17 marzo 2014

Il jazz elegante della Tintinette Swing Orchestra

Nati nel 2009 con l'intento di unire musica e teatro in unica forma espressiva, hanno partecipato a numerosi festival e premi letterari sia in Italia che all'estero. Sono in tre: Miss Annette (voce/Kazoo), Mr Johnny (Ukulele/Stomp box/voce) e Mr Djero (contrabbasso/voce).
Il termine "vintage" inizialmente appiccicato come “etichetta” ad abbigliamento e accessori vari altrimenti dimenticati in certi interessantissimi armadi, si è via via allargato ad altri settori, musica inclusa. Lo swing ne è ulteriore esempio, ripreso in vari modi da numerosi artisti a diverse latitudini. L'italianissima band della Tintinette Swing Orchestra corrisponde in pieno a tale descrizione.

La Tintinette non fa mistero di ciò che propone e lo fa sia musicalmente che visivamente (abiti appunto vintage), a partire dai lunghi guanti di raso da gran soirée che Miss Annette indossa con disinvoltura e che sottolineano ulteriormente aspirazioni e ispirazioni. E nessun mistero sul periodo di riferimento. Siamo negli anni '30 e '40 con tutto ciò che essi riportano alla memoria storica, tra guerra, proibizionismo, club a luci soffuse e tanto altro.
I vecchi motivi che fanno parte del loro album dell'epoca in cui la Tintinette ambienta la propria performance, potrebbero sembrare scontati, ma un ascolto immediatamente attento fa arrivare l'eleganza interpretativa di Miss Annette & Co., perfino quando diventano ironici. Pezzi che hanno sulle spalle polvere accumulata in ottant'anni e più vengono spolverati e fatti risplendere con una sola passata di jazz.
L'album inizia con Piccolissima serenata in cui un delizioso ukulele fa da sfondo a questo pezzo che arriva da un passato lontano ma che i Tintinette rendono quasi moderno con semplicità. Con Mille lire al mese si entra pienamente nel mondo dei nostri nonni e bisnonni, pezzo applicabile ai giorni attuali...basta cambiare il valore monetario in base all'inflazione da allora ad oggi e per il resto ci siamo.
Bacio piccolissimo è trasformato in un sorprendente rock'n'roll (sempre vintage d'altronde..). In Why don't you do right gli anni di riferimento sono proprio evidenti soprattutto grazie all'interpretazione di Miss Annette che con i giochi della sua voce mi fa passare mentalmente da Billie Holiday a una più recente (rispetto agli anni di cui sopra) Janis Joplin.
It don't mean a thing è un altro pezzo in cui Miss Annette brilla come una star dell'epoca. E comincio a pensare che l'inglese sia la lingua in cui riesce a dare il meglio di sé. Divertente la versione di Baciami piccina e ottimo jazz reso attualissimo dall'Orchestra in Ultimissime.
Ancora tra i brani c'è Summertime, un brano che non ha bisogno di presentazione (Ella Fitzgerald
ne è stata l'interprete solista naturale, ma soprattutto duettando con Louis Armstrong nell'indimenticabile opera di George Gershwin, Porgy and Bess). Qui ovviamente viene reinterpretato dalla Tintinette. Non è male, ma io ho nelle orecchie la Fitzgerald e faccio un po' fatica ad essere obiettiva.
Miss Annette più graffiante che mai nell'interpretazione di I put a spell on you. Questa è una opinione molto personale, ma io continuo a sentire la Joplin che affiora più che a tratti tra le varie interpreti degli anni a cui la Tintinette si ispira. Chiude l'album una bella versione originalissima a tre voci di Sweet dreams. Chissà se Annie Lennox l'ha sentita...
La cosa che mi è piaciuta di più, ovviamente a parte le doti interpretative di Miss Annette & Co., è l'uso dell'Ukulele che è protagonista assoluto in tutto l'album. Alessandra Terrone

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