27 aprile 2010

Tre allegri ragazzi morti - Primitivi del futuro ****

Premessa numero 1: non sono un grande fan dei Tre Allegri Ragazzi Morti. E in tutto questo, premessa numero 2, i Tre Allegri Ragazzi Morti decidono di "cambiare" genere, virando bruscamente verso sonorità raggae che, premessa numero 3, generalmente sopporto con molta e irritante fatica. Mi autoimpongo di non considerare le 3 premesse iniziali e di ascoltare il disco ripetutamente e con imparzialità. Ma non serve forzare nulla, il disco mi incolla. Parla di vite patetiche, vuote, vissute passivamente tra rassegnazione e inesistente reattività. Parla di noi, della società in cui viviamo e del modo in cui la viviamo, subendola in tutte le sue deformazioni, in un mix di accettazione e spento desiderio di reazione e cambiamento. Parla di alienazione, e io, che sto ascoltando il disco in coda in tangenziale, mi sento tirato dentro. Poco conta la musica che ci sta sotto. Forse i fan della prima ora mal sopporteranno il raggae/dub o quel che sia il genere musicale di Primitivi del Futuro, ma le parole, a cui non manca il consueto carico di vena poetica, si appoggiano benissimo sul ritmo in levare e sulle sonorità lontane e un pò nostalgiche ricamate sopra; lo stato d'animo del disco è reso perfettamente, e se provo a immaginarmi qualche schitarrata distorta il senso del disco non mi sembra più lo stesso. Da un gruppo come i TARM è lecito (se non addirittura richiesto) aspettarsi cambiamenti, rinnovamenti e sperimentazioni musicali in ambiti diversi che permettano di non restare imprigionati in etichette e rimanere sempre uguali a sè stessi. E la strada scelta per questo disco è intrapresa con coraggio ma senza presunzione, con "timidezza" ma con determinazione e consapevolezza. Bisogna un pò uccidersi per rinascere e, per citare un verso di questo loro ultimo lavoro, "morire per la vita fa la morte un pò più debole".
Marcello Colombo

26 aprile 2010

Virginiana Miller - Ogni mio lunedì **/

Il disco dei Virginiana Miller è uno di quelli fatti come si deve, ha una bella copertina che rimane impressa con un gallo dalla cresta rossa e dall'occhio inquietante, undici canzoni tutte per bene, senza episodi furbetti tanto per riempire; ci sono poi citazioni, riferimenti anche colti e parole che raccontano storie di vita quotidiana e matura, direttamente, senza troppe metafore.
Tuttavia, nonostante questo lavoro non abbia particolari punti deboli, non mi convince, non riesce a colpirmi nel mio ripetuto ascolto in automobile. Forse la band livornese dovrebbe osare di più, magari lavorando sui testi alquanto descrittivi, inserendo qualche metafora, qualche cesura, ripescare qualche sonorità più simile alla discografia degli esordi, che peraltro ammetto di conoscere superficialmente. Se dovessi fare un paragone Il primo lunedì del mondo mi ricorda nelle atmosfere un mix dei Perturbazione più sommessi e qualcosa di classico, tipo I Nomadi. Episodi interessanti ce ne sono comunque diversi, ad incominciare da Lunedì, dove una voce cantilenosa riesce a trasmettere le inquietudini di un primordiale inizio, il primo lunedì del mondo appunto.
Acque sicure è un brano più orecchiabile e fresco, sullo stesso stile L'inferno sono gli altri.
Il top del disco si ha nelle tre tracce finali E' la pioggia che va, Il presidente, leggero ed ironico, e La carezza del papa, brano più sommesso e citazionale a cavallo tra preghiera e protesta: il titolo e il testo della canzone riprendono il noto “Discorso della Luna” di Papa Giovanni XXIII che recita: "Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza". Provocatoriamente i Virginiana Miller aggiugono “ma anche un calcio nel culo va bene, anche quello ogni tanto fa bene, come segno di amore sicuro, di contatto e calore animale senza tante parole”. Quando le aspettative sono elevatissime, anche un disco molto buono rischia di diventare solo discreto. Roberto Conti

16 aprile 2010

Balla coi cinghiali - Il festival 2010 prende forma...

