I Black Friday sanno il fatto loro. Basterebbe dire che la band è formata da soli due elementi ma che ciò che esce dalle casse travolge come un'onda anomala. O forse è sufficiente sapere che l'unico strumento che utilizzano è una chitarra acustica. Per la precisione, a utilizzarlo, quello strumento, è Adriano Viterbini, le cui capacità tecniche e il cui stile sopra le righe sono già noti ai seguaci dei Bud Spencer Blues Explosion, che personalmente ho avuto il piacere di ascoltare al Balla coi cinghiali 2010.
Li abbiamo ascoltati all'Arterìa di Bologna lo scorso 26 gennaio. Pochi minuti dopo la performance degli Spacca il silenzio, un cantautorato gentile e coinvolgente con cambi di intensità repentini, salgono sul palco il già citato chitarrista e Luca Sapio, voce dei Quintorigo. Le idee del power duo appaiono immediatamente molto chiare: il suono metallico delle sei corde accarezzate con vigore dal bottleneck di vetro indossato dal mignolo destro di Adriano e la voce rauca ma poderosa, un po' Ben Harper un po' Tom Waits, di Luca, evocano i fantasmi di leggende del blues. Ed ecco sfilare davanti a noi mostri sacri come Robert Johnson, Sam Cooke, James Carr, Charlie Patton, Son House, Blind Willie Johnson, reinterpretati nei loro brani storici con evidente devozione e rispetto, quasi con perizia filologica per quello che riguarda il suono e l'approccio, ma con elementi stilistici molto peculiari, soprattutto nell'uso della chitarra. Adriano infatti massacra le corde del suo strumento percuotendole e strappandole, facendolo urlare di un dolore e di una passione che sembrano appartenere al musicista stesso: le sue smorfie e il piede sinistro sbattuto con forza sul legno del palco sono solo ulteriori conferme del demonio che sembra possederlo. L'assenza di una base ritmica convenzionale non si fa per nulla sentire, anzi, difficilmente l'aggiunta di altri strumenti lascerebbe una tale libertà di espressione all'autarchico Bud Spencer's boy, tanto più che il tratto caratteristico del suo stile sono le frequenti variazioni ritmiche, sincopi, terzinati, controtempo, spesso veri e propri virtuosismi entusiasmanti che si ricongiungono ai canali del ritmo di base con perfetta sincronia. Tra le numerose cover di pezzi storici si inserisce di tanto in tanto un brano originale, che non tradisce l'impostazione scelta dal gruppo e si inserisce con coraggio tra pilastri del genere come John the revelator o A change is gonna come.
Dopo una decina di brani Luca fa partire una base di musica indiana e inizia a mostrare le sue capacità vocali, frutto evidente di approfonditi studi, simulando il suono di un didgeridoo, cantando su scale tipiche della musica indù e modulando la voce con rapidi movimenti della gola, come in una sorta di jodel. L'esibizione del cantante, forse un po' fine a se stessa, sfocia in uno spiritual che invoca il Signore in una preghiera appassionata. Il pezzo che segue raggiunge il climax del concerto: a un giro ipnotico di chitarra, interrotta di rado da rapidi turnover, si sovrappongono grida potenti e prolungate. Luca ha già salutato il pubblico, ma tutti si aspettano che suonino ancora qualche canzone, come da prassi, mentre il cantante scherza dichiarando che è la prima volta che concedono il bis. Parte una ballad struggente, che purtroppo subisce l'affronto immeritato del chiacchiericcio del pubblico probabilmente stanco. Il concerto si chiude col tono con cui era cominciato: un classico come Death letter blues è un arrivederci perfetto da parte dei due ragazzi che danno del tu al delta del Mississippi. Luca Manni
27 gennaio 2011
26 gennaio 2011
Paolo Conte premiato a Parigi
Parigi ha consegnato a Paolo Conte la "Grande medaille de Vermeil", la massima onorificenza della capitale, rendendogli omaggio come cittadino benemerito. Il vicesindaco Girard, ha ripercorso la carriera dello "chansonnier" piemontese, ricordando il suo legame con la Francia e Parigi e ha evidenziato il suo "fascino vulcanico" e la potenza della sua "silhouette". Lo chansonnier astigiano era nella capitale francese per due serate al Grand Rex che già da settimane segnavano il tutto esaurito. Ieri sera, il pubblico parigino ha salutato la performance del celebre avvocato di Asti con ripetute ovazioni e calorosi applausi a scena aperta. «Mi sembra che Parigi non mi abbia dimenticato e questa e la cosa più importante», ha detto Conte, rispondendo a una domanda al termine dello spettacolo. g.oc.
