Katya Sanna è una cantante e compositrice che da anni si
dedica alla creazione di originali atmosfere elettroniche, etniche, ma anche
romantiche e rarefatte. I suoi brani sono spesso ispirati da temi letterari:
fiabe, miti, leggende di tutto il mondo. Ha già al suo attivo parecchi album,
l'ultimo dei quali è un'autoproduzione intitolata La via delle stelle. E' chiaro che si tratta di un album parecchio
sperimentale.
Un viaggio che tocca le immensità dello spazio, con le sue stelle (Achernar), le costellazioni (La linio de la konstelacioj)e i meteoriti (La rotta di Panspermia), ma anche la vastità del tempo: fossili di milioni di anni fa (Graptolite), animali estinti (Anomalocaride), ipotetici supercontinenti futuri (Amasia). Non ci sono testi, solo sperimentazioni vocali di quelli che possono essere i suoni più adatti per l'argomento dei brani. Non è un album di facile approccio e sebbene gli argomenti trattati suggeriscano un grande senso di apertura non è nemmeno un cd il cui ascolto può aiutare a rilassarsi e ad allentare le tensioni. Di fronte alla vastità degli spazi e alla profondità degli abissi, la reazione più prevedibile dell'uomo è il terrore. E infatti è un senso di inquietudine quello che si prova, magari inizialmente anche di fastidio per l'uso fin troppo marcato della shruti box, strumento in legno tipico della tradizione indiana che il nostro orecchio, stordito com'è dalle tecnologie digitali, riconduce però al rumore di un cd che salta. Altre volte invece, come in Lyman-alfa e soprattutto La linio de la konstelacioj, c'è un suono persistente che rimane alla stessa frequenza per tutto il brano. Se si riesce ad entrare in risonanza con quella lunghezza d'onda, può anche essere piacevole, ma di certo non è per tutti. Difficile quindi davvero apprezzare la musica di Katya Sanna, eppure va ascoltata. Bisogna provarci. Stendersi sul letto e lasciarsi trasportare, ovunque il viaggio possa portare. La voce della cantante viene comunque in aiuto in modo rassicurante, a volte, come in Anomalocaride, anche quando non si capisce se il cd salta per davvero o è solo un'impressione. Ed è nell'ultimo brano, Freccia del tempo, che il senso di piccolezza nei confronti di uno spazio superiore viene ridimensionato e viene data una precisa direzione di scorrimento degli eventi temporali. Sì, c'è da dire che alla vastità immensa del cosmo non si è mai troppo abituati, così come alla sperimentazione troppo spinta, ma riuscire a stupirsi è un bene. Marco Maresca
Un viaggio che tocca le immensità dello spazio, con le sue stelle (Achernar), le costellazioni (La linio de la konstelacioj)e i meteoriti (La rotta di Panspermia), ma anche la vastità del tempo: fossili di milioni di anni fa (Graptolite), animali estinti (Anomalocaride), ipotetici supercontinenti futuri (Amasia). Non ci sono testi, solo sperimentazioni vocali di quelli che possono essere i suoni più adatti per l'argomento dei brani. Non è un album di facile approccio e sebbene gli argomenti trattati suggeriscano un grande senso di apertura non è nemmeno un cd il cui ascolto può aiutare a rilassarsi e ad allentare le tensioni. Di fronte alla vastità degli spazi e alla profondità degli abissi, la reazione più prevedibile dell'uomo è il terrore. E infatti è un senso di inquietudine quello che si prova, magari inizialmente anche di fastidio per l'uso fin troppo marcato della shruti box, strumento in legno tipico della tradizione indiana che il nostro orecchio, stordito com'è dalle tecnologie digitali, riconduce però al rumore di un cd che salta. Altre volte invece, come in Lyman-alfa e soprattutto La linio de la konstelacioj, c'è un suono persistente che rimane alla stessa frequenza per tutto il brano. Se si riesce ad entrare in risonanza con quella lunghezza d'onda, può anche essere piacevole, ma di certo non è per tutti. Difficile quindi davvero apprezzare la musica di Katya Sanna, eppure va ascoltata. Bisogna provarci. Stendersi sul letto e lasciarsi trasportare, ovunque il viaggio possa portare. La voce della cantante viene comunque in aiuto in modo rassicurante, a volte, come in Anomalocaride, anche quando non si capisce se il cd salta per davvero o è solo un'impressione. Ed è nell'ultimo brano, Freccia del tempo, che il senso di piccolezza nei confronti di uno spazio superiore viene ridimensionato e viene data una precisa direzione di scorrimento degli eventi temporali. Sì, c'è da dire che alla vastità immensa del cosmo non si è mai troppo abituati, così come alla sperimentazione troppo spinta, ma riuscire a stupirsi è un bene. Marco Maresca
Tracklist:
1. Mandria luminosa #1
2. La linio de la konstelacioj
3. Graptolite
4. La rotta di Panspermia
5. Braccio del cigno
6. Achernar
7. Diorite
8. Anomalocaride
9. Amasia
10. Lyman-alfa
11. Mandria luminosa #2
12. Freccia del tempo
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