Per chi ancora non conoscesse Balla coi cinghiali, a Bardineto (Sv) dal 19 al 21 agosto, ecco due video freschi freschi per capire quello che vi perderete mancando a questo festival unico nel suo genere...





In attesa di conoscere quali saranno le band che si esibiranno quest'anno, sono già partite alcune delle attività collaterali, come il concorso letterario Provincia cronica, che noi di Asap organizziamo insieme ai ragazzi del festival. Manca un mese alla scadenza del bando di concorso.
Attendiamo i vostri racconti, poesie e storie per bambini! red


Info: http://www.ballacoicinghiali.it/
Bando del premio "Provincia cronica": http://www.asapfanzine.it/premio_provincia_cronica_2010.htm
Info: info@asapfanzine.it 328-2478329

15 aprile 2010

12mila ad Assago per il ritorno dei Litfiba

Troppo facile, e anche troppo scontato, incominciare un pezzo che parla della reunion dei Litfiba citando il motivetto di Elio, da cui ripesco volentieri solo il passo che dice “Non vi conviene/Una carriera da Renzulli e da Pelù”, perché è proprio sull’aspetto “convenienza” che vorrei soffermarmi. L’effetto nostalgia, si sa, ha il suo bel traino e l’altra sera al Forum di Milano erano in 12mila ad attendere con tanta trepidazione la band toscana che segnò un capitolo davvero importante del rock italiano. Un’attesa costata una media di 40 euro a biglietto (ipotizzando che quelli più economici siano in egual numero di quelli più costosi) che moltiplicati per il numero di presenti fa circa 480mila euro. Aggiungiamo una indimenticabile maglietta ricordo, impossibile non farsi tentare, ed ecco che il risultato val bene una riappacificazione.
Anche i bagarini l’hanno senza dubbio gradita! Biglietti introvabili: c’è chi ha pagato oltre 100 euro per non perdere l’evento!
Sono passati dieci anni non allegri per nessuno dei due, durante i quali Piero Pelù e Ghigo Renzulli sono andati smaltendo, ognuno nel proprio angolo, la rabbia e l'odio reciproco accumulato in 19 anni di Litfiba, per trovarsi poi a digerire ciò che era ovvio per loro due: la solitudine artisticamente non funziona, la coppia invece sì; soprattutto la loro, con un'alchimia litighereccia alla Mogol-Battisti.
Dai 18 (tutti ammassati contro le transenne) ai 55 anni (tutti seduti sulle gradinate) soprattutto maschi, soprattutto in chiodo e jeans, ciechi di nostalgia per il mai visto o per il troppo visto, entusiasti e quasi increduli che potesse davvero tornare il rock tirato, sporco, ideologicamente contro dei Litfiba Doc.
Unglorious Bastards, come un po' si definiscono loro stessi. Non sono vergini, Piero&Ghigo. Si sono scaldati con fior di date nella sempre accogliente Svizzera. Adesso, non gli sembra vero di essere nuovamente su un palco italiano: Piero rispolvera la sua attitudine da piranha con le ali, aggredisce il pubblico, provoca dedicando «Bambino» al Papa; ma sa anche solleticare i buoni sentimenti, con il richiamo alla questione drammatica di Emergency; animale da palcoscenico, un po' più grezzo e spettinato. Ghigo sta nel suo angolo a ricamare con la chitarra, i baffetti da sparviero che ridono per lui: un'abilità indubbia, la sua; una capacità sciamanica di tessere canzoni. Il concerto è coeso, potente, provocatorio quanto basta; due tosti così in Italia non c'erano più.
Sono già nati due nuovi singoli, il primo Sole nero uscirà il 23 aprile, mentre in giugno è previsto un live, l'anno prossimo gli inediti. La macchina infernale è partita a pieno ritmo e il repertorio è tutto Litfiba doc. Va dal primo, Desaparecido (Lulù e Marlène) al penultimo Mondi Sommersi (Sparami e Ritmo 2), con in mezzo pezzi da novanta come Terremoto, Fata Morgana, Maudit, Proibito, Spirito. E lascia fuori soltanto l'ultimo album, Infinito: «Purtroppo è l'album che ha segnato il nostro allontanamento, nato senza complicità: perché ripartire da lì?», dicono in coro. E finiamo per ricordarci delle ultime date dell'ultimo tour doc, con Piero e Ghigo affiancati ciascuno dal proprio avvocato, a rispondere ai giornalisti in un'atmosfera che si tagliava con il coltello. In quei giorni, Il mio corpo che cambia diventava la bandiera di ogni classifica, ma i due non si parlavano più. Che storia pazzesca, comunque.
Sul palco, della formazione degli anni belli c'è soltanto Daniele "Barny" Bagni al basso. Tutti ottimi: alle tastiere Federico Sagona che viene dalla band di Piero, mentre alla batteria Renzulli ha portato dall'ultima generazione Litfiba Pino Fidanza. Già, perché in questi dieci anni di iato - durante i quali Piero (48 anni) ha avuto una terza figlia che ha ora 6 anni e Ghigo (57) un maschio che ne ha tre - Piero ha fatto una propria band, con qualche fortuna poi scemante, e Ghigo i propri Litfiba, scemantissimi ancora di più. La guerra è finita (e speriamo che la pace duri, naturalmente, anche per rispetto al vecchio rock). g.oc.