25 gennaio 2011
Patty Pravo, giovani e trasgressione per evitare la pensione
In attesa della partecipazione al prossimo Festival di Sanremo nella categoria "Big", Patty Pravo è in radio con il nuovo singolo Unisono che anticipa l’album di inediti (etichetta e distribuzione Carosello Records), la cui uscita è prevista il 16 febbraio, il giorno dopo l’avvio del Festival. Come è noto Patty ha chiamato con sè sul palco dell'Ariston Morgan, con il dichiarato intento di creare nel sonnolento pubblico del Festival un caso mediatico, vista la sua esclusione lo scorso anno per l'intervista in cui dichiarava di aver fatto uso di cocaina. Detto fatto. Se ne è parlato molto, anche in quelle trasmissioni spazzatura domenicali che fanno sì che la notizia ormai la conoscano anche le casalinghe di 70 anni...
Patty punta quindi sulla cosiddetta trasgressione e sulla collaborazione di giovani autori per "aggiornare" la propria proposta musicale.
Unisono, il primo inedito estratto, è stato scritto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro appositamente per Patty Pravo. È una canzone intensa e intima, che esalta ancora una volta l’anima passionale di una delle più grandi interpreti della musica italiana di ieri e di oggi. A questo, si aggiunge anche un testo profondo ed emozionante che contraddistingue la firma di uno dei più importanti autori contemporanei.
A Sanremo, dopo due anni di assenza, Patty Pravo torna (e sarà la sua ottava volta al Festival) con il brano Il vento e le rose. Il suo esordio sanremese è stato nel 1970 con il brano La spada nel cuore, ha vinto 3 volte il Premio della Critica (tra cui quello per il brano ...E dimmi che non vuoi morire, scritta da Vasco Rossi nel 1997) e nel 2009 il Premio AFI per il brano E io verrò un giorno là. g.oc.
Unisono, il primo inedito estratto, è stato scritto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro appositamente per Patty Pravo. È una canzone intensa e intima, che esalta ancora una volta l’anima passionale di una delle più grandi interpreti della musica italiana di ieri e di oggi. A questo, si aggiunge anche un testo profondo ed emozionante che contraddistingue la firma di uno dei più importanti autori contemporanei.
A Sanremo, dopo due anni di assenza, Patty Pravo torna (e sarà la sua ottava volta al Festival) con il brano Il vento e le rose. Il suo esordio sanremese è stato nel 1970 con il brano La spada nel cuore, ha vinto 3 volte il Premio della Critica (tra cui quello per il brano ...E dimmi che non vuoi morire, scritta da Vasco Rossi nel 1997) e nel 2009 il Premio AFI per il brano E io verrò un giorno là. g.oc.
24 gennaio 2011
Pineda, il ritorno (alla batteria) di Umberto Giardini
Volevo evitare di dare questa notizia (nota da diverse settimane) per non alimentare una sorta di effetto nostalgua... ma visto che tutti i siti musicali la danno, accodiamoci pure noi.
A febbraio Umberto Giardini esordirà discograficamente come batterista nei Pineda, nuovo progetto esclusivamente strumentale con sonorità post-rock e prog primi anni '70 (di stampo doorsiano). Lo stesso Umberto ha spiegato che sarà realizzato un disco di sei tracce e nel mese di giugno partirà (meglio dire dovrebbe partire) un tour a supporto del disco.
Il trio sarà composto oltre che da Umberto, anche da Marco Marzo Maracas alle chitarre e da Floriano Bocchino al piano Rhodes, entrambi i musicisti avevano contribuito all'ultimo tour di Moltheni, che lo scorso anno aveva regalato ai suoi fan Ingrediente novus un best con una selezione di canzoni di 10 anni di carriera, completamente riarrangiate. r.co.
A febbraio Umberto Giardini esordirà discograficamente come batterista nei Pineda, nuovo progetto esclusivamente strumentale con sonorità post-rock e prog primi anni '70 (di stampo doorsiano). Lo stesso Umberto ha spiegato che sarà realizzato un disco di sei tracce e nel mese di giugno partirà (meglio dire dovrebbe partire) un tour a supporto del disco.
Il trio sarà composto oltre che da Umberto, anche da Marco Marzo Maracas alle chitarre e da Floriano Bocchino al piano Rhodes, entrambi i musicisti avevano contribuito all'ultimo tour di Moltheni, che lo scorso anno aveva regalato ai suoi fan Ingrediente novus un best con una selezione di canzoni di 10 anni di carriera, completamente riarrangiate. r.co.
