Casey Chandler, di Austin (Texas), è Galapaghost: un
cantautore di nuova generazione figlio della migliore tradizione folk, le cui
influenze spaziano da nomi storici (Simon & Garfunkel, Neil Young) ad
artisti recenti (Midlake, Espers). Il produttore Ru Catania, dell'etichetta
Lady Lovely, l'ha scoperto nel 2010 grazie al singolo Never heard nothin', che all'epoca girava in rete raccogliendo
sessantamila ascolti. L'incontro tra i due ha dato luogo all'album d'esordio Runnin', del 2011, e nel tour
promozionale Galapaghost era accompagnato da una nostra vecchia conoscenza:
Federico Puttilli dei Nadàr solo. Il sodalizio tra Galapaghost, Ru Catania e
Federico Puttilli prosegue anche nel nuovo album, intitolato Dandelion, recentemente uscito per
l'etichetta Lady Lovely, con distribuzione Audioglobe.
Com'è questo disco? E' presto detto: arrivati alla seconda
traccia (la magica Under the willow tree)
non riusciamo a credere che il resto dell'album possa proseguire su quei
livelli. E invece sì. E bisogna rendere onore anche a Puttilli poiché in due
brani, Trembling happiness e Let your heart be, c'è anche la sua
firma. Insomma, c'è un po' di Italia in questo disco. Non solo per la presenza
di Puttilli, ma anche perché lo studio in cui è stata effettuata la
registrazione, di proprietà dell'etichetta Lady Lovely, si trova a Pomaretto,
in provincia di Torino.
Dagli esperti del settore, Galapaghost è stato subito
paragonato a tanti nomi illustri: Devendra Banhart, Donovan, Cat Stevens, James
Taylor, Al Stewart. Niente di nuovo, in apparenza: ogni tanto accade che si
facciano questi paragoni. Ma in realtà il caso di Chandler è diverso da molti
precedenti: le potenzialità per arrivare ai livelli dei nomi citati ce le ha
davvero. Non è solo un imitatore o una brutta copia.
Perché per interpretare in modo convincente un folk innovativo
dai ritmi sostenuti, come quello di I'm a
zombie for you!, quarta traccia dell'album, ci vuole una personalità che
non è da tutti. Per un brano soffice come Dandelion
ci vuole delicatezza, oltre che grande maestria. Ed è parecchio fuori dalle
righe anche Vermin, con dei toni da
oscuro blues dei Led Zeppelin, mentre in Smile
c'è spazio per le chitarre distorte, usate con parsimonia ma sempre al momento
giusto.
Il livello rimane elevatissimo anche verso la fine, con la
toccante Trembling happiness, e si
alleggerisce per qualche istante solo nel finale, con Goodnight moon, per dare all'ascoltatore il tempo di uscire
lentamente dalle atmosfere del disco e tornare dolcemente alla vita normale.
Anche se non siamo più negli anni '70, c'è ancora spazio per
il folk della grande tradizione americana, e sicuramente sentiremo parlare
(bene) di Galapaghost in futuro.
Per adesso teniamoci stretto questo Dandelion, che è una perla rarissima. Marco Maresca
Tracklist:
1. Rosie
2. Under
the willow tree
3. Let your
heart be
4. I'm a
zombie for you!
5.
Dandelion
6. Vermin
7. Smile
8. Isabelle
9.
Trembling happiness
10. Solemn
11.
Goodnight moon
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