I prossimi concerti: 16/17 aprile Firenze, 19 Roma, 21 Acireale, 17 luglio Noci (Bari), 19 Napoli, 22 Roma, 24 Arezzo, 26 Collegno, 27 Carpi (con Patti Smith e Elio e le Storie Tese), 29 Verona, 31 Bergamo, 5 Grottammare, 7 Majano, 10 agosto Cagliari, 13 Campofelice di Roccella, 16 Catanzaro.

Capossela al Primo Maggio, l'ultima carta del concerto dei sindacati

Ecco le attese anticipazioni del concerto del Primo Maggio, che quest'anno ha scelto come titolo "Il colore delle parole": sarà Vinicio Capossela, con un recital di 40 minuti, uno dei mattatori dell'evento, come sempre in piazza San Giovanni, in onda anche su Raitre dalle 16 fino a tarda notte. Fra i nomi annunciati in anteprima dall'Organizzazione di Marco Godano, oltre a Capossela, due signore della canzone italiana come Irene Grandi e Carmen Consoli, la promessa-rivelazione dell'ultimo Festival di Sanremo Nina Zilli e il giovane rocker italo-scozzese Paolo Nutini. Si sa che saranno della partita pure Simone Cristicchi, i Bud Spencer Blues Explosion, Roy Paci&Arethuska, e l'Ensemble "Beautiful" appena costituita con Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Gianni Maroccolo e Howie B.
Altri nomi si aggiungeranno nei prossimi giorni... vedremo.
Altre info: per la prima volta a condurre sarà una donna, l'attrice Sabrina Impacciatore, reduce da "Baciami ancora" di Muccino. Il concertone è da tradizione gratuito, uno dei pochi ancora in circolazione. r.co.