23 gennaio 2011
Una luna mai così arancione spunta tra le colline, ecco Wow ponderoso nuovo disco dei Verdena
Beati i Verdena che possono permettersi di realizzare un doppio disco -27 tracce- ostico, poco godibile e diversissimo da tutti i loro precedenti lavori, che già avevano segnato una continua evoluzione sonora. Wow merita quindi un approccio graduale, onde evitare grida al capolavoro, così come incaute stroncature.
In promo luogo va ricordato che questi tre anni di silenzio discografico (mica un'eternità infondo) sono stati caratterizzati dalla nascita del figlio del front-man della formazione, Alberto, elemento che a mio avviso ha smorzato non poco l'inquietudine di fondo che da sempre aveva caratterizzato le loro canzoni. Una serenità che si coglie già dalla copertina, inaspettatamente bianca.
I Verdena si sono concentrati nella creazione del nuovo disco nella sala di registrazione ai piedi del monte Misma nel loro Henhouse Studio (quelli che sanno sempre tutto, di solito, a questo punto, dicono anche che era un ex-pollaio, ndr), lavorando con un approccio differente dal solito: Alberto per la prima volta ha deciso di suonare anche il pianoforte e le tastiere, sperimentando una nuova modalità compositiva. Inoltre, il leader non si è accontentato di cantare le parti soliste (peraltro sempre registrate piuttosto basse, come se la voce fosse infondo uno strumento tra i tanti) ma si è dedicato con particolare perizia a tutti i cori, creando delle seconde voci e delle armonie che rappresentano un'ulteriore novità rispetto alla discografia passata.
La psichedelia la fa da padrona incontrastata in entrambi i dischi, dove le tracce sono state adeguatamente mescolate, evitando di creare un cd elettrico ed uno più sommesso.
I riferimenti (e anche le citazioni) sono numerosi. Mi limito a citare i Sonic Youth e i Motorpsyco, più per attitudine che per un'effettiva somiglianza sonora. Tra gli italiani mi piace invece accostarli a progetti come Moltheni o i Massimo Volume, sempre per un discorso di genuinità della proposta, piuttosto che a "grandi calibri" come Afterhours o Marlene Kuntz, più poser o aspiranti intellettuali.
La psichedelia la fa da padrona incontrastata in entrambi i dischi, dove le tracce sono state adeguatamente mescolate, evitando di creare un cd elettrico ed uno più sommesso.
I riferimenti (e anche le citazioni) sono numerosi. Mi limito a citare i Sonic Youth e i Motorpsyco, più per attitudine che per un'effettiva somiglianza sonora. Tra gli italiani mi piace invece accostarli a progetti come Moltheni o i Massimo Volume, sempre per un discorso di genuinità della proposta, piuttosto che a "grandi calibri" come Afterhours o Marlene Kuntz, più poser o aspiranti intellettuali.
Le canzonidi Alberto e soci sono sempre state "viaggesche" (perdonate il neologismo) capaci di creare trasporto e magnifiche suggestioni. E la magia si ripete decisamente anche in Wow. Il viaggio si è solo fatto un poco più raffinato: le chitarre graffianti ora hanno lasciato un po' di spazio alla morbidezza del piano.
I testi rappresentano invece una nota di debolezza: le metafore che sapevano creare immagini meravigliose nella mente di chi ascolta paiono in questo disco un poco stemperate, forse però ne guadagna la semplicità e l'immediatezza del messaggio.
L'estate scorsa andai ad un concerto a Bottanuco, vicino Bergamo, e incontrai Alberto seduto nel prato vicino al palco. Parlammo della luna mai così arancione spuntata tra le colline, infondo la stessa semplicità di quelle poche parole ritorna anche nel disco, dove la band bergamasca propone esattamente quello che vuole, senza facili strizzate d'occhio al mercato o a sonorità modaiole. Così i testi parlano dell'aria in spiaggia, del sole e di un pomeriggio apparentemente azzurro, di corse a per di fiato...
L'estate scorsa andai ad un concerto a Bottanuco, vicino Bergamo, e incontrai Alberto seduto nel prato vicino al palco. Parlammo della luna mai così arancione spuntata tra le colline, infondo la stessa semplicità di quelle poche parole ritorna anche nel disco, dove la band bergamasca propone esattamente quello che vuole, senza facili strizzate d'occhio al mercato o a sonorità modaiole. Così i testi parlano dell'aria in spiaggia, del sole e di un pomeriggio apparentemente azzurro, di corse a per di fiato...
