Misère de la philosophie è un nome ripreso da un famoso
saggio di Karl Marx, nel quale vengono gettati i semi delle teorie sul valore
della forza-lavoro per le quali lui ed Engels diverranno poi celebri. La band livornese
che prende il nome dall'opera di Marx si schiera apertamente contro i profeti
della decadenza, contro i profeti del progresso e contro i miti da questi
costruiti, nella convinzione che solo il ricordo di un nostro mito potrà
accendere il presente e, tramite la sua comprensione, aiutarci a cambiarlo. E'
questo il Ka-Meh, che dà il titolo
all'album che esce per Garage records.
Recensione in 10 parole: italiano (il cantato, con grande coraggio e con tanto da dire), minimalista (l'artwork, che non svela nulla sul contenuto che verrà affidato totalmente al tessuto sonoro e ai testi), psichedelia (la band dichiara di fare rock psichedelico e di essere stata influenzata principalmente dai Velvet underground, ed essenzialmente è così, come si può notare, ad esempio, nel brano A voi), deriva blues (si sente l'influenza dei Black rebel motorcycle club, anch'essi piuttosto psichedelici e a volte sconfinanti in qualcosa che ricorda il blues. L'assolo finale di La notte è fine dà qualche indicazione in merito), Appino (gli Zen circus non sono citati tra le influenze della band livornese, forse perché sono pisani, eppure specialmente nelle linee vocali ci sono delle affinità, in particolare nel brano Ombre corte), lucidità (è un po' un controsenso per una band psichedelica, ma c'è da dire che i Misère de la philosophie sono molto consapevoli dei suoni che emettono e di come li emettono), validità, coerenza (del progetto), futuro (possibile, con qualche aggiustamento rivolto ad una maggiore spregiudicatezza nei testi). Marco Maresca
Voto: ***
Tracklist:
1. Bobok
2. Interferenze
3. Eresia
4. Maelzel
5. Nella sua tana
6. Terrore
8. Prendi i soldi
9. La notte è fine
10. Ombre corte
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