Nati nel 2009 con l'intento di unire musica e teatro in
unica forma espressiva, hanno partecipato a numerosi festival e premi
letterari sia in Italia che all'estero. Sono in tre: Miss Annette
(voce/Kazoo), Mr Johnny (Ukulele/Stomp box/voce) e Mr Djero
(contrabbasso/voce).
Il termine "vintage" inizialmente appiccicato come “etichetta” ad
abbigliamento e accessori vari altrimenti dimenticati in certi
interessantissimi armadi, si è via via allargato ad altri settori,
musica inclusa. Lo swing ne è ulteriore esempio, ripreso in vari
modi da numerosi artisti a diverse latitudini. L'italianissima band
della Tintinette Swing Orchestra corrisponde in pieno a tale
descrizione.
La Tintinette non fa mistero di ciò che propone e lo fa sia
musicalmente che visivamente (abiti appunto vintage), a partire dai
lunghi guanti di raso da gran soirée che Miss Annette indossa con
disinvoltura e che sottolineano ulteriormente aspirazioni e
ispirazioni. E nessun mistero sul periodo di riferimento. Siamo negli
anni '30 e '40 con tutto ciò che essi riportano alla memoria
storica, tra guerra, proibizionismo, club a luci soffuse e tanto
altro.
I vecchi motivi che fanno parte del loro album dell'epoca in cui la
Tintinette ambienta la propria performance, potrebbero sembrare
scontati, ma un ascolto immediatamente attento fa arrivare l'eleganza
interpretativa di Miss Annette & Co., perfino quando diventano
ironici. Pezzi che hanno sulle spalle polvere accumulata in
ottant'anni e più vengono spolverati e fatti risplendere con una
sola passata di jazz.
L'album
inizia con Piccolissima
serenata
in cui un delizioso ukulele fa da sfondo a questo pezzo che arriva da
un passato lontano ma che i Tintinette rendono quasi moderno con
semplicità. Con Mille
lire al mese
si entra pienamente nel mondo dei nostri nonni e bisnonni, pezzo
applicabile ai giorni attuali...basta cambiare il valore monetario in
base all'inflazione da allora ad oggi e per il resto ci siamo.
Bacio
piccolissimo
è trasformato in un sorprendente rock'n'roll (sempre vintage
d'altronde..). In Why
don't you do right gli
anni di riferimento sono proprio evidenti soprattutto grazie
all'interpretazione di Miss Annette che con i giochi della sua voce
mi fa passare mentalmente da Billie Holiday a una più recente
(rispetto agli anni di cui sopra) Janis Joplin.
It
don't mean a thing
è un altro pezzo in cui Miss Annette brilla come una star
dell'epoca. E comincio a pensare che l'inglese sia la lingua in cui
riesce a dare il meglio di sé. Divertente la versione di Baciami
piccina
e ottimo jazz reso attualissimo dall'Orchestra in Ultimissime.
Ancora
tra i brani c'è Summertime,
un brano che non ha bisogno di presentazione (Ella Fitzgerald
ne è stata l'interprete solista naturale, ma soprattutto duettando
con Louis Armstrong nell'indimenticabile opera di George Gershwin,
Porgy and Bess). Qui ovviamente viene reinterpretato dalla
Tintinette. Non è male, ma io ho nelle orecchie la Fitzgerald e
faccio un po' fatica ad essere obiettiva.
Miss
Annette più graffiante che mai nell'interpretazione di I
put a spell on you.
Questa è una opinione molto personale, ma io continuo a sentire la
Joplin che affiora più che a tratti tra le varie interpreti degli
anni a cui la Tintinette si ispira. Chiude l'album una bella versione
originalissima a tre voci di Sweet
dreams.
Chissà se Annie Lennox l'ha sentita...
La cosa che mi è piaciuta di più, ovviamente a parte le doti
interpretative di Miss Annette & Co., è l'uso dell'Ukulele che
è protagonista assoluto in tutto l'album. Alessandra
Terrone
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