Babylon (Blotch
records) è il secondo album dei Nut, una band attiva dal 2009, che dopo aver
perso qualche membro per strada è diventata un duo e ha dovuto modificare un
po' il proprio percorso. Il genere musicale dei Nut può essere definito in vari
modi a seconda dell'affinità con ciò che l'ascoltatore riesce a cogliere. Un
buon compromesso sarebbe definire Babylon
come un album di metal sperimentale.
Recensione in 10
parole: inglese (il cantato, ma in precedenza i Nut si esprimevano in
italiano), internazionali (le mire espansionistiche dell'album, ed
effettivamente c'è coerenza tra la lingua inglese e la forma che la band vuole
dare alla propria produzione), progressive rock (c'è chi li definisce così, ma
a dire il vero col prog di stampo classico c'entrano decisamente poco. Col
classico rock progressivo italiano, poi, la distanza è totale), dark (le
atmosfere dell'album), poliritmie (com'è normale dato il genere), Hybris (una specie di suite che risulta
essere il brano migliore dell'album), troppo stretti (i confini nazionali, per
questa band che chiaramente ha altre ambizioni), difficile (da capire, l'album
in sé, perché non è facilmente inquadrabile ma non ha nemmeno quel coraggio
necessario a trascendere totalmente gli schemi). Marco Maresca
Voto: **/
Tracklist:
1. Whisper
2. The
return
3.
Chameleon
4. Daimon
5. Hybris
6. (∆)
7.
Addiction
Nessun commento:
Posta un commento