Spiazzare e stupire chi ascolta. Probabilmente è questo l'intento numero uno dei Porcupine Tree, band di riferimento degli Anni Novanta che suo malgrado ha ottnuto l'etichetta di portare la pesante eredità del Pink Floyd. I riconosciuti maestri del prog-pop artistico, si cimentano in un doppio album, The Incident: il primo cd contiene la title-track che si rivela essere un’unica suite divisa in quindici parti, il secondo risulta invece composto da "sole" quattro tracce. Il sound dei Porcupine Tree non si discosta troppo dall’ultimo lavoro, è invece piuttosto diverso l’approccio alla costruzione dei brani. La lunga suite è un artificio già noto e ripescato da una decina di anni fa, era infatti stata proposta in Voyager 34 del 2000. Anche il secondo disco, con il brano Flicker e i suoi 20 minuti di durata, fa consigliare questo lavoro ad un ascoltatore già preparato, che sapendo bene a cosa va incontro, potrebbe irrobistire l'amore per una band che non ha bisogno di ulteriori elogi, invece di disamorarsene in fretta, come potrebbe accadere ad un neofita.
Zen circus - Andate tutti affanculo
Nella copertina gli Zen circus davanti al cosiddetto Colosseo quadrato (monumento abusatissimo anche nei video musicali, all'Eur a Roma) invitano ad andare tutti in quel posto... Il titolo è una chiara dichiarazione di intenti? Agli ascoltatori l'ardua sentenza... La band toscana con questo bel disco si conferma una delle più interessanti realtà di inizio secolo. Il trio sembra fatto apposta per suonare ad una di quelle belle feste dell'unità che c'erano una volta, in Emilia o in Toscana, mica qui dove viviamo noi, che le feste dell'unità non ci sono mai state... La loro musica affonda le mani in un folk da osteria non scontato, mischiato a vene punk e a tanta voglia di suonare che trasuda da ogni nota. Gli Zen circus in questo apprezzabile disco parlano di storie di sconfitta, rancore, felicità, pochezza. Una sorta di compilation da anti-oratorio (la definizione l'ho attinta da un'altra recensione, ma mi piaceva moltissimo) fatta da testi immediati ma non scontati, e da musiche potenti e coinvolgenti ballate.
Mario Venuti - Recidivo
Il nuovo cd di Mario Venuti, Recidivo, ha dignità di parola tra i dischi usciti nel 2009. Venuti ha un suo pubblico, che ancora una volta apprezzerà la proposta di Mario, un interessante viaggio musicale volto all'esplorazione dei sentimenti. Un viaggio che parte della Sicilia, la terra natìa di Mario, sempre ben presente nei riferimenti all'interno del disco, tocca Londra e Milano, città tra le quali questo lavoro è stato registrato. I riferimenti alla Sicilia e a Catania, tornano anche nelle collaborazioni, di cui il disco è ricco: oltre a quella con Cesare Cremonini, in Un cuore giovane, infatti, sono presenti anche quella con Carmen Consoli, in La vita come viene, e con Franco Battiato, che dà vita alla suggestiva Spleen#132. Catania e la riviera del Ciclope in questa fine 2009 tornano protagonisti e Venuti dice la propria a voce alta.
Giuliano Dottori - Temporali e rivoluzioni
Se volete farvi un regalo da ascoltare in quelle giornate un po' buie che segnano la fine dell'anno, scegliete Temporali e rivoluzioni, il secondo disco di Giuliano Dottori. Cantautore raffinato in grado di toccare le corde dei sentimenti come pochi altri. Il suo esordio nel 2007 con l'album Lucida è stato uno splendido inizio, poi le esperienze come chitarrista con gli Amor Fou e AtleticoDefina hanno affinato la maturità di un artista che dimostra con questo nuovo lavoro di essere in grado di camminare con gambe solide. Testi amari e a tratti disincantati, morbide ballate e brani più rabbiosi segnano un disco piacevole nella sua intierezza. Tra i brani da segnalare di sicuro Catene e gioie fragili e quell'Inno nazionale del mio isolato che ho personalmente interpretato come una sorta di dedica alla cosiddetta scena musicale indipendente italiana, con un'invito a non prendersi troppo sul serio...
a cura di Roberto Conti e Giovanna Oceania