12 aprile 2010

Viaggio nei festival estivi - Italia Wave, Livorno

Un giorno in più per Italia Wave Love Festival 2010: dal 21 al 25 luglio cinque intense giornate di grande musica dal vivo con tre band in data unica e un'esclusiva estiva. Approdano a Livorno gli Underworld, pionieri della musica elettronica moderna che con Born Slippy in Trainspotting sono diventati la colonna sonora di un'intera generazione, i Faithless, profeti e guru della dance che ritornano dopo il grandissimo successo di ‘God is a dj' con un attesissimo nuovo album ed i Groove Armada con il fresco di stampa Black Light dal vivo con il nuovo spettacolo tra rock ed elettronica.
Ed ancora da Chicago gli Ok go!, resi celebri dai videoclip autoprodotti a basso costo grazie ai quali hanno scalato le classifiche americane ed europee diventando un vero fenomeno in rete v incendo il YouTube Video Awards, parodiati anche dai Simpson e con un nuovo lavoro uscito a gennaio: "Of the blue colour of the sky". E sempre dalla vette delle classifiche l'attesissimo ritorno in Italia dei beniamini della neo-wave inglese, gli Editors, che con l'ultimo disco ‘In this light and on this evening' si confermano una delle band più innovative del panorama rock internazionale.
Vanno ad aggiungersi alla programmazione di Medwave, il progetto musicale dedicato al Mediterraneo che si svolgerà la prima serata del festival (21 luglio) con la produzione inedita di Daniele Silvestri e Orchestra di Piazza Vittorio e con artisti in esclusiva provenienti da Marocco, Francia, Algeria, Spagna e Libano come Hindi Zara, Amazig, La Kinky Beat e I-Voice. E poi ancora Italia Wave 2010 propone il concerto-fiesta dei Ojos de brujo e il reggae di Julian Marley, figlio del mitico Bob per festeggiare e ballare insieme al festival reggae Rototom Sunsplash domenica 25 luglio.Sono tutti ospiti che si esibiranno sul Main Stage: rock, elettronica, musiche dal mondo, reggae e festa per il festival italiano con il biglietto più basso. Sono i primi nomi di un cartellone che conterà più di un centinaio di eventi tra musica e altre arti, tra ospiti affermati e il meglio della musica emergente dall'Italia e dall'Europa.
Gli spettacoli di Italia Wave si svolgono infatti tutti i giorni dalle 10 del mattino nei palchi musicali ad accesso gratuito Wake Up stage e Psycho stage collocati vicino al mare presso la Rotonda d'Ardenza, proseguono nel pomeriggio con l'area dedicata a fumetto, letteratura, cinema e "incontri d'autore" nella Fortezza Vecchia al p orto di Livorno sempre ad entrata libera e infine la sera si può accedere al Main Stage dello stadio comunale gratuitamente il primo giorno con gli ospiti di Medwave (21 luglio) e con un abbonamento di 60 euro (fino al 30 giugno) per le successive 4 serate (22 - 25 Luglio). Anche i singoli biglietti sono decisamente a prezzo contenuto: 22 euro l'ingresso allo stadio per le serate di giovedì 22 (Ok Go!, Editors, Groove Armada) e venerdì 23 luglio (Faithless). 25 euro per il Sabato 24 (Underworld) mentre domenica 25 luglio, giornata conclusiva dell'edizione 2010 (Ojos de Brujo e Julian Marley) si spendono 12 euro.
Uno sforzo sensibile per mantenere prezzi contenuti pur con nomi di caratura internazionale, la prima serata ad ingresso gratuito anche allo stadio e il resto della programmazione ad accesso libero.Anche l'accoglienza di chi verr&agr ave; con tenda e sacco a pelo a Livorno, curata per il terzo anno Arci Livorno, sarà di qualità e a costo accessibile per tutti: il campeggio del festival costa infatti 7 euro al giorno e 30 euro per restare tutte e 5 le giornate del festival.
Insomma, tutto pronto per una vacanza musicale di primo piano, tra live di grandi artisti internazionali e la scoperta di giovani talenti emergenti con l'entusiasmo e la vivacità culturale che da anni caratterizzano Italia Wave collocandolo tra i più importanti festival d'Europa. red
Le prevendite sono aperte dal 15 aprile sui circuiti Booking Show (http://www.bookingshow.com/), Ticket One (http://www.ticketone.it/) e Box Office (http://www.boxoffice.it/).
Tutti gli aggiornamenti su http://www.italiawave.com/