Credo che questo disco non venderà molte copie: piacerà di sicuro ai tanti che conoscono già la band, ma non attirerà nugoli di ragazzini che si affollano per gli Interpol o i Franz Ferdinand.
Tra gli espisodi migliori: Loniterp, Sorriso in spiaggia Parte I (bella l'idea di proporre canzoni in due parti come fu per gli ep legati a Solo un grande sasso), Nuova luce.
Proprio in questi giorni è in partenza il tour che vedrà Alberto, Luca e Roberta affiancati da un quarto elemento, Omid: musicista e cantante di alcune band lombarde che il trio di Albino ha fortemente voluto con sè per il tour. In attesa del live, Wow avrà tempo di sedimentarsi e di crescere, come sempre avviene per i dischi dei Verdena, nel mio gradimento personale. Roberto Conti
22 gennaio 2011
Atmosfere metropolitane per Cristina Donà, il nuovo disco scritto con Saverio Lanza nei negozi da lunedì
La città e l’individuo, in un dialogo serrato tra spazio ed esperienze intime.
Messa da parte la natura e le metafore a essa ispirate, è la realtà metropolitana a fare irruzione nella poetica di Cristina Donà. Con Torno a casa a piedi (nei negozi di dischi dal 25 gennaio per Emi Music Italy) la cantautrice di Rho ingloba palazzi, marciapiedi, bar, periferie e schizofrenia d’un modo in movimento per antonomasia in strutture musicali cesellate a quattro mani con Saverio Lanza.
«I colori di questo disco - ha spiegato l’artista - sono nella musica. Ne sapevo poco del mondo musicale di Saverio Lanza, ma la sua cultura e il suo approccio alla musica erano quello che cercavo».
Nel nuovo album, dunque, c’è il riflesso di esistenze comuni, tanto nell’accezione collettiva della condivisione di ciò che si vive, o si può vivere, in quanto uomini; tanto nella declinazione che evoca la normalità di un trascorso quotidiano.
«Con questo album - ha detto la Donà - torna molto presente la città dopo aver avuto bisogno di raccontare alcune cose attraverso metafore della natura. Ora, invece, sono tornati alcuni ricordi che riguardano la vita urbana, alcune sfumature della quotidianità che sono più reali inseriti in un contesto urbano». Mai protagonista, la città si adatta a sfondo partecipe del sentire personale (decisamente schizofrenico in Giapponese, irrequieto in Acquilone), dei gesti quotidiani - che talvolta sono Miracoli, ovvero normalità che creano eventi straordinari - dei piccoli eventi che possono arrivare in qualsiasi momento, come una partenza (che è fuga da una situazione e da una periferia in In un soffio, o la ricerca di uno scampolo proprio di autonomia e libertà che equivale ad un nuovo punto di vista (Torno a casa a piedi). C’è spazio pure per un inno all’amore (Più forte del fuoco), per un sofisticato racconto del legame madre-figlio (Bimbo dal sonno leggero) e la critica alla presunzione di chi ha sempre le idee chiare (Tutti che sanno cosa dire).
«Ogni volta che faccio un disco - ha spiegato la cantante - penso che sia l’ultimo e mi chiedo cos’è che voglio lasciare. Ecco, anche in questo c’è quello che vorrei lasciare ai posteri».
Una riflessione in punta di note, appunto, condotta come lei stessa ha spiegato «con leggerezza e ironia», per creare un percorso della vita per istantanee.
Città raccontata e città da visitare quando, da marzo, partirà il tour che porterà l’artista soprattutto in contesti teatrali. Un piccolo anticipo a Milano (il 25 gennaio), Roma (27 gennaio), Verona (30 gennaio) e Torino (5 febbraio), quando Cristina Donà presenterà il disco in una serie di incontri con set acustico. g.oc.
20 gennaio 2011
Da lunedì in radio il nuovo singolo dei Rem che anticipa "Collpase into now"
Sarà in radio dalle 13.00 di lunedì 24 gennaio, Berlin, il singolo che anticiperà il nuovo album dei R.e.m. Collapse into now, in uscita l’8 marzo. Michael Stipe, Peter Buck e Mike Mills si sono riuniti al produttore Jacknife Lee, già vincitore di numerosi Grammy e che aveva prodotto anche il precedente Accelerate. I R.e.m. e Lee hanno registrato il nuovo album negli studi Music Shed di New Orleans e nei famosi Hansa Studios di Berlino, dove hanno preso vita album leggendari come Heroes di David Bowie, Achtung Baby degli U2 e Lust for life di Iggy Pop. Collapse into now vede la collaborazione di artisti come Patti Smith, il chitarrista Lenny Kaye, Peaches, Eddie Vedder e il frontman degli Hidden Cameras Joel Gibb.
