Con l'album d'esordio Asylum
i KPanic si cimentano in un incrocio di vari generi. Undici brani costruiti su
un basso che sa passare da new wave a metal a seconda delle occasioni, narrati
da una voce lineare e dimessa che in qualche momento sa di grunge, ritmati da
una batteria ricca e precisa, e completati da una chitarra che sembra avere più
che altro una funzione ritmica.
Recensione in 10
parole: inglese (il cantato), carismatica ma non potente (la voce),
crossover (new wave, nu-metal, grunge, metal classico, alternative rock, un po'
di tutto, e tutto interpretato con personalità ma senza rischiare troppo),
fastidiosa (la chitarra. Abituati come siamo a chitarristi megalomani e canzoni
che si basano principalmente sullo strumento a sei corde, facciamo fatica a concepire
la presenza di una chitarra che svolgendo un ruolo quasi esclusivamente ritmico
viene tenuta così alta nel mix andando spesso a sovrastare senza motivo tutto
il resto), pochi rischi (nella struttura dei brani, i quali risultano fin
troppo standard, ma soprattutto nella voce, che non azzarda mai niente e a
tratti risulta noiosa), target (può costituire un limite. i KPanic non sono né
così settoriali da risultare inquadrabili in un genere, né così originali da
poter vivere come un vantaggio l'essere esenti da classificazioni. Sorge quindi
un problema pratico: una band come i KPanic a chi si rivolge?). Marco Maresca
Voto: **
Tracklist:
1. Asylum
2. Beware
the dog
3. Bad
things
5. Be
yourself
6. Someone
else
7. Another
day
8. Dummy
9. If I
would
10. The
hunt
11. Be or
not to be
Nessun commento:
Posta un commento