10 aprile 2010

Viaggio nei festival estivi - Tavagnasco punta su punk 90's e musica balcanica

Anche quest’anno torna immancabile l’appuntamento in terra canavesana con il grande rock. Da venerdì 23 aprile a sabato 1° maggio riecco a Tavagnasco, la rassegna che riempie di musica il piccolo comune ai confini tra il Piemonte e la Valle d’Aosta con una serie di concerti che vedono protagonisti gruppi italiani e stranieri. La kermesse si aprirà il 23 aprile con un appuntamento all’insegna dello ska, musica di origine giamaicana che rappresenta una mescolanza tra strumentazioni elettriche e sassofono, tromba e trombone, tipici del jazz. I Persiana Jones, che si formano nel febbraio del 1988 a Rivarolo Canavese e i Punkreas, definiti “la band punk più famosa d’Italia”, nata nel 1989 in provincia di Milano, saranno protagonisti di questa prima serata di concerti. Nella stessa sera il palco ospita anche il gruppo Rimozione Koatta in una serie di cover ska. A chiudere il funk-rock della band aostana Pepper’s Milk.
Si continua sabato 24 aprile con Giuliano Palma & Bluebeaters, supergruppo formato da amici appassionati da rock steady giamaicano e soul. La band è formata da musicisti che hanno saputo sfruttare sapientemente la collaborazione con Giuliano dando vita ad un complesso tra i più popolari del momento. A seguire il palco ospita la Soulful Orchestra, la resident band del Gran Varietà di Soulful, lo show che ogni mese porta in scena concerti live, comici, burlesque, ballerine, performer allo Spazio 211 di Torino. Da segnalare che in apertura si esibirà Reparto Numero 6, gruppo rock vincitore della scorsa edizione del Festival “Senza Etichetta” e Ockham's Razor vincitori a loro volta del Cuorgnè Music Festival.
Domenica 25 aprile, già nel pomeriggio, è di scena la musica rock emergente. Dopo le 17 i riflettori si accenderanno per illuminare nell’ordine Lab, Parto delle Nuvole Pesanti, Mene, Sexi Clam e Elettrico. In serata concerto con la Shary band, formazione che nel gennaio 2006 è stata insignita con il titolo di “Tributo Nazionale Disco Dance”. Il loro spettacolo è un medley della disco anni Sessanta.
Appuntamento con la notte reggae venerdì 30 aprile, serata in cui si potrà assistere alla performance dei Fahrenheit 451 e Sir Oliver Skardy (ex Pitura Freska), band veneziana che calca la scena musicale italiana da più di dieci anni, rinomata anche per i suoi clip musicali inusuali e sperimentali. A contorno della serata esibizioni reggae di: Budwailers, Quartiere coffee, Dot Vibes, e Taverna soud system.
Tavagnasco rock chiuderà questa edizione 2010, sabato 1° maggio con la “Fiesta Balcanica”, in cui si esibiranno nell’ordine Bandakadabra (nella foto), marchino band e fanfara di strada nata nel 2005 dall’incontro di 20 musicisti amanti dei ritmi balcanici, senza disdegnare melodie latine e jazz. E si continua con la spettacolare Municipale Balcanica, diventata famosa per le sue rielaborazioni di alcuni celebri brani della tradizione Yiddish. La serata termina con l’esibizioni dei gruppi Kocani Orkestar e Galactica, grande musica balcanica con contaminazioni turco-armene.
Dunque anche la ventunesima edizione promette un programma ricco e variegato per il suo affezionato pubblico, proponendo una formula che mixa tradizione e innovazione, attenzione alla scena musicale nazionale, e che l’immenso successo di pubblico che ha accompagnato le precedenti edizioni – decine di migliaia di presenze in un paese che conta non più di ottocento anime – ha decretato come indiscutibilmente vincente. red

Informazioni al pubblico:
info@tavagnascorock.com
http://www.tavagnascorock.com/
www.myspace.com/tavagnascorock