18 gennaio 2011
Il Canada censura (25 anni dopo) i Dire Straits, irrispettosi verso i gay
Con "soli" 25 anni di ritardo, l'Authority per le trasmissioni radiotelevisive canadese ha deciso di mettere al bando Money for nothing, successo planetario dei Dire Straits che conteneva nel testo la parola "faggot", termine poco gentile per definire un omosessuale in voga negli anni Ottanta.
In realtà la canzone - scritta da Mark Knopfler insieme a Sting - riporta in prima persona il discorso di un fattorino (che nel video, anch'esso di grande successo, consegna elettrodomestici commentando le immagini della band che suona) nel quale si critica la bella vita delle rockstar ("Soldi per non fare niente", appunto) infarcito di espressioni colloquiali quali quella sotto esame. I fan dei Dire Straits (scioltisi definitivamente nel 1995) hanno tempestato di lettere l'authority e tre stazioni radio canadesi hanno trasmesso la canzone ininterrottamente per un'ora. g.oc.
17 gennaio 2011
I più venduti del 2010? I soliti noti (ovvero Vasco&Liga) e i reduci dai talent
E' buona cosa non perdere mai d'occhio i dati delle vendite dei dischi. Ecco quindi un comunicato della Fimi che sunteggia i risultati del 2010. Oltre ai fuoriusciti dai talent, come da tradizione sono ai vertici Ligabue, Vasco e Zucchero, Jovanotti c'è, ma solo nei singoli. Lady Gaga e Shakira sembrano quasi "rinfrescanti" alternative...
"Sono Ligabue e Shakira i dominatori delle classifiche di vendita del 2010, rispettivamente negli album con “Arrivederci Mostro” e nei singoli più scaricati dal web con “Waka Waka”. Negli album domina la musica italiana con nove artisti su dieci tra i quali quattro nuovi talenti emergenti.Dopo Ligabue, la classifica vede Emma, Antonacci, Carone, Amoroso, Zucchero, Negramaro. Dopo l’ottavo posto di Lady Gaga, unica artista internazionale nei primi dieci, chiudono al nono e al decimo posto Mengoni e Vasco Rossi, con Tracks 2 uscito nel 2009, confermando così un’annata fortissima per la musica italiana, sia tra gli artisti consolidati, sia tra i nuovi talenti, con quattro artisti apparsi sul mercato discografico per la prima volta in poco più di un anno ed entrati in top ten. Nei singoli dopo Shakira, sono Jovanotti e Kesha a conquistare il podio. Tra le compilation si piazza al vertice SuperSanremo 2010 mentre tra i DVD musicali That’s it is di Michael Jackson".
"Sono Ligabue e Shakira i dominatori delle classifiche di vendita del 2010, rispettivamente negli album con “Arrivederci Mostro” e nei singoli più scaricati dal web con “Waka Waka”. Negli album domina la musica italiana con nove artisti su dieci tra i quali quattro nuovi talenti emergenti.Dopo Ligabue, la classifica vede Emma, Antonacci, Carone, Amoroso, Zucchero, Negramaro. Dopo l’ottavo posto di Lady Gaga, unica artista internazionale nei primi dieci, chiudono al nono e al decimo posto Mengoni e Vasco Rossi, con Tracks 2 uscito nel 2009, confermando così un’annata fortissima per la musica italiana, sia tra gli artisti consolidati, sia tra i nuovi talenti, con quattro artisti apparsi sul mercato discografico per la prima volta in poco più di un anno ed entrati in top ten. Nei singoli dopo Shakira, sono Jovanotti e Kesha a conquistare il podio. Tra le compilation si piazza al vertice SuperSanremo 2010 mentre tra i DVD musicali That’s it is di Michael Jackson".
