28 settembre 2010

Carmen vince il Tenco, la ciclopica giuria non sfata il pronostico

Sono stati comunicati ieri dal Club Tenco i vincitori delle Targhe Tenco 2010, i premi che ogni anno una troppo vasta giuria di giornalisti, critici e addetti ai lavori assegna ai, secondo loro, migliori dischi della stagione.
La Targa per la migliore opera prima va a Piero Sidoti con “Genteinattesa” che ha sopravanzato di poco Nina Zilli con “Sempre lontano”. A seguire, nell'ordine, Edda con “Semper biot”, Il Pan del Diavolo con “Sono all’osso”, Gerardo Casiello con “Contrada Casiello” e Roberta Di Lorenzo con “L’occhio della luna”. Secondo noi avrebbe meritato Nina Zilli, ottimo connubio tra qualità e successo pop. Su il Pan del diavolo, per sapere che pensiamo, basta leggere il post sotto. Il disco di Edda personalmente non mi piace affatto, inoltre è improprio considerarlo un'opera prima.
Gli altri premi sono andati a Carmen Consoli con “Elettra” nella sezione album dell'anno: è la prima volta che una donna vince in questa categoria. Il disco di Carmen è bello, ricco di suggestione, merita la vittoria. Gli altri meritevoli erano -secondo me- Amor Fou (disco forzatamente impegnato e impegnativo anche se splendido) e Baustelle (disco troppo furbetto, ma ricco di hit). Bersani è invecchiato terribilmente, gli altri non sono pervenuti.
Questa la classifica: al secondo posto i Têtes de Bois con “Goodbike” ed al terzo gli Amor Fou con “I moralisti”. Seguono i Baustelle con “I mistici dell’Occidente” e Samuele Bersani con “Manifesto abusivo”.
A Peppe Voltarelli con “Ultima notte a Malà Strana” la targa per l'album in dialetto, agli Avion Travel con “Nino Rota l’amico magico” per l'album di interpreti.
Le Targhe Tenco 2010 saranno consegnate durante la 35a edizione del Premio Tenco, pomposamente sottotitolata “Rassegna della canzone d’autore”, in programma dall'11 al 13 novembre al Teatro Ariston di Sanremo.
Roberto Conti

12 settembre 2010

Dalla Sicilia con sudore, ecco il duo con cui i critici si riempiranno la bocca

Qualche volta il passa parola ci azzecca davvero. Stiamo parlando del Pan del diavolo, duo siciliano attivo dal 2006. Esordio nel 2008, disco vero e proprio uscito all'inizio di quest'anno.
Sono all'osso lo abbiamo già ottimamente recensito alcuni mesi fa e non è da escludere che tra qualche settimana possa arrivare una Targa Tenco a suggellare il piccolo-grande successo di questo album dalle sonorità folk crude e dirette. Una sorta di dejavu, con quanto avvenuto di recente con Canzoni da spiaggia deturpata del "fenomeno" Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica), anche se in realtà il percorso del Pan del diavolo assomiglia più a quello di un'altra band made in Sicilia, i Marta sui tubi, con cui condividono la veracità e il gusto dell'improvvisazione degli esordi. Il leader è Pietro Alessandro Alosi, voce, chitarra e grancassa (appositamente riadattata per essere anche un sonaglio e per fare il maggior rumore possibile nei live vibranti e sudatissimi); Gianluca Bartolo chiude il cerchio con chitarre, cori e all'occorrenza banjo. Li abbiamo sentiti alla fine di luglio al Libra Festival ad Andorno Micca, nel Biellese. Il concerto è stato interessante ed intenso. Non c'era molta gente, anche se era gratis, ma i piemontesi arrivano sempre un po' tardi... e quindi tra qualche mese per loro ci sarà il pienone, quando magari il giovanissimo duo avrà abbandonato l'umiltà del momento (speriamo di no).
Credo sia proprio questo uno dei punti di forza, l'umiltà. Al di là della musica, trascinante e stralunata - ricca di suggestioni al punto giusto - loro sono gentili e non tralasciano di parlare con i fan, che al giorno d'oggi per una band è importante. Suonano senza un batterista (chissà se per scelta artistica o economica) ma l'assenza non si sente poi troppo. Scommettiamo quindi in fretta sui bravi siciliani, prima che con la papabile targa tenco tutti i critici se ne riempiano tardivamente la bocca. Roberto Conti

