4 marzo 2014

Da Portici ecco i The Burlesque, Cheap & Kool è un disco che guarda oltre Manica

Non so spiegare perché quando arriva questo periodo dell'anno bramo leggerezza in tutti i campi esistenziali e in questo bisogno rientra a volte anche la musica. Saranno gli ormoni che circolano impazziti senza controllo, ma resta il fatto che ci sono dischi che se li ascolti in un momento particolare sembrano poi tutt'altra cosa. Vediamo se siete d'accordo. Ascoltando Young love (uno dei brani dell'album) dei The Burlesque oggi che c'è il sole dopo tanta pioggia milanese, oggi che i merli se la cantano da un albero all'altro con i loro richiami d'amore, a me pare la canzone adatta a introdurre la primavera. L'attacco di questo brano si addice perfettamente al titolo che vuole trasmettere quella leggerezza che dovrebbe essere indissolubilmente legata alla giovinezza (anche se spesso non è così). Si sente che Liverpool e Manchester continuano a lasciare nell'aria le note suonate e risuonate da decenni.Easy come easy go è un inno a quanto sopra. La band campana si impegna molto per dare al proprio lavoro quell'impronta britannica che a loro piace sul serio, ma è anche forte la totale apertura alle tendenze rock provenienti da oltreoceano e l'ispirazione alternative punk. E a mio parere lo fanno bene e con disinvoltura dando al loro album una facilità d'ascolto che nasconde dietro la sua leggerezza ottima padronanza e tecnica.
Spesso mi capita di leggere giudizi sulla pronuncia di qualche lingua straniera di questo o quell'artista. Io preferisco ascoltare nuova musica cercando di dare la mia opinione sul disco che può e deve essere diversa da quella di altri, ma letteralmente detesto chi assegna giudizi soprattutto su capacità linguistiche perché si sente migliore degli altri. Chi se ne frega. Ascoltiamo la musica e ciò che i musicisti hanno da dire. In every style (cit. Raphael).
Step by step ha un bell'attacco alla Clash che poi si evolve nel Britpop fine anni Ottanta di cui sopra. Small town mi fa pensare al mistero che spinge chi ci vive a volersene andare magari verso una metropoli, mentre chi come me in una metropoli ci vive già vorrebbe andare in una small town.
I tre ragazzi di Portici sono al primo album dopo un EP omonimo.
Si ispirano a band quali Vampire Weekend, Strokes, Franz Ferdinad, ma soprattutto The Housemartins, The Smiths e Blur. Un esempio di quanto sopra è senza dubbio Thinkabout.
C'è sempre spazio per la riflessione in ogni canzone, ma The Burlesque si inventano o reinventano la cantilena (penso a Yellow submarine dei Beatles) con We all live together in the same planet che senza aggiungere altre parole, lascia a ciascuno di noi lo spazio per pensare al significato di questa frase.
L'album chiude con About an H. 8BIT, un pezzo strumentale in cui il synth regna sovrano. Devo ammettere che in un certo senso questo finale mi ha spiazzato. Alessandra Terrone

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