dedicato all'illustre scomparso (sebbene il Lou protagonista del disco sia un elemento di fantasia). L'omaggio a Lou Reed, comunque, appare appropriato poiché Songs about Lou è un viaggio in due atti attraverso i dolori e le gioie del rock 'n' roll, che dimostra gli effetti terapeutici delle chitarre elettriche e di un songwriting appassionato.

14 maggio 2015

Bad Love Experience "a nudo" prima del secret show a Vigevano

Il 9 maggio i Bad Love Experience sono stati ospiti di un nostro secret show in uno spazio molto speciale a Vigevano Abbiamo approfittato della serata per un'intervista alla band di Livorno.

Partiamo dal nuovo album, e in particolare dal corto che ne fa un po' la summa: come vi è venuta questa idea? 
L'idea era quella di mettere la musica in immagine, cercare di raccontare le canzoni attraverso qualcosa di visivo che simbolizzasse quelli che sono i contenuti del disco. La sfida era questa, e pensiamo di essere riusciti a realizzare quello che volevamo.

Il curioso ritorno alla terra degli Etruschi from Lakota

Arrivano da Pisa, e la provenienza toscana spiega anche la citazione nel titolo (e non solo in quello, tutta la canzone è una sorta di omaggio) del film con Benigni e Troisi. Cosa abbia portato però gli Etruschi from Lakota a realizzare un concept album sul mondo agrario e sul bisogno di tornare a zappare la terra piuttosto che fare i modaioli andando a Londra per sentirsi migliori (parole mutuate dalla seconda canzone, Cornflakes), realizzato con eterogeneo mix di influenze d'oltreoceano legate perlopiù al panorama country-folk...beh, questo è un discorso che andrebbe approfondito con loro, ammesso che rispondano seriamente viste le dosi di ironia che liberano all'interno di Non ci resta che ridere.

Giving up on people è il nuovo atteso lavoro dei Pueblo People

Esistono gruppi (non mi piace denominarli “band) che vengono ascoltati e seguiti perché oggettivamente suonano bene, “spaccano”, piacciono insomma. Altri gruppi, invece, sono gruppi che possono essere considerati  “fondamentali” per la loro storia oppure, più soggettivamente, per la crescita personale o gli interessi particolari di una persona. I Pueblo People da Milano e Como, invece, penso siano un gruppo che vada ascoltato per l’atmosfera che creano e la cultura che grazie alla loro musica riescono a profondere.Il loro ultimo album, un full-lenght di ben nove pezzi, si intitola “Giving up on people” ed uscirà il prossimo 25 maggio per Sangue Dischi, Sonatine, DiNotte e Fooltribe in formato Lp e per Flying Kids su CD.

Portugnol connection - Dans la rue - Rec. in 10 parole

Primo full-lenght album per i Portugnol connection, intitolato Dans la rue. I membri della band sono milanesi, ma le sonorità del disco toccano tutto il mondo in una patchanka che sposta le sonorità verso i paesi arabi e verso Est.

9 maggio 2015

Bad Love Experience - secret venue tra lampade e candele, sabato 9 maggio a Vigevano

Believe Nothing è il quarto album dei Bad Love Experience e arriva dopo la candidatura del 2010 al David di Donatello per la miglior canzone originale (colonna sonora de La prima cosa bella di Paolo Virzì) e dopo il successo di critica e pubblico del 2012 ottenuto con Pacifico. 
La band sarà protagonista di un esclusivo secret venue acustico, sabato 9 maggio, in una meravigliosa location a Vigevano, tra lampade, comode poltrone e ricercati allestimenti post-industriali.

La location esatta dello show verrà svelata pochi giorni prima del concerto solo a coloro che si iscriveranno ad info@asapfanzine.it indicando nome, cognome e numero di telefono dei partecipanti.
La formula prevede concerto+apericena con cibo e una consumazione a 10 euro. Apericena dalle 19, concerto alle 21. Il concerto è organizzato dalle associazioni culturali "Asap - As Simple As Passion" e "Alcubo".


Qui l'evento Fb e alcune canzoni

4 maggio 2015

Il punto di partenza, undicesimo disco per gli Africa unite

Ricordo che una volta, tornando a casa in treno dopo una giornata in università a Milano, mi sedetti, cotto dal freddo di novembre, di fronte a un uomo con una cuffia colorata in testa che stava leggendo “Diario”, il settimanale di cultura, attualità e politica che davano con L’Unità. Ve lo ricordate? Comunque. Mi accorsi si trattasse di Bunna, il bassista dei Bluebeaters che tre anni prima erano usciti con il granitico The Album. Sapevo anche che cantasse negli Africa unite, ma per una questione di gusti lo accostai subito al supergruppo capitanato da Giuliano Palma. Scambiammo qualche parola su Torino, sulle occupazioni, sui centri sociali piemontesi, dopodiché tornammo a farci i fatti nostri. Lui con “Diario” ed io con il sonno.