15 giugno 2008

Paul Weller - 22 Dreams ***

Strana la storia di Paul Weller. Dichiarato "santo subito" nella Londra mod wave dei primi 80, in realtà si è meritato la beatificazione un po' per volta e oggi, a 50 anni appena compiuti, è meritatamente un'icona per le nuove generazioni Brit, che vedono in lui un credibile mediatore tra i vari decenni della scena rock. 22 dreams è un album ambizioso ma riuscito, concepito come un doppio vinile dei vecchi tempi e concentrato poi in un solo Cd con una fantasia e un eclettismo che Weller non aveva mai rivelato a questi livelli. Rock, funk, soul, esotismi Zeppeliniani, venti elettronici e profumi di vecchia canzone francese si combinano in un affascinante caleidoscopio, con il ricorrente aiuto del chitarrista e co-produttore Steve Cradock e una parata di amici tra cui Noel Gallagher e Gem Archer degli Oasis, Graham Coxon e Robert Wyatt (che suona piano e tromba in un inatteso tributo alla vedova Coltrane, Song for Alice).I sogni sono 22, i pezzi 21. Il tassello che manca (The missing dream appunto) è un racconto non musicato dello scrittore Simon Armitage che Weller ha voluto come insolito allegato al CD. Giovanna Oceania

Intervista - Dalle cantine di Perugia ecco i Colore perfetto


Provate a mettere insieme un luogo lontano dai rumori della città e tre individui che condividono le loro pene e gioie dentro un capanno con gli amplificatori accesi... Il risultato non può essere altro che quello dei Colore perfetto, ovvero null'altro che una nuova e convincente realtà sonora prossima al suo esordio discografico previsto per il prossimo autunno.Un giorno qualunque getta le basi di un nuovo orizzonte nella musica indipendente italiana, che nella discrezione del silenzio delle colline perugine, avanza a pieno diritto una sorta di titolo e rivendica delle nascoste qualità. Sonorità cupe dal sapore profondo e aperture inaspettate. Quella dei Colore perfetto appare inequivocabilmente come una ricetta diretta ed efficace capace di scavare a fondo e trovare passaggi nell'anima dell'ascoltatore più attento.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Alessandro, il chitarrista della band, che insieme a David (basso e voce) e Stefano (batteria) forma i Colore perfetto.

Il vostro disco è nato grazie alla collaborazione con Moltheni. Come è nato questo incontro? E in che modo lavorare con Umberto ha influenzato le sonorità del disco?L’incontro con Umberto è nato a Perugia, circa un anno fa. Abbiamo aperto una data del suo tour. Ci siamo conosciuti durante il sound-chek… Dopo averci sentito provare alcuni pezzi si è complimentato e ci ha chiesto di noi… Quali erano i nostri progetti e se stavamo lavorando a qualcosa di concreto.
Abbiamo iniziato a parlare delle difficoltà che avevamo a trovare canali giusti per emergere in qualche modo e lui si è reso disponibile fin da subito ad aiutarci. Incredibile… Immagina le nostre facce. Siamo rimasti in contatto per un po’ e dopo qualche tempo è arrivata la proposta di fare un brano insieme e farlo uscire insieme al disco d’esordio.
Lavorare con Umberto è stato semplice. A lui piacevano già le sonorità che avevamo, ci siamo sentiti subito a nostro agio… Ora siamo più che altro buoni amici.

Qualche tempo fa una ragazza di Carpi che non sentivo da tempo mi chiamò dicendo “vai a sentire una manciata di canzoni di questo gruppo che si chiama Colore perfetto”… Le ho sentite tante volte e mi sono arrivati tanti riferimenti diversi. Uno di questi è ai Massimo volume (in particolare nel pezzo Il muro). Ci ho preso, o ho sparato il prezzo di un appartamento in periferia?Beh… Non sei l’unico a dirlo… primo fra tutti Giacomo Fiorenza (produzione artistica, bassista di Umberto). E’ stato il primo ad incoraggiarci a interpretare il brano in questo tipo di direzione… Il risultato ci è piaciuto molto.

Avete dei riferimenti musicali che volete segnalare, prima che qualcuno vi accosti impropriamente ad altre band? Che musica vi piace insomma…Riferimenti…tanti. Ognuno di noi ha un trascorso diverso…spaziamo molto per questo. Ci piace il suono cupo di PJ Harvey, Nick Cave, la genialità dei Radiohead, Buckley, Karate….Drake…ci piace ricordare la scena grunge di Seattle…ma anche molto del panorama inglese vecchio stampo.
“Forse un giorno potrei restituirti tutti i giorni perduti per me”, è una frase splendida, che apre uno squarcio di luce in un pezzo, Un giorno qualunque, che racconta uno spicchio di vita in modo assolutamente naturale. Come nascono le vostre canzoni?I brani nascono in saletta…ci piace ancora sviluppare le idee molto istintivamente. Solo dopo vengono concretizzate con i testi di David (basso&voce) e con arrangiamenti un po’ più studiati…se così si può dire. Facciamo musica molto semplice, ci piace arrivare dritti al punto.

