Secondo album per il "cantattore" bolognese Gian Marco Basta. Il disco si intitola Secondo Basta, sia perché è il secondo album dell'artista, sia perché nell'album l'autore dà la sua opinione su molte vicende odierne, con toni da osteria o bar di paese, che possono far sorridere e anche riflettere sul nostro livello di analisi e comprensione (basso e spesso triviale) di ciò che ci accade intorno. Il disco esce per FonoFabrique. La forma è quella del teatro-canzone che si esprime tramite un folk contaminato con vari generi musicali, dal rockabilly al reggae alla canzone d'autore.
30 gennaio 2017
26 gennaio 2017
In other words we are three, da Brescia arriva l'esordio dei Moon In June
Più che un esordio questo In
other words we are three è un nuovo inizio, visto che i Moon In June provengono
tutti da precedenti esperienze in varie band che, chi più chi meno, hanno fatto
parlare di sé nel panorama indie degli anni duemila (vi dicono niente i nomi
Annie Hall e Le Man Avec Les Lunettes? A me sì). Il trio (e non poteva essere
altrimenti visto il titolo, anche se c’è un esplicito intento citazionista verso
Charles Mingus) si dà in questo caso al pop-rock sporcato di blues, piazzando
undici tracce che evidenziano una profonda coesione.
23 gennaio 2017
Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin è il settimo disco dei Julie's Haircut
Mi accingo a recensire l'ultimo dei Julie's
Haircut, in uscita il mese prossimo, con la consapevolezza di ascoltare
un ennesimo disco importante e di spiccata solidità. Li ho sempre amati
pur essendo attratto, a livello più culturale che musicale, da un tipo
di musica totalmente diverso: li ho sempre considerati definitivi ed
ineguagliabili, scoprendoli grazie a una cover dei Pavement (Summer babe, del 2002 se non ricordo male). Quindi lasciatemi alle mie certezze, per favore.
Invocation and Ritual Dance of My Demon
Twin esce dopo una pausa di quattro anni dall'ultimo disco degli
emiliani, per la londinese Rocket Recordings.
19 gennaio 2017
Crash Test, l'esordio tellurico dei Big Bang Muff
Fin dalle prime note di questo
Crash Test si capisce che le tinte saranno cupe, e di fronte alla frase “non
guardo le stelle/ guardo il buio che le separa” che Alfonso Roscigno (voce e
chitara, nonché vero deus ex machina del progetto) esclama in E=mc2 (sono uno zozzone, non so come si
mette il 2 in alto con la tastiera. Me culpa, mea culpa, ahimè), ripresa poi
all’interno del disco, l’immaginario viene avvalorato. Quella che viene
smentita è invece la prima impressione che ho avuto a livello sonoro, ovvero
quella di trovarmi di fronte ad una band che riprende gli stilemi del
post-grunge per veicolare l’ennesima carrellata di pezzi tristi ma senza
mordente: pur con le imperfezioni di un esordio questo disco dei Big Bang Muff
è infatti molto di più.
Servizio d'ordine, gli Spartiti convincono per sottrazione
Una rossa (e bianca) copertina suprematista è sufficiente ad inquadrare (in tutti i sensi) la situazione: è uscito il nuovo EP a nome Spartiti, il progetto dietro al quale ci sono due teste quadre figlie dell'austerità. Parliamo di Jukka Reverberi (Giardini di Mirò, Crimea X) e Max Collini (Offlaga disco pax). L'etichetta è sempre Woodworm. Il titolo è Servizio d'ordine.