16 gennaio 2011
Le nostre scommesse per il 2011, Maria Lapi e Colore perfetto
Dopo aver pubblicato nel 2008 il singolo Luna nascente, Maria Lapi esordisce discograficamente con il suo primo album di inediti dal titolo Ignote melodie. L'album, che racchiude dieci brani più il singolo del 2008 come bonus track, è stato scritto dalla stessa Lapi in collaborazione con Cristiano Bacherotti e vede gli arrangiamenti a cura di Francesco Mantero & Band (Lele Palimento al basso, Matteo Giudici alle chitarre, Simone Bollini al pianoforte e tastiere e Cristiano Bacherotti alla batteria). La sua proposta musicale prevede un pop raffinatissimo, capace di creare ottimi momenti di suggestione. La colonna sonora per un romantico aperitivo o per una nottata alla guida dell'auto quando piove.
Nel labirinto del panorama musicale italiano, Maria trova la chiave giusta con un disco che sa conquistare, esercitando l'antica arte dell'interpretazione. L'autrice milanese si è messa in gioco con i mezzi consentiti agli artisti puri, con l'abilità vocale e con la ricerca di pezzi d'impatto: bisogna dunque tenerla d'acconto. Cantanti come lei sono merce rara (potrebbero diventare come i panda). Tra i brani da segnalare: Mani, Come il tempo, Lezioni di retorica. Roberto Conti
Uscirà nel mese di febbraio il secondo disco dei Colore perfetto, L'illusione del controllo. Cresciuta sotto l'ala proterrice di Umberto Giardini (Moltheni), ora la band perugina prova a volare da sola, e lo fa con un disco che ha recepito a meraviglia le lezioni di tanti personaggi della cosiddetta scena indie. Sono infatti numerosi i riferimenti musicali che si colgono qua e là nel disco: Paolo Benvegnù, Marlene Kuntz (Nella mia mente), i Verdena più romantici e sommessi (Brucia). Rispetto a Il debutto, che peraltro rappresentava un disco d'esordio meraviglioso (mi rammarico di aver perduto la custodia, ndr), si registra una notevole maturazione sonora, specie a livello strumentale e melodica. Impercettibile, ad esempio, è costruita a meraviglia sul tema dell'"io", cullato da sinusoidi di chitarre dolcissime, fino all'ingresso, nel ritornello, di un vibrafono (strumento che andrebbe maggiormente valorizzato) che sa regalare maggiore incisività in un brano improntato alla delicatezza.
Non mancano episodi più cupi, Come un'ombra o la ritmata Nella mia mente, dove il cantato in falsetto assomiglia al primo Maz Gazzè di Raduni ovali o Cerchi concentrici.
A livello testuale non mancano le sorprese, positivissime naturalmente, a quanto pare il lungo tour con Moltheni ha dato ampi frutti... Ma evito di raccontarvi tutto, sperando di avervi ingolosito all'acquisto.
Completa un disco, che merita di essere ascoltato nel suo insieme, una strumentale di una decina di minuti. Goduria interminabile... Roberto Conti
Nel labirinto del panorama musicale italiano, Maria trova la chiave giusta con un disco che sa conquistare, esercitando l'antica arte dell'interpretazione. L'autrice milanese si è messa in gioco con i mezzi consentiti agli artisti puri, con l'abilità vocale e con la ricerca di pezzi d'impatto: bisogna dunque tenerla d'acconto. Cantanti come lei sono merce rara (potrebbero diventare come i panda). Tra i brani da segnalare: Mani, Come il tempo, Lezioni di retorica. Roberto Conti
Uscirà nel mese di febbraio il secondo disco dei Colore perfetto, L'illusione del controllo. Cresciuta sotto l'ala proterrice di Umberto Giardini (Moltheni), ora la band perugina prova a volare da sola, e lo fa con un disco che ha recepito a meraviglia le lezioni di tanti personaggi della cosiddetta scena indie. Sono infatti numerosi i riferimenti musicali che si colgono qua e là nel disco: Paolo Benvegnù, Marlene Kuntz (Nella mia mente), i Verdena più romantici e sommessi (Brucia). Rispetto a Il debutto, che peraltro rappresentava un disco d'esordio meraviglioso (mi rammarico di aver perduto la custodia, ndr), si registra una notevole maturazione sonora, specie a livello strumentale e melodica. Impercettibile, ad esempio, è costruita a meraviglia sul tema dell'"io", cullato da sinusoidi di chitarre dolcissime, fino all'ingresso, nel ritornello, di un vibrafono (strumento che andrebbe maggiormente valorizzato) che sa regalare maggiore incisività in un brano improntato alla delicatezza.
Non mancano episodi più cupi, Come un'ombra o la ritmata Nella mia mente, dove il cantato in falsetto assomiglia al primo Maz Gazzè di Raduni ovali o Cerchi concentrici.
