18 novembre 2013

A voi il nuovo disco dei Cani, l'ultimo sollazzo dei bimbiminkia

Eccomi qui a recensire il disco del (cito lui stesso) "astro nascente di quattro poveri stronzi", ovvero Glamour, seconda fatica dei Cani, progetto musicale dietro cui si cela Niccolò Contessa, uscito per la ormai non più lillipuziana 42records.
Un disco che solleticherà gli uniformi appetiti musicali di bimbiminkia che non aspettano altro che andare ad un concerto alla moda, meglio se in un locale alla moda, dove l'audio si sente poco e male: tanto che il concerto sia bello o brutto poco importa, l'importante è esserci, presenziare, scattare fotografie che poi verranno repentinamente pubblicate sui social nella speranza di un gratificante like.
Glamour scomoda una pletora di citazioni artistico-letterarie inutili e abusate e abbandona l'approccio lo-fi che aveva caratterizzato il bel Il sorprendente disco d'esordio dei cani, è sicuramente costruito con intelligenza ma non riesco a scrollarmi di dosso il pulviscolo dell'inconsistenza che mi ha ricoperto dopo diversi ascolti, giuro non carichi di pregiudizio
Non è un caso se uno degli episodi più riusciti sia proprio Non c'è niente di twee che rappresenta una sorta di ponte con il primo disco, grazie al testo amaro e al ritornello appiccicoso. 

Alcuni recensori hanno sperticato paragoni pindarici accostando Contessa a Emidio Clementi o ai Baustelle (l'unica somiglianza con Bianconi è forse il mediocre virtuosismo canoro, ma l'abilità nel citare e nel comporre è altra cosa), personalmente trovo questo disco costruito per piacere ad un pubblico ben definito - tipo ai cresciutelli fan dei Dari, ve li ricordate - ma piuttosto povero di idee: certo, voce e melodie sono decisamente migliorate (la produzione è stata affidata a Enrico Fontanelli degli Offlaga Disco Pax), ma il ripetersi martellante dei versi è una formula ormai abusata che pare non convincere più. Così come non convince il citazionismo spinto con omaggi a Fabrizio De Andrè e Federico Fiumani in Storia di un impiegato o l’esplicito riferimento ai Fine Before You Came nel pezzo che si intitola come il loro acronimo. 
Vola un po' più alto Storia di un artista, dove la figura di Piero Manzoni viene canzonata (il testo dice tutto così anche chi non sa la storia la potrà didascalicamente imparare) insieme a chi lo osanna (tra loro anche i Baustelle che "tra i Manzoni preferivano quello vero, Piero") e anche a quei musicisti che vanno a Milano in cerca di fama e contatti... 
Ancora una nota, negativa: quando il ritmo rallenta il disco ha dei cali precipitosi (San Lorenzo su tutti). Vedi Niccolò (oh, quanto mi piace citare) il cantautorato non fa per te, continua piuttosto a usare i sintetizzatori ignoranti e guarda al punk fatto come si deve. 
Io però a un tuo concerto ci vengo, magari mi ricredo. E poi sai che le recensioni negative sono quelle che servono di più...
Ah, anche i sacchetti di carta in testa non hanno nulla di originale.
Roberto Conti

2 commenti:

  1. Bella recensione, nella sua cattiveria! :-)
    Vorrei segnalare un paio di cose:
    1. Contemporaneamente all'uscita del disco, è stata realizzata da Felpa una bella cover acustica di "Come Vera Nabokov".
    2. Tra i musicisti fan di Piero Manzoni, anche gli Skiantos con "Merda D'Artista"
    3. A parte la forma, che è coinvolgente e strappa risate, secondo me hai detto cattiverie solo per il gusto di dire cattiverie... "San Lorenzo" è una delle mie preferite dell'album mentre "Non C'è Niente Di Twee" mi fa proprio ca***e...

    Insomma mi stavano un po' antipatici i Cani ma mi son dovuto ricredere... Sarà mica merito di Enrico Fontanelli?!?

    RispondiElimina
  2. Caro Marco, bastano le magiche paroline Offlaga Disco Pax per farti piacere una cosa : )

    Più che altro mi scuso se la recensione può risultare offensiva nei confronti di chi - legittimamente - apprezza il disco. Ho voluto lanciare qualche provocazione, anche per stimolare ad un ascolto più attento e meno superficiale, visto che siamo costretti a sorbirci come meraviglia ciò che i media musicali "che contano" ci passano come "arte"

    RispondiElimina