10 settembre 2010

Un gradito ritorno. Abbiamo preascoltato Lonlyplanet il nuovo disco dei Mambassa in uscita il 5 ottobre

Un pianeta sovraffollato di gente sola, ecco lo scenario di questo terzo millennio. Più siamo, più ci sentiamo soli: bel paradosso. Per orientarsi in un mondo così, inacidito dalle profezie di catastrofi imminenti, serve una guida. Lonelyplanet, dei Mambassa, è una collezione di canzoni per uscire dal buio, una bottiglia di whisky offerta al soldato colpito da una pallottola: non cura davvero le ferite ma scalda il petto, rinsalda il coraggio perduto. 10 brani per altrettante storie, di amori finiti, di laconici incontri di una notte, di incidenti al ralenti, di vite paralizzate dall’ansia, e di addii consumati a fine estate. A quindici anni dalla nascita (e a 6 anni dall’ultimo album) i Mambassa tornano con un nuovo disco di inediti. Il quinto della loro storia. Sono canzoni, difficile definirle meglio. Canzoni aperte, ariose, eppure sofferte. Come certe giornate, nella vita, che contano più di altre. g.oc.

9 settembre 2010

La nostalgia della new wave secondo i MasCara

I MasCara sono una interessante band emergente che propone un genere, new wave, che in Italia sta avendo un ritorno certamente minore rispetto al altri Paesi in Europa. Con la formazione lombarda abbiamo parlato di L'amore e la filosofia, il loro primo lavoro e tracciato un bilancio dei progetti musicali futuri.

Questo vostro modo di rifarvi alla new wave deriva dai vostri ascolti del passato o piuttosto da una ricerca personale studiata per proporre un genere di questo tipo?
Luca Antonio (voce e chiatarra) - Ognuno di noi arriva da esperienze musicali diverse: ad esempio Nicolas, il batterista, ama il funk così come Marcello, l altro chitarrista: lui studia al conservatorio e ascolta sia musica classica che musica contemporanea. Quindi possiamo dire che il genere che proponiamo non deriva completamente dai nostri ascolti passati.
Claudio (chitarrista) - Noi facciamo una new wave “contaminata” anche dai nostri ascolti, ne è un esempio la traccia di apertura del disco, che ha una dimensione orchestrale.
Simone (tastiere) - Cerchiamo di prendere spunto da tutti i nostri ascolti e poi creiamo il nostro sound: può essere paragonato a certe cose dei Cure o dei Mogwai, ma con uno stile del tutto personale.

Come lavorate sui pezzi dal punto creativo per i testi e gli arrangiamenti?
Luca Antonio - Sia nell’ep che nel nuovo disco i punti di partenza sono stati diversi, io e Claudio siamo quelli che buttiamo giù la prima bozza, dopodichè facciamo un primo arrangiamento a computer che condividiamo anche con gli altri e poi aggiungiamo la batteria di Nicolas. In fine andiamo a testare i riff di chiatarra piuttosto che gli stacchi e quei tecnicismi che con il Pc non è facile testare. Ci piace naturalmente proporre dal vivo quello che abbiamo simulato con il computer cercando di portare nel live tutto quello che abbiamo pensato a tavolino.
Claudio - La parte compositiva la gestiamo spesso io e Luca che facciamo questa prima bozza per far capire agli altri che idea abbiamo in testa. Poi alle prove elaboriamo questa idea iniziale per arrivare alla struttura musicale vera e propria.

Per quanto riguarda i testi, come mai molti si rifanno alla mitologia o alla classicità?
Luca Antonio - Il mito e i racconti contengono un simbolismo molto forte che ci piace riproporre nei testi. Mi piace accostare alle nostre canzoni personaggi, luoghi e ambientazioni, forse in controtendenza rispetto alle temtiche oggi preferite dalla musica italiana - che punta su testi di cronaca e ribellione - Io mi sento solo un musicista e non un politico, cerco quindi un approccio più simbolico che si presti anche a diverse interpretazioni.
Claudio - Luca racconta le storie, come mi disse proprio lui una volta, attraverso una maschera... e da qui deriva anche il nome Mascara... Quasi come se noi fossimo un teatro musicale.

