Quando ci si ritrova tra le mani un album con una copertina
come quella di Scusate per il sangue (UKdivision
/ distribuzione Andromeda), è impossibile resistere alla tentazione di scartare
immediatamente l'involucro di plastica, tirare fuori il cd ed ascoltarlo a
tutto volume. La macabra parata militare dell'artwork, infatti, raduna tutti
insieme in una volta sola Obama, Berlusconi, Gheddafi e l'ex-papa Ratzinger. Un
bel siparietto nel quale rientrano anche carri armati, missili, teschi,
sofferenza, dollari e pozzi di petrolio. Tutto questo, e molto di più, si
ritrova infatti pienamente nei testi scritti dai Tempesta, band heavy metal
proveniente da Grado, in provincia di Gorizia, attiva dal 1992 ma che solo da
poco tempo ha deciso di passare al cantato in italiano. Una scelta che premia e
va premiata: la lingua nativa risulta molto efficace in un album così ricco di
contenuti forti. Si parla di come le notizie importanti vengano messe in
secondo piano (Crollerà il cielo), di
come la Storia venga cambiata per far crescere generazioni di futuri elettori (I cani del padrone), di privacy alla
quale si è sistematicamente abituati a rinunciare (Non siamo numeri) e di come la Chiesa nasconda i suoi crimini (Mentre tu dormi). Ma c'è spazio anche
per argomenti ancora più scomodi quali l'eutanasia (Sparami sul viso), l'odio radicato nella nostra cultura (Radici nel cemento) e la paura della
diversità che ci mantiene bloccati ed incapaci di cambiare le cose (La paura del diverso).
E non finisce
qui: altri argomenti toccati dai Tempesta sono gli abusi edilizi (Imperi di sabbia), l'inetta classe
dirigente (Idiocracy) e la giustizia
al servizio dei potenti (La legge è
uguale per tutti). Scusate per il
sangue, la traccia che dà nome all'album, riassume tutto quanto,
scagliandosi contro l'arroganza di chi si ostina a venderci tutto ciò
chiamandola "libertà". Il discorso musicale dei Tempesta attinge
all'heavy metal inteso nel senso più classico del termine, e in Italia non ha molti
termini di paragone, prestandosi difficilmente ad essere cantato in italiano. Forse
il paragone più ovvio è con i Vanadium di Pino Scotto (e con quest'ultimo i
Tempesta hanno anche condiviso il palco in passato), anche se logicamente si
avverte la differenza generazionale tra la band attuale e i loro antesignani.
Fa un effetto davvero strano, in ogni caso, accostare il genere musicale dei
Tempesta ai testi in italiano. E si avverte, in molti passaggi, che la band è
abituata a concepire i propri pezzi in inglese (come dimostra la loro
discografia antecedente al 2007). Nonostante ciò, l'album denota esperienza e
maestria. Per fortuna, la comunicazione del messaggio è chiara anche nei brani,
e non soltanto nella copertina. C'è da sperare che un album come questo sproni
molte altre realtà musicali promettenti a passare all'italiano. D'altronde, la
lingua madre è una necessità, se si vuole andare così tanto in profondità con i
contenuti. Marco Maresca
Tracklist:
1. Crollerà il cielo
2. Scusate per il sangue
3. Idiocracy
4. Imperi di sabbia
5. I cani del padrone
6. La paura del diverso
7. La legge è uguale per tutti
8. Non siamo numeri
9. Radici nel cemento
10. Mentre tu dormi
11. Sparami sul viso
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