Il duo genovese Rebis esordisce con un album intitolato Naufragati nel deserto (Primigenia /
Gutenberg music / Elicona Sas) nel quale il pop più raffinato si lascia
contaminare profondamente dalla musica araba e dal folk di impronta balcanica.
Ciò che viene fuori da una tale contaminazione è prezioso e merita di essere
preso attentamente in considerazione.
Recensione in 10
parole: profonda, completa (la contaminazione araba nella musica dei Rebis.
Non è solo un aspetto esteriore ma è ricerca musicale vera il cui prodotto
viene interiorizzato), straordinario (il brano L'attesa, perfetta sintesi della ricerca musicale del duo),
siciliano (il dialetto di Pir meu cori),
arabo (lingua che compare in alcuni brani, grazie ad Alessandra Ravizza, voce
dei Rebis, che è studiosa della lingua araba), tredici (i brani, per una durata
complessiva di circa cinquanta minuti, sempre ben costruiti e senza cali
vistosi), dolce naufragio (Naufragata nel
deserto è un altro brano splendido e se ci si lascia trasportare senza opporre
resistenza si può giungere ad un luogo, anche musicale, davvero sorprendente),
ricerca (è un po' il filo conduttore dell'album, inevitabilmente. Ricerca
musicale, ricerca di qualcosa di prezioso nonostante l'avversità del deserto,
ricerca che musicalmente dà frutti consistenti), complimenti (davvero un ottimo
lavoro). Marco Maresca
Voto: ****
Tracklist:
1. La terza via
2. Pir meu cori
4. Un mare
5. Domani
6. Naufragata nel deserto
7. La neve e le rose
8. Ya Yasmina attunsiyya
9. La notte di San Giovanni
10. Tra le nuvole
11. Alla luce
12. Riflessi di tegole
13. Qualcuno, nessuno
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