Dan Sartain, punk-rocker statunitense di Birmingham, Alabama, ha già all'attivo vari
lavori (ha debuttato nel 2001) che lo hanno fatto conoscere sotto diversi
aspetti grazie anche alla sua capacità di viaggiare da un genere all'altro con
disinvoltura. Il suo stile è da sempre un mix di rock, blues, folk, molto
vicino al rockabilly anni '50 con accenni al garage sound.
Al suo nuovo album in uscita a fine aprile e che si intitola Dudesblood si aggiungono altre sonorità. Si parte subito all'attacco con Dudesblood e il suo
deciso punk rock.
Ma è meglio non dare per scontato il proseguo dell'album.
Sartain si trasforma a seconda dei brani e la sua Pass this on lo
propone ispirato interprete di un pezzo (cover dei The Knife) che si lascia
ascoltare così com'è con tanto di xilofono. L'interpretazione è adeguata e a
tratti mi ha ricordato un giovane Billy Idol.
Dan è di certo uno che ama spaziare.. Da una orientaleggiante
Marfa Lights che viene poi ripresa in finale di disco con una versione
instrumental interessante, all'”aggressione” senza mezzi termini con il suo
anarcho-punk d'ispirazione britannica in Smash the Tesco.
Sartain prosegue dritto per la strada che si è prefissato (ma
forse anche no..) tra punk, paranormal, echi
lontani di folk-rock, ma anche strali di rockabilly di cui l'artista americano è portatore sano.
In HPV Cowboy riesce a creare l'atmosfera adatta per
il cowboy del titolo. E anche se non sono un'appassionata di folk music, lui si
sa muovere bene anche in quest'ambito e alla fine il pezzo non mi dispiace
affatto.
In Rawhide Moon. Sartain offre una sua personale
interpretazione di questo brano con originali sfumature musicali e un forse
furbo uso vocale alla Bowie.
Un ultimo commento lo devo a
Moonlight swim.. qua siamo in pieno rockabilly e quello xilofono
e quella chitarra folk oriented oggi mi prendono proprio. Domani chissà. Alessandra Terrone
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