18 gennaio 2017
A casa tutto bene: l'odierna serietà di Brunori Sas
Dario Brunori rischiava di essere ormai più milanese che cosentino. Con tutto quello che ne conseguirebbe: le paure, le ansie, la perdita della serenità e del sorriso. Un po' come accade a tanti studenti fuori sede o, meglio, lavoratori fuori sede, data l'età. Chissà cosa rispondeva quando qualcuno gli chiedeva se a casa andasse tutto bene. Chissà cosa intendeva per casa. Forse un posto dove appendere la giacca, come nella copertina dell'album (non il cappello, però, sempre a quanto emerge dalla cover). Questo posto, almeno per il tempo riservato alla registrazione del disco, Brunori l'ha trovato vicino alla sua terra natale, in una masseria sull'Aspromonte, nella quale l'"azienda" Brunori Sas ha registrato il nuovo disco, intitolato proprio A casa tutto bene ed uscito per Picicca.
15 gennaio 2017
L’irresistibile synth-pop di L'amore e la violenza, nuovo disco dei Baustelle
Mi piace molto scrivere recensioni positive, peccato capiti raramente. Il disco dei Baustelle L'amore e la violenza è una di queste felici occasioni. Mi procura piacere la loro "leggerezza di spessore", tra citazioni colte e suoni cesellati con cura. Non c'è niente di male ad essere pop, basta saper farlo con buon gusto, con coerenza e con quel pizzico di astuta ricercatezza che fa dei Baustelle - ad oggi - uno dei gruppi maggiormente capaci di cavalcare l'onda riuscendo a non essere troppo ammiccanti.
14 gennaio 2017
Romanticismo e psichedelia: Umberto Maria Giardini e la libertà di raccontare il futuro proximo
La libertà è
un lusso concesso a pochi, lo sa bene Umberto Maria Giardini che torna con
Futuro proximo, ennesimo ottimo disco di una carriera illuminata dal buon gusto
e mai ammiccante verso mode o scorciatoie.
In questo
lavoro, ancora per Tempesta dischi, Giardini dismette gli abiti austeri e un
po’ marziali di Protestantesima, scegliendo uno stile musicalmente vario e
certamente più immediato.
E’ un disco
bipolare, umorale, ricolmo di paura e consapevolezza, ma anche capace di
improvvisi e ampi squarci di sereno. Ascoltate Grazia plena e mi direte quanto
può essere affascinante una luna quasi sempre nera (e piena di citazioni).
Alessandro Grazian - Secret show sabato 14 gennaio (zona Novara)
Alessandro Grazian è un cantautore poliedrico, da menestrello rinascimentale ad aggressivo rocker. Sarà protagonista di un esclusivo secret show (organizzato dall'associazione Asap As Simple As Passion) che si svolgerà nella zona di Novara sabato 14 gennaio. La formula prevede un aperitivo dalle 19 e a seguire il concerto (inizio ore 21).
11 gennaio 2017
Le prime uscite Zen Hex del 2017: Rotadefero e Gianni Giublena Rosacroce
Esistono realtà in Italia identificabili geograficamente con una precisione minuziosa. Realtà che si mettono duramente alla prova ogni giorno facendo musica, organizzando concerti ed eventi, suscitando interesse. Zen Hex nasce ad Arezzo, Toscana, quasi tre anni fa, ed è una di queste. Nasce non per caso, nasce per dare vita e non per “stare al passo” e vivacchiare come fanno in molti. Ragazzi che conosco e che da un sacco di tempo ci stanno dietro, a queste cose, con instancabile devozione e capacità. Stiamo parlando di realtà indipendenti, che quindi viaggiano molto sullo stato d’animo di chi le concepisce e le fa crescere, sono realtà difficili e impegnative, che ti possono assorbire appena dopo averti esaltato, perché non è il tuo lavoro, è pura passione.
10 gennaio 2017
La tragedia dei migranti vista da Brescia: Delaltér de I Luf
La prima cosa che colpisce del
disco de I Luf, e non potrebbe essere altrimenti, è il modo in cui veicola il
suo messaggio a tutto tondo. Già dal titolo e dalla cover si capisce che
Delaltér (sottotiolo Verso un altro altrove) punta a dire la sua sulla tragedia
dei migranti, ma è col libretto interno a fumetti che si capisce quanto per la
band sia importante far arrivare il proprio punto di vista, e non solo con la
musica: contrapponendo al viaggio coi barconi della speranza la folla della
metropolitana, ed alle file alle frontiere le code da Mc Donald’s, I Luf
prendono posizione riguardo un problema che, ovviamente, non può non essere poi
sviscerato nei testi.