A livello testuale non mancano le sorprese, positivissime naturalmente, a quanto pare il lungo tour con Moltheni ha dato ampi frutti... Ma evito di raccontarvi tutto, sperando di avervi ingolosito all'acquisto.
Completa un disco, che merita di essere ascoltato nel suo insieme, una strumentale di una decina di minuti. Goduria interminabile... Roberto Conti
15 gennaio 2011
Massimo Forestello firma il clip per lanciare Provincia cronica
Il regista torinese Massimo Forestello ha curato le riprese e il e montaggio del videoclip legato al libro "Sono qui. Undici racconti di provincia cronica". Si tratta di una evocativa storia per immagini che prendendo spunto dai racconti contenuti nell'antologia li lega in un ideale filo conduttore. La provincia ne risulta assoluta protagonista con i suoi luoghi e i suoi abitanti che diventano inconsapevoli attori del clip girato nelle campagne torinesi.
Le musiche originali del video sono state composte da Maria Messina, il coordinamento è di Corrado Trione, che compare peraltro all'interno del filmato.
Il bando della terza edizione del premio letterario "Provincia cronica" è ancora aperto (la scadenza è il 1 maggio 2011). Anche quest'anno i migliori racconti partecipanti saranno raccolti in una pubblicazione che sarà presentata al Festival "Balla coi cinghiali" di Bardineto che si svolgerà dal 17 al 20 agosto. In quel contesto avverrà anche la premiazione dei primi classificati della sezione "racconti" e di quella "poesia". Il bando per partecipare è disponibile al seguente link.
Le musiche originali del video sono state composte da Maria Messina, il coordinamento è di Corrado Trione, che compare peraltro all'interno del filmato.
Il bando della terza edizione del premio letterario "Provincia cronica" è ancora aperto (la scadenza è il 1 maggio 2011). Anche quest'anno i migliori racconti partecipanti saranno raccolti in una pubblicazione che sarà presentata al Festival "Balla coi cinghiali" di Bardineto che si svolgerà dal 17 al 20 agosto. In quel contesto avverrà anche la premiazione dei primi classificati della sezione "racconti" e di quella "poesia". Il bando per partecipare è disponibile al seguente link.
10 gennaio 2011
'Ascolti emergenti' di gennaio, prima parte
Sleepdriver - Frozen Fireworks in a star lit sky ***
Mario Mastroianni, in arte Sleepdriver, ci manda questo suo lavoro intitolato Frozen Fireworks in a star lit sky, un doppio cd. Mario ha 26 anni ed è di Roma e come leggiamo nella sua presentazione suona della new wave/progressive con qualche tocco di jazz e musica classica qua e là, ispirato soprattutto a David Bowie, David Sylvian, Alphaville, Duran Duran, The Associates e tanti altri... Ascoltando il doppio cd effettivamente si sentono tutte queste influenze.
Mario Mastroianni, in arte Sleepdriver, ci manda questo suo lavoro intitolato Frozen Fireworks in a star lit sky, un doppio cd. Mario ha 26 anni ed è di Roma e come leggiamo nella sua presentazione suona della new wave/progressive con qualche tocco di jazz e musica classica qua e là, ispirato soprattutto a David Bowie, David Sylvian, Alphaville, Duran Duran, The Associates e tanti altri... Ascoltando il doppio cd effettivamente si sentono tutte queste influenze.
Pur con i limiti dell’autoproduzione, questo disco è risultato godibile, essendo anch'io un amante della new wave e della musica anni 80. Tra i pezzi che mi sono piaciuti di più Spread the word, The cyborg e The world is on fire. Sperando in una produzione futura che possa donare più cura alla musica di Sleepdriver, non possiamo altro che fare i complimenti a Mario e dargli tre *. Marco Colombo
Gli Acidi - Anna Rosa ep *
Questo ep è composto da un paio di brani dalle sonorità punk rock con richiami agli Anni Sessanta e Settanta. Testi scontati del tipo "sei bella ma pericolosa, sai pungermi come una rosa... lascia fare a me, io ti pianterò, se non mi farò del male"... segue un "oh yeah" che fa perdere da solo una stelletta a questo ep. Nella nota stampa si legge che il live è la dimensione migliore del gruppo, nel quale propongono anche alcune cover come Una ragazza in due dei Giganti. Mi auguro abbiano molti amici che non si stanchino di andarli ad ascoltare. r.co./m.c.