Prima di approdare a questo disco, leggo nella vostra biografia, avete macinato concorsi e concerti in giro per l’Italia. I concorsi sono utili per un gruppo emergente o di fatto rappresentano uno specchietto per le allodole?Purtroppo la seconda affermazione che fai è forse più giusta. Abbiamo avuto esperienze non bellissime nel campo dei concorsi…qualche soddisfazione è poi arrivata ma credimi sono di certo più numerose le sconfitte.

In autunno aprirete le date per Moltheni (allora ci vedremo spesso). Ci saranno delle collaborazioni anche all’interno del suo disco in lavorazione?Sì, usciremo in tour con Moltheni aprendo le sue serate…all’interno del disco ci sarà una collaborazione a livello chitarristico (Alessandro)…stiamo facendo ancora le ultime prove prima di entrare in studio….forse sarà così anche nei live.

Per chi vi viene a sentire il concerto. Che tipo di live dobbiamo aspettarci?Mah…pensiamo di regalare qualcosa di vero…una band vecchio stampo…un live molto essenziale ma di impatto…energia ed aperture sonore e vocali…speriamo di dare belle emozioni e di tenere la gente incollata a guardarci suonare….

Ipotizziamo che vi invitino a Scalo76 (e che io sia Daniele Bossari o Paola Maugeri che vi guarda ammiccante da uno sgabello). Al 90% vi chiederei “Cosa ne pensate di MySpace” e delle possibilità che offre ad una band?Paola Maugeri…interessante…ahahah….
Myspace funziona tantissimo….quasi tutti i contatti che abbiamo li dobbiamo a myspace.
Se curato bene e gestito costantemente ti regala tante soddisfazioni. In più è un bello stimolo per la band che carica i brani… Sai subito che ne pensa la gente e se arrivano commenti positivi ti dà una bella spinta per andare avanti….è sicuramente un ottimo punto di partenza per farsi conoscere.

Esistono ancora le groupies, in una variante leggermente più moderna magari? Avete qualche episodio che si può raccontare a riguardo?Che ti dico….??? Spero assolutamente che esistano ancora!!! Ahahahah…scherzi a parte…non siamo ancora “animali da palcoscenico” tanto da avere un sacco di ragazze al seguito. Myspace però ci ha dato modo di capire che forse esiste una variante moderna come tu la descrivi…stiamo vivendo un momento molto bello di amicizie e di persone che ormai tengono molto a noi e che non vedono l’ora di vederci suonare dalle loro parti. E’ stupendo…tanti ci stimano e ci stanno dando veramente una mano…caricano i nostri brani sul proprio myspace…incredibile!!!
Dobbiamo assolutamente ringraziarle tutti i giorni.

Oggi ci sarà il concerto del 1 maggio, quella che dovrebbe essere la festa dei lavoratori. Il concerto del primo maggio rispecchia perfettamente il mondo del lavoro: ci vanno solo quelli con un posto fisso. Per il lavoro come per la musica e la discografia ci possono essere 'tempi migliori'?Per quanto ci riguarda possiamo dirti ancora poco a riguardo della discografia, stiamo solo ora scoprendo come funziona questo tipo di settore e ti giuro che non è semplicissimo capirci anche solo qualche cosa. Di sicuro abbiamo capito che bisogna sbattersi molto per ottenere anche solo quel poco…mancano i punti di riferimento…ognuno si costruisce a modo suo con il proprio sudore. Penso che non esista una regola.
Sicuramente potranno arrivare “tempi migliori”. E’ un periodo di transizione, tante cose stanno cambiando….,soprattutto nel panorama indipendente ci sono delle realtà da tenere d’occhio. Speriamo al più presto di farne parte.
Roberto Conti

12 giugno 2008

Numero 6 - Quando arriva la gente si sente meglio ***

Per i Numero 6 Quando arriva la gente si sente meglio può essere considerato un crocevia tra memoria e futuro, arriva infatti dopo due album ormai di qualche tempo fa (a cui vanno aggiunti altri due album con il nome Laghisecchi). L'Ep contiene 5 brani, tre inediti e due rivisitazioni, Da piccolissimi pezzi dei Numero6 (con Bonnie 'Prince' Billy che canta in italiano, in assoluto il pezzo più interessante del lavoro) e Aspetto dei Laghisecchi. Il testo di uno dei tre inediti, Navi stanche di burrasca, è di Enrico Brizzi che i Numero 6 hanno accompagnato nel reading de Il pellegrino dalla braccia d'inchiostro. Un ottimo crocevia -in chiave prettamente acustica- in attesa del long playng previsto per l'autunno e annunciato decisamente più suonato. Da segnalare assolutamente che questo lavoro è scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale della band. Roberto Conti