9 gennaio 2017
La dolce fusione mediterranea dei Rebis nel nuovo album Qui
I Rebis avevano già stupito all'esordio, con l'ottimo Naufragati nel deserto, che avevamo recensito qui. Siamo contenti di sapere che il loro percorso è continuato ed è quindi con piacere che abbiamo ricevuto questo nuovo album, intitolato semplicemente Qui, uscito come il precedente per Primigenia / Gutenberg music / Elicona Sas. Per accostarci al duo genovese dobbiamo sapere che il termine "rebis" è una parola di derivazione latina ("res bina"), la cui radice è emblema dell’equilibrio e dell’unione degli opposti. Le canzoni dei Rebis sono infatti un fertile terreno d’incontro tra le diverse tradizioni musicali del Mare Nostrum. Le lingue s'intrecciano in un alternarsi d'italiano, arabo e francese, per una musica alla ricerca di possibili “ponti emotivi” tra i popoli del Mediterraneo.
8 gennaio 2017
Parabolas è il nuovo ambizioso disco degli Adam Carpet
Chiediamo scusa, perchè è giusto farlo, per non aver recensito prima questo disco, uscito nell'ormai lontano autunno 2016.
Detto
questo, Parabolas degli Adam Carpet non mi piace. Non è un album
divertente, seppur sia sicuramente frutto di confermate perizie
tecniche, non è un album che riascolterei nè tantomeno consiglierei. 6 gennaio 2017
Ecco le Canzoni per metà di Dente
Non ho un quaderno nuovo dove appuntarmi i punti salienti e le osservazioni più importanti sul nuovo album di Dente e sto quindi utilizzando la vecchia agenda del 2016. 16 novembre. Anche il 17 novembre, pagina intonsa: ottimo autunno.
Prima di iniziare a scrivere mi sono continuato a ripetere “la colpa è di quelli che lo ascoltano” per almeno dieci volte. Perché lo ammetto, parto sempre prevenuto nei confronti di una certa scena italiana, quella indie. Canzoni per metà è un album che non mi piace e dal quale non riesco a trovare spunti di riflessione. Però è un album oggettivamente fatto bene e soprattutto studiato alla perfezione: le canzoni, innanzitutto, sono tante e corte, come dei sonetti facili facili o dei motivi da carillon sul comodino. Passano veloci, smembrano un’unicità difficile da trovarsi se si contempla il disco nella sua totalità.
4 gennaio 2017
Atmosfere raffinate per l'Ottobre 66 cantato da Mara
Dona una sensazione di eleganza
questo album di Mara, il secondo dopo l’esordio con Dots, e sebbene questa
prima impressione mi si associa mentalmente spesso alla freddezza sono felice
di notare che, in questo caso, le due cose non vanno di pari passo. Ottobre 66,
diciamolo subito, è un disco piacevole, che pesca a piene mani da atmosfere
retrò e le veicola verso il pop, non lasciando niente al caso.
2 gennaio 2017
Ombre e luci nell'hardcore nostrano: recensione ed intervista per i savonesi Gli Altri
Dal grigiore della città alla
luminosità della natura: ad un occhio, e soprattutto un orecchio, poco attento
il cambio di prospettiva che c’è stato fra il disco d’esordio (Fondamenta,
Strutture, Argini) e questo nuovo album sembrerebbe un cambio di direzione
molto netto per Gli Altri, band savonese che già aveva dato modo di intravedere
qualche svolta nei tre brani dello split condiviso con gli Uragano. In realtà
le novità ci sono, ma quella luminosità che evoca illusoriamente la cover è
mitigata dalle ombre che non per niente si palesano sia nel titolo e nella
copertina stessa, dando vita ad un gioco di prospettive che lascia una
sensazione di completezza.
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