Qualche mese fa i Decibel pubblicarono sulla loro pagina Facebook un curioso articolo datato 7 ottobre 1977, a firma Alfredo Venturi (la testata giornalistica non era indicata ma dall'anno di fondazione si può azzardare che fosse La Stampa). Pare che quell'articolo fosse il primo in cui i media italiani utilizzavano il termine "punk" in correlazione ad un fenomeno musicale. In sintesi, i Decibel avevano promosso tramite volantinaggio selvaggio il loro spettacolo punk rock a Milano, ma la serata di fatto non si svolse perché all'arrivo degli spettatori, di composizione eterogenea o, come diremmo oggi "generalista", la vigilanza antifascista irruppe con la necessità di far capire che il fenomeno punk era da considerarsi "di destra" e quindi lo spettacolo non era da farsi. In sostanza, la sinistra milanese, figlia della borghesia perbenista, non sapendo cosa fossero i "punk" e vedendoli brutti e cattivi e vestiti di nero, pensava fossero un gruppo di neo-fascisti. Assurdo? Surreale? Eppure più vero che mai. Era la Milano del 1977: la gente non usciva di casa al sabato pomeriggio perché quasi a cadenza settimanale ci scappava il morto.
22 marzo 2017
18 marzo 2017
L'evitabile bestiario musicale di Lucio Corsi
Lucio Corsi è in giro da un po', anche se ha solo vent'anni e fa canzonette folk vagamente simpatiche. La sua piccola notorietà deriva dal fatto che lo produca Brunori e che recentemente sia stato chiamato dai Baustelle per aprire le loro date nei teatri. Bestiario musicale, il suo ultimo disco, è estremamente sopravvalutato, piuttosto infantile e noioso. Tanto noioso.
Oaks: The sun is too brilliant, categoria Giovanissimi
Gli Oaks vengono da Molfetta e sono giovanissimi e bravissimi. Ma giovanissimi nel senso che io alla loro età il gruppo più tecnico che ascoltassi erano i Madball, cercando di andare in giro a suonare hardcore melodico tirato con il gruppo che avevo dai tempi del Liceo. E invece loro suonano difficile e sembrano davvero divertirsi facendolo. Perchè registrare un album così non è da tutti. Controtempi, pentole rovesciate, scivoloni, riprese a più tempi e ribalte come se piovesse e come se non avessero fatto altro che ascoltare Cap'n'Jazz e Black Eyes in vita loro. Molto strumentali e irriducibilmente spezzettati quando si tratta di inoltrare la parte vocale.
Why love now dei Pissed Jeans: ancora senza tregua
Ancora su Sub Pop, finalmente il nuovo Pissed Jeans. A quattro anni dall'ultima uscita, un non così carico Honeys, ma soprttuto a quasi dieci anni dal capolavoro King of Jeans, vero manifesto della band, ecco Why love now. Che non è una domanda ma un'affermazione, un'indicazione, un crogiolo di consigli. I Pissed Jeans sono i creatori di un suono autonomo, di un modo di fare musica, scrivere dischi, stare al mondo, unici nel brodo primordiale americano, che l'etichetta di Seatlle ha sin da subito saputo valorizzare al massimo. Grazie a loro ma anche seguendo in prima linea i recenti lavori di Goat e Sleater Kinney.
Fine Before You Came, nuovo disco Il numero sette
Prometto, non scriverò questa recensione parlando dei Fine Before You Came sul palco, di "fine before Fine Before You Came came", del primo disco, delle loro magliette, di Milano, della cover di Colpa d'Alfredo, di quando si andava ai concerti il lunedì sera.
Ne voglio parlare partendo da adesso, dalla mia scrivania sulla quale sto accatastando block notes recuperati non mi ricordo più dove, fogli scritti su ogni verso, ricevute, agende, penne e idee perché sto per traslocare. Ne voglio parlare perchè è tanto che non registravano un disco e ascoltando gli ultimi non sono mai riuscito a non pensare a come fossero e suonassero quindici anni fa.
16 marzo 2017
Bergamo in salsa noise, il ritorno de Il Vuoto Elettrico
Ammetto che, a distanza di due
anni dall’esordio, non ho particolari ricordi degli Il Vuoto Elettrico, se non
la vaga reminescenza di una band che non mi aveva convinto del tutto. Traum
arriva quindi come una buona occasione per rinfrescarmi la memoria e, al
contempo, vedere qual è stata l’evoluzione del quintetto bergamasco.
14 marzo 2017
Forse non è la felicità, i Fast animals and slow kids si interrogano sul ruolo della loro musica
Non avevo mai ascoltato così tante volte di fila lo stesso disco, come mi sta capitando da settimane col nuovo album dei Fast animals and slow kids, intitolato Forse non è la felicità ed uscito per Woodworm con distribuzione Audioglobe. Solo che la motivazione è un po' diversa da quella che ci si aspetta in questi casi: ho avuto bisogno di continui e ripetuti ascolti per aver chiara l'idea di cosa scrivere. Sì, perché ho dovuto anch'io interrogarmi su quanto dichiarato dalla band, e trovare la mia risposta, riguardante certo il loro caso specifico ma anche una questione che si può estendere a carattere generale. Dice infatti il gruppo: "I primi mesi successivi al tour di Alaska li abbiamo passati a chiederci se la nostra musica avesse un limite, ad interrogarci su ciò che la nostra band sarebbe potuta, o peggio ancora, sarebbe dovuta diventare. La risposta era molto più facile di quello che potevamo aspettarci: stappare una birra e tornare in sala prove."
8 marzo 2017
Esordio fra luci ed ombre per i cuneesi Danubio
L’esordio dei Danubio è uno di
quei dischi che ti sembra di aver già sentito, anche se non sai esattamente
dove. O almeno lo saprei se avessi una memoria selettiva, ma visto che le cose
mi vengono in mente quando vogliono loro mi devo accontentare di andare a
braccio per descrivere quella strana sensazione di dejà vu che mi rimane
impressa durante tutto l’ascolto del disco del quartetto cuneese.
2 marzo 2017
Dieci anni e non sentirli: Kama ritorna, e lo fa da Signore
Il primo disco solista Kama l’ha
realizzato a trent’anni, il secondo a quaranta, e scherzandoci su afferma che a
questo ritmo almeno per qualche decennio non si vedrà un suo greatest hits
negli autogrill. Vien da chiedersi però, ascoltando questo Un Signore anch’io
(con la S maiuscola, che ci tiene), cosa abbia portato Alessandro Camattini a
star così tanto tempo lontano dalle scene, visto che l’album in questione si fa
apprezzare in lungo e in largo per vari motivi.
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