6 aprile 2010

Baustelle - I mistici dell'occidente ****/

Un piccolo passo indietro per quanto riguarda la scrittura testuale, ma un deciso avanzamento nella direzione di un easy-listening che renderà le loro canzoni ancora più popolari ed accesibili.
A due anni di distanza da Amen i pluripremiati Baustelle tornano con I mistici dell'occidente.
Il disco prodotto da Pat McCarthy, già al lavoro con Rem, U2 e Madonna (nei ringraziamenti dei credits viene ribattezzato infatti ‘The Magician’, proprio per la sua abilità in studio), contiene 12 tracce ricche di contenuto e di riferimenti, orecchiabili e furbette.
Bianconi ha abbassato un po' il tiro compositivo per cercare di arrivare alla massa pop, e in questo senso la "cometa" scritta per Irene Grandi allo scorso Sanremo ha già acceso una scia nitida in questa direzione.
La struttura melodica dei pezzi è più semplice e meno orpellata anche a vantaggio dell'esecuzione dal vivo che rappresenta un po' il tallone d'achille della band (come raccontato dalle recensioni pubblicate su Asap).
Anche la presenza vocale di Rachele (le hanno lasciato l'ansimare erotico in Groupies e la piacevole La bambolina) è stata limitata a favore di un maggiore protagonismo di Francesco Bianconi, sempre più one.man.band incontrastato, che si permette di raccogliere gemme qua e là nel panorama della musica italiana (da Paola&Chiara a Battiato) e straniera, attingendo all'estro creativo dei Pulp e in generale a diverse esperienze della scena british.
Ne nasce un impasto sonoro interessante e piacevole, forse un po' snob... Ma in fondo i Baustelle si rivolgono per lo più a quella fetta di pubblico maistreem che si crede alternativo e la band evidentemente è lo specchio dei propri ascoltatori (vedi anche imitazioni del look che arriveranno a breve)...
Il titolo del disco è la citazione di un noto romanzo di Elémire Zolla: saggista, filosofo e storico delle religioni nonché esperto conoscitore di dottrine esoteriche e studioso di mistica occidentale e orientale. Zolla è scomparso nel 2002 proprio a Montepulciano, la città in provincia di Siena da cui arrivano i Baustelle. Nessuna ‘coincidenza’ quindi: l’ispirazione è assolutamente palese.
Venendo alle canzoni, si respira un'atmosfera piuttosto agreste, con tanti riferimenti alla natura e alla frizzante aria primaverile (o estiva): Le rane è una squisita canzonetta in stile provincia cronica, così come la ritmata L'estate enigmistica. I Baustelle sembrano aver risolto l'anagramma dell'infelicità, forse non avranno più l'età delle illusioni, forse -più semplicemente- avranno di che sorridere visto i risultati ottenuti e il relativo successo.
Il singolo Gli spietati è vagamente retrò e ricorda nella prima parte Ragazzo triste di Patty Pravo: anche in questo caso il testo si semplifica e la musica si fa più orecchiabile (i tempi "dell'eterno roteare come agnello nel kebap" sembrano piuttosto lontani). La canzone della rivoluzione racconta di profeti inascoltati, così come il sindacato: uno specchio della società odierna. San Francesco è un'altra traccia particolarmente piacevole, il percorso semplice del frate che parla con i passeri dà adito ad interpretazioni che possono andare ben al di là del significato più palese, ma nulla è esplicito e sta a chi ascolta riuscire a cogliere il livello dei tanti messaggi contnuti in questo splendido disco.
Roberto Conti

4 aprile 2010

'Ascolti emergenti di aprile' prima parte

Dakota Days - Dakota Days
Dakota Days è un duo formato da Ronald Lippok (già in tour con Ludovico Einaudi) e il compositore Al Fabris (che ha collaborato con diversi artisti, tra cui Pacifico e Blonde Redhead).
Un incontro che sfocia in un album dal sound spontaneo, intimo, che spazia dal prog-rock al post punk, dalla psichedelia alla new wave. Il nome rievoca il Dakota Building, il celebre palazzo dove venne assassinato John Lennon. Ascolta in anteprima alcuni brani su LastFm
http://www.lastfm.it/music/Dakota+Days/Dakota+Days g.oc.


