Il nuovo album del Managment del dolore post operatorio, McMao, è un crogiolo di rumori e parole senza né capo né coda. I contenuti sono per la maggior parte raffazzonati e mal sviluppati. Le sezioni strumentali sono precise, nette, ma nell’insieme noiose. È un lavoro che in conclusione non risulta né cervellotico né pragmatico, e non è certamente un disco "alternativo".
Il rip/off ridicolizzato della più famosa rappresentazione iconografica di Mao, per concludere, fa venire i brividi. Un minimo di rispetto per favore.
Nonostante tutto il seguito è in crescita, la gente ai loro concerti è numerosa ed apparentemente soddisfatta: far vedere il pisellino al Concerto del Primo Maggio evidentemente ha dato buoni frutti per la band di Luca Romagnoli, e il belante popolo "indie" ha ancora una volta abboccato alla microscopica esca. Andrea Vecchio
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