18 novembre 2013

Il meglio dei Killers in una raccolta per i dieci anni di carriera

“Questo record chiude un cerchio e ripulisce tutto, per ripartire di nuovo per nuove strade”. Questa parte della dichiarazione di Brandon Flowers, leader dei Killers, rilasciata ai microfoni di NME. Direct Hits fa il punto sul primo decennio della band di Las Vegas, che dopo un inizio new wave/electro si sono orientati più verso un synth pop da stadio. Nulla di nuovo tra il deserto del Nevada, lì dove Flowers è cresciuto annidato in una comunità mormonica. Il disco contiene 13 singoli estratti dai loro quattro album di studio precedenti più due inediti (Shot in the night e Just another girl).

E’ un album che segue un ordine prettamente cronologico, a cominciare dalla bomba Mr. Brightside, che li ha fatti conoscere al grande pubblico. Subito dopo ecco Somebody told me, Smile like you mean it e All the things that I’ve done, che con la prima canzone compongono il “fab four” di quell’esordio d paura intitolato Hot Fuss, capace di mescolare rock, new wave e sound electro-pop anni ’80.
Dopo ecco che arrivano altri singoli, dai più rockettari When you were young e Runaways a quelli più commerciali da classifica come Human, Spaceman e The way it was. In questo album si può notare l’evoluzione (o la de-evoluzione, dipende da come si intende) del sound del quartetto del Nevada, svoltato verso rotte sempre più pop.
Lo testimoniano le due nuove tracce: Shot in the night è un riff synth anni ’80 su cui si alimentano cori da urlare a squarciagola. Non fa eccezione nemmeno Just another girl, che pur essa non aggiunge nulla di nuovo: sintetizzatore, piano e ritmiche dance. Questo sono diventati i Killers nel giro di dieci anni.
Probabilmente Hot Fuss resta il loro miglior album assieme al secondo lavoro Sam’s Town, dopo di che la band americana diventa meno sorprendente e a quel punto prendere o lasciare. Diamo comunque atto ai nostri di essere diventati una delle band indie più influenti degli ultimi tempi: probabilmente non i più innovativi, ma quelli senz’altro più adatti alla massa. Ora attendiamo il prossimo lavoro di Flowers e soci, ma a nostro avviso non è più lecito attendersi sorprese. Marco Pagliari

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