Questo ep è composto da un paio di brani dalle sonorità punk rock con richiami agli Anni Sessanta e Settanta. Testi scontati del tipo "sei bella ma pericolosa, sai pungermi come una rosa... lascia fare a me, io ti pianterò, se non mi farò del male"... segue un "oh yeah" che fa perdere da solo una stelletta a questo ep. Nella nota stampa si legge che il live è la dimensione migliore del gruppo, nel quale propongono anche alcune cover come Una ragazza in due dei Giganti. Mi auguro abbiano molti amici che non si stanchino di andarli ad ascoltare. r.co./m.c.
Underground railroad - Moving the mountain ***
Gli Underground railroad hanno sicuramente imparato bene la lezione del rock anni 70 di Led Zeppelin e Deep Purple. Attraverso il solito power trio composto da chitarra, basso e batteria ci propinano quel rock psichedelico di quei ruggenti anni. Belli i riff di chitarra e anche nelle ballad i Moving the mountain mantengono inalterato lo stile e le sonorità.
Anche i testi alternano, come leggiamo nella loro Bio, "istintive reazioni alla realtà circostante gettate in viso con violenza, a momenti più riflessivi in cui lo sguardo volge alla realtà interiore e personale". 12 tracce intrise dunque di quel rock-blues che infondo anche io amo e quindi non posso apprezzare. Marco Colombo
Gli Underground railroad hanno sicuramente imparato bene la lezione del rock anni 70 di Led Zeppelin e Deep Purple. Attraverso il solito power trio composto da chitarra, basso e batteria ci propinano quel rock psichedelico di quei ruggenti anni. Belli i riff di chitarra e anche nelle ballad i Moving the mountain mantengono inalterato lo stile e le sonorità.
Anche i testi alternano, come leggiamo nella loro Bio, "istintive reazioni alla realtà circostante gettate in viso con violenza, a momenti più riflessivi in cui lo sguardo volge alla realtà interiore e personale". 12 tracce intrise dunque di quel rock-blues che infondo anche io amo e quindi non posso apprezzare. Marco Colombo
Codeina - Quore**
Originale e divertete la presentazione dei Codeina che accompagna il cd Quore, primo lavoro della Band. Mattia Galimberti (voce e chitarra), Emanuele Delfanti (basso e cori) ed Emiliano Maggioni (batteria e percussioni) arrivano da Arcore. Il loro disco risente certamente di influenze grunge e hard rock, ma non mi ha convinto pienamente poichè attinge troppo a piene mani a sonorità inflazionate, soprattutto metal rock. Anche la vena creativa non mi è sembrata delle migliori, tranne che nel brano La eco, davvero originale, che mi ha ricordato qualcosa dei Verdena e che spero sia la strada che i Codeina percorreranno per staccarsi da quel filone metal-rock che personalmente ritengo non adatto a loro. Marco Colombo
Originale e divertete la presentazione dei Codeina che accompagna il cd Quore, primo lavoro della Band. Mattia Galimberti (voce e chitarra), Emanuele Delfanti (basso e cori) ed Emiliano Maggioni (batteria e percussioni) arrivano da Arcore. Il loro disco risente certamente di influenze grunge e hard rock, ma non mi ha convinto pienamente poichè attinge troppo a piene mani a sonorità inflazionate, soprattutto metal rock. Anche la vena creativa non mi è sembrata delle migliori, tranne che nel brano La eco, davvero originale, che mi ha ricordato qualcosa dei Verdena e che spero sia la strada che i Codeina percorreranno per staccarsi da quel filone metal-rock che personalmente ritengo non adatto a loro. Marco Colombo
Gesamtkunstwerk - Held der arbeit
Ascoltando questo ep dei GKW ci siamo imbattutti nella classica elettronica anni 80 con puntate all’electro pop più moderno. Tra i loro riferimenti più prossimi ci sono anche band come Air, Radiohead e Broken socila scene. Non sono personalmente nè un amante nè un esperto di electro pop e quindi mi asterrò da dare un voto al disco. A voi l’ascolto.
Tra i brani mi è piaciuto molto La merda a lu cervello davvero molto ballabile, con la voce distorta in stile Subsonica. m.c.
Ascoltando questo ep dei GKW ci siamo imbattutti nella classica elettronica anni 80 con puntate all’electro pop più moderno. Tra i loro riferimenti più prossimi ci sono anche band come Air, Radiohead e Broken socila scene. Non sono personalmente nè un amante nè un esperto di electro pop e quindi mi asterrò da dare un voto al disco. A voi l’ascolto.
Tra i brani mi è piaciuto molto La merda a lu cervello davvero molto ballabile, con la voce distorta in stile Subsonica. m.c.
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