Parliamo anche del nuovo album... Qualche anticipazione?
Marco (bassista) - Già nella preparazione dell EP avevamo pronti più pezzi che poi non sono entrati in playlist: ad esempio il primissimo brao che abbiamo scritto insieme andrà a finire nell'album nuovo. Stiamo continuando a lavorare a una pre produzione con Matteo Cantaluppi ed Ivan Rossi con i quali poi registreremo il nuovo lavoro.

Quando è prevista l’ uscita del vostro nuovo lavoro?
Claudio - La lavorzione sta richiedenfo tempistiche un po' lunghe: abbiamo lavorato molto per trovare un suono diverso rispetto all’EP e penso che inizieremo la registrazione vera e propria a novembre, mentre la pre produzione è ormai terminata. Speriamo di poter far uscire l’album la prossima primavera, dopo averlo proposto alle etichette e alle agenzie per una eventuale produzione.
Luca Antonio - L’album parte con sonorità cupe ed invernali, poi si evolve in modo più arioso, è quindi adatto anche ad un'uscita primaverile.

Ho ascoltato il vostro concerto al Miami di Sesona e ho notato il forte impatto live. Mi chiedevo che importanza ha per voi il concerto, sia per comunicare sia come momento di verifica.
Marcello - Fondamentalmente il live è un momento particolare in cui vogliamo coinvolgere il nostro pubblico e per valutare l'impatto della musica. Curiamo ogni minimo particolare, dall'abbigliamento, ai suoni.
Luca Antonio - La difficoltà in questo momento è quella proprio di trovare dove suonare poichè non ci sono molti locali adatti a supportare il nostro set di 6 persone. Tutti i locali vogliono le cover band. Anche il fatto di non avere una agenzia di booking non aiuta a trovare date.
Claudio - Finito di registrare l’EP, abbiamo avuto ottimi risconti e recensioni davvero positve. Avremmo auspicato una maggiore attenzione da parte di qualche etichetta, desiderosa di investire su una band emergente che infondo propone un genere "in espansione".
Di sicuro non molleremo, perchè siamo convinti di fare ottima musica e a piccoli passi speriamo davvero di arrivare dove vogliamo veramente arrivare... La nostra passione traspare e credo che le persone che vengono a sentirci lo percepiscano.
Intervista di Marco Colombo

1 settembre 2010

La musica preferita dei cento direttori artistici: il premio "100% live" dell'associazione KeepOn premia la migliore musica italiana dal vivo

I migliori live club e le migliori band d’Italia per un evento importante, un appuntamento sia per chi fa musica che per chi la segue con passione. Il 12 settembre presso il Live Club di Trezzo sull’Adda nel Milanese l’associazione novarese KeepOn organizza per la prima volta in Italia un evento che riunisce tutti gli addetti ai lavori che si occupano di musica dal vivo nel nostro paese: i migliori 100 live club ed i loro direttori artistici, circa 40 agenzie di booking e oltre 60 associazioni che organizzano festival e concerti. A parlarne è Marco Manzella responsabile del progetto KeepOn, in una conferenza stampa alla Fnac di Milano: "La serata prevede anche una nutrita programmazione live: dalle 17 fino all’una di notte si alterneranno su due palchi, molti tra i migliori nomi della scena live italiana, tra cui Calibro 35, Brunori Sas, Bud Spencer Blues Explosion, A Toys Orchestra, Lombroso, N.A.M.B., Waines e molti altri". In serata verranno poi consegnati i premi “100% live” per la stagione 2009-2010, secondo il voto espresso da una giuria davvero molto speciale formata dai direttori artistici dei 100 live club. Miglior Gruppo: Calibro 35; Miglior Concerto: A Toys Orchestra; Miglior Musicista: Carmelo Pipitone (Marta Sui Tubi); Gruppo Rivelazione: Bud Spencer Blues Explosion; Personaggio Live: Dario Brunori (Brunori Sas, nella foto); Miglior Tour Rock: Il Teatro Degli Orrori; Miglior Tour Indie/Pop: Dente. L’intera giornata sarà ripresa dalle telecamere di Rai Music, che realizzerà uno speciale sull’evento. r.co.