Ormai conosciamo bene le abitudini di
Federico Fiumani: un disco ogni anno e mezzo. Poco importa che
proprio in questi giorni esca anche la versione deluxe di Siberia
per il trentennale. Ecco, quindi, Preso nel vortice: secondo i
nostri calcoli l'album numero diciassette. Diciassette come quel
disco dei Litfiba, 17 re, monumento di una new wave nostrana
che all'epoca oltrepassava i confini nazionali. Inutile negarlo: i
percorsi delle due band sono profondamente interconnessi e stavolta
Fiumani lo ammette pubblicamente. Capiremo poi perché. Ma partiamo
dal primo brano: ATM riparte da dove ci aveva lasciati il
disco precedente. Tanta melodia (più del necessario), e l'ennesima
storia d'amore poco convinta ed oltretutto un po' contrastata.
Claudia mi dice, secondo brano, è un altro cliché del
Fiumani degli ultimi anni: un nome di donna a caso, un verbo a caso,
e un po' di cose già sentite, ma tutto sommato non male. Parecchio
brillante l'ironia del buon Fiumani: "Con le mie amiche
ermafrodite caliamo il nostro asso di cuori / Siamo tutte più o meno
fans del Teatro degli orrori".
Hell's angel è un brano
che se la cava discretamente tra preti, angeli, il poeta Allen
Ginsberg e gli Stones. Poi arrivano le partecipazioni vocali di altri
colleghi. In Ho fondato un gruppo c'è Max Collini, che
declama versi geniali: "Questo è un accordo / Questo è un
altro accordo / Eccone un terzo / Adesso puoi formare / Il tuo
governo qualunque / Che cambi lo stato di cose esistente / Che cambi
per sempre / Lo stato di cose presente". Poi si passa al momento
nostalgia. Uno degli argomenti preferiti da Fiumani, qui trattato nei
due brani I sogni in disparte e Il suono che non c'è.
Una nostalgia per un passato pieno di sogni non ancora pienamente
realizzati, per un musicista che a più di cinquant'anni sembra non
essere ancora arrivato dove sarebbe voluto arrivare. Ed ecco, quindi,
che a parlare di Clash e Sex pistols arrivano gli amici degli anni
'80: Marcello Michelotti dei Neon e Alex Spalck dei Pankow. E,
parlando di ospiti, sarebbe opportuno citare anche Enrico Gabrielli e
soprattutto Gianluca De Rubertis, che anche stavolta collabora coi
Diaframma apportando il suo tocco di classe. E' all'insegna del
passato anche Infelicità, un omaggio alla dark wave che ha
tutta l'aria di essere molto adatto ai live, oltre che ben diverso
dal resto del materiale. Parentesi intima e sofferta con L'amore è
un ospedale, che narra di malattia e speranza, e finalmente è
ora di levarsi il dente guasto. Probabilmente a Fiumani sono occorsi
anni e anni di psicanalisi (oltre a parecchi album quasi inutili)
prima di riuscire a esprimere quello che voleva davvero esprimere. E
nel caso qualcuno non riesca a intuirlo dal testo, ci pensa il titolo
a fugare ogni dubbio. Finalmente è lì, scritto per esteso:
Ottovolante (una canzone per Piero Pelù). Una venerazione,
quella che Fiumani ha per Pelù. Un'invidia, per alcuni versi
giustificata e per altri no. Tanta gelosia e tanto rifiuto: più i
Litfiba allargavano la propria platea e più Fiumani diventava
intimista e circoscriveva il proprio pubblico. Insomma, tutti gli
ingredienti di un vero e proprio Amore. Quello con la A maiuscola.
Totale e incondizionato, come può essere quello tra padre e figlio,
o tra fratelli, o tra marito e moglie. Dopo una simile sviolinata è
lecito procedere un po' in calando, che nello specifico significa che
si riattacca con le ballate. L'uomo di sfiducia è qualcosa
che dai Diaframma abbiamo già sentito, sia a livello musicale che
concettuale. E anche Luglio 2010, che però a un certo punto
sorprende per uno di quei rari intermezzi strumentali catartici che i
Diaframma ogni tanto sanno tirar fuori. Abbastanza sorprendente è
invece Tutte le strade, anche per il trascinante ritmo in sei
ottavi che sfocia in un rock acceso, che parla di un'uscita serale in
una città che di notte assume contorni diversi e costringe a fare i
conti con lati di se stessi rimasti inascoltati per troppo tempo.
Venisse il sole è un accorato appello che sicuramente farà
presa dal vivo, anche perché ormai Luca Cantasano e Lorenzo Moretto
sono completamente a proprio agio nel gruppo, che ora vede anche la
partecipazione di Edoardo Daldone alla seconda chitarra. Si chiude
con Voglia di, ma l'ascoltatore è chiaramente ancora sotto
shock per la dichiarazione d'amore nei confronti di Pelù. Che fa
passare in secondo piano anche l'uscita del nuovo singolo di Piero
nonché del relativo album antologico previsto per novembre. Le due
teste calde del panorama musicale fiorentino fanno uscire in
contemporanea i rispettivi album già da tempo. Che prima o poi
abbiano intenzione di scrivere qualche nuovo pezzo insieme? Marco
Maresca
Tracklist:
1. ATM
2. Claudia mi dice
3. Hell's angel
4. Ho fondato un gruppo
5. I sogni in disparte
6. Il suono che non c'è
7. Infelicità
8. L'amore è un ospedale
9. Ottovolante (una canzone per Piero
Pelù)
10. L'uomo di sfiducia
11. Luglio 2010
12. Tutte le strade
13. Venisse il sole
14. Voglia di
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