Vetronova - Madleine **/
Torniamo dopo un anno a recensire i Vetronova, trio ventenne della provincia di Varese, formato da Matteo Bailo alla Chitarra e voce, Raffaele Durante, basso e chitarra baritona, e Tommaso Lorioli alla batteria, per presentarci questo ep di tre pezzi dal titolo Madeleine.
Ritroviamo quel sound noise, molto orecchiabile che richiama ascolti che vanno dai Tortoise agli Slint e a tutto quello che potrebbe definirsi post rock. Madleine, rispetto al primo ep che ho recensito, ha una compatezza migliore del suono. Tra i tre pezzi da segnalare Urban poem, per la sua strana originalità. Marco Colombo

Nicodemo - In due corpi
La canzone d’autore che si colora d'intimità e di silenzio, ma allo stesso tempo di isteria post-esaurimento e di voglia di rivoluzione culturale. Dopo la straordinaria esperienza in studio e live di Riddim a Sud, ideato e promosso da Teresa De Sio, Nicodemo riparte con il suo nuovo lavoro discografico. L'album In due corpi (La Fabbrica / Rai Trade), la cui uscita è prevista per il 19 aprile in digitale su i-tunes, contiene dieci canzoni, frutto di otto mesi in studio di registrazione. “Le mie canzoni partoriscono sempre allo stesso modo: divano di casa, chitarra, penna e carta - racconta Nicodemo nella nota stampa - In due corpi è il frutto di sensazioni, umori, prospettive, il tutto divenuto spontaneamente canzone. Penso a questo album come ad una stanza, grande ma spoglia: dentro di essa, me stesso e l'altro me stesso. Ho fatto i conti con la mia realtà, con i pensieri di chi osa sfidare i propri difetti per migliorarsi. Da In due corpi ne traggo l'incomprensibilità verso chi si incolla, per non rischiare, ad una sola visione delle cose".
Ospiti d'eccezione ed una sezione d'archi sono tra i principali tasselli che vanno a comporre un'opera forte che ha visto la partecipazione di Luca Urbani (Soerba), Andy (Bluvertigo), Carmelo Pipitone (Marta sui tubi), Raffaella Destefano (Madreblu), Sarah (Diva Scarlet), Renè Delacroix (La Palude), straordinari musicisti della scena jazz italiana (Giampiero Virtuoso, Julian Olivier Mazzariello, Jerry Popolo e Tommaso Scannapieco) e l'intera famiglia artistica de La Fabbrica: Giorgio Consoli (Leitmotiv), David Merighi (Fragil Vida), Chiara Castello e Kole Laca (2Pigeons). r.co.

I Melt - Il nostro cuore a pezzi ***
I Melt sono una band vicentina con all'attivo una lunga militanza sui palchi italiani. Approdati alla Tempesta dischi nel 2006, Il nostro cuore a pezzi vede di nuovo alla produzione Giorgio Canali, così come fu per L’intonarumori. Il sesto album della band racconta storie di tutti i giorni, con un linguaggio semplice e disincatntato, non lontano dalla cifra stilistica dei Tre allegri ragazzi morti. La base del disco è un pop "nostrano" dove non mancano episodi eterogenei come Raccontami il tuo inverno, molto più rock, o La bella bambina con un testo davvero particolare. Da segnalare anche Non mordo più, chitarra e voce, scarna ma intensa, e Il nostro cuore a pezzi che dà anche il titolo all’album edè il pezzo che più si avvicina allo stile Tarm. Il disco nel complesso mi è piaciuto e l'ho trovato davvero godibile.
Marco Colombo