15 marzo 2014

Agnelli chiama, il belante popolo indie risponde. Fa discutere la riedizione di Hai paura del buio? degli Afterhours

La notizia è che gli Afterhours hanno pubblicato una ristampa di Hai paura del buio?, comprendente l'album originale rimasterizzato e la stessa tracklist rifatta da artisti italiani ed internazionali. La notizia nella notizia è che la versione deluxe costa un centinaio di euro, che i borghesi fan della band milanese sono prontissimi a spendere.

Con l'ausilio delle dita delle mani abbiamo fatto il conto di quanti anni ci vogliono per arrivare al 2014 partendo dal 1997 e, se non ci siamo sbagliati, il conto fa diciassette. Nessuna cifra tonda, nessun anniversario imminente in vista. Probabilmente solo la voglia di rimpinguarsi le tasche: dopotutto, lo show itinerante dell'estate scorsa, con numerosi artisti ospiti, aveva suscitato nuovo interesse verso l'album del '97, quindi perché non approfittarne per lucrarci un po' su?
Ma torniamo al '97. Eravamo tutti molto più giovani. Quelli che provavano un morboso bisogno di sentirsi prendere per il culo da un cantante, andavano pazzi per Manuel Agnelli. Gli altri già si trastullavano con cose molto più intriganti, molte delle quali targate Mescal proprio come gli Afterhours (personalissimo e magari non condivisibile parere di chi scrive: sempre nel '97 la Mescal ha pubblicato un album di una band brianzola abbastanza importante. Forse sarebbe stato più gratificante rievocare quel disco).
Gli Afterhours hanno comunque il merito di aver portato la scena indie all'interno dei salotti buoni dei milanesi, e quindi per osmosi all'Italia intera. Da quel momento si è aperto un portone attraverso il quale è passata un sacco di gente, tra cui anche nomi interessanti, che sarebbero rimasti nell'anonimato se Agnelli e soci non avessero fatto da apripista. Ben vengano quindi gli Afterhours.
Tralasciamo completamente i commenti sul remaster dell'album originale: con tutta la musica anche stimolante ascoltata negli ultimi diciassette anni, l'opinione su Hai paura del buio? non può certo essere cambiata in meglio. Forse in peggio, nel senso che solo ora ci accorgiamo di una rilevanza storica spropositata.

Passiamo alla parte goduriosa: il cd di tributo. Partiamo dall'inizio, cioè dalla cover di un'introduzione rumoristica. Dal Giappone arriva infatti Damo Suzuki a farci del male con Hai paura del buio? e ci limiteremo a dire che la nostra sensibilità artistica è troppo limitata per capire. 1.9.9.6. vede Bennato come ospite, che esordisce con un "Sì, lo so, siete un po' sconcertati / Ma da uno come me ve lo dovevate aspettare". Qualche amaro sorriso inatteso l'ha strappato. Increduli scopriamo che evidentemente gli Afterhours sono stati ascoltati da qualcuno anche in America, oltre che in Giappone. Troviamo infatti gli Afghan whigs che si cimentano con Male di miele. E chi se l'aspettava? Troviamo, poi, Rapace rivisitata rispettosamente dai Negramaro. Interessantissima Elymania dei Luminal, anche perché i Luminal sono di per sé interessanti. Torniamo in America, con Mark Lanegan che si cimenta con Pelle e l'esito è tutto tranne che esaltante. Dea in versione Teatro degli orrori è discutibile. E poi ancora America, con Joan as policewoman che canta Senza finestra. Ma chi l'avrebbe detto? Troviamo poi Der Maurer (Enrico Gabrielli) che insieme alle Luci della centrale elettrica si cimenta in Simbiosi. Arrangiamento interessante. L'ex-compagno di Mescal, Samuel Romano, tenta di rendere armonioso e lucente il brano Voglio una pelle splendida. Il riarrangiamento della strumentale Terrorswing è affidato all'abilità compositiva del musicista e produttore inglese John Parish. Da applausi (e lo affermiamo senza alcuna ironia) Finardi che si accosta a Lasciami leccare l'adrenalina, stravolgendola ma dimostrando di comprenderne il messaggio. Notevoli ed oscuri i Bachi da pietra con Punto g. Poi si va in Australia (impensabile dove possa arrivare la musica degli Afterhours), con Nic Cester che canta Veleno. Grande cattiveria e gran voce. Delicata la versione di Come vorrei affidata all'italo-inglese Piers Faccini. Fuzz orchestra e Vincenzo Vasi danno vita ad una delirante e divertente versione di Questo pazzo pazzo mondo di tasse, e c'è spazio anche per i Marta sui tubi con Musicista contabile, brano affrontato però con troppa sufficienza. Qualche parola in più va spesa per i Ministri. Nel '97 erano adolescenti, ora alla causa della musica italiana stanno dando un grande contributo. Stavolta il loro merito è stato quello di sentirsi nuovamente adolescenti e tirare fuori una versione di Sui giovani d'oggi ci scatarro su che mostra amore, violenza e dedizione non comuni. Non era scontato che la loro prestazione risultasse così forte, in un album tributo in cui la musica italiana si confronta con l'estero. Una sfida vinta. Bravissima anche Rachele Bastreghi con Mi trovo nuovo, con armonie vocali esaltanti. La tracklist originaria è finita, ma ci sono due sorprese. La prima è Televisione (2014) che ha come ospiti Cristina Donà & The friendly ghost of Robert Wyatt. Contributo ricercato, anche per la presenza di Wyatt, ma non così sconvolgente. La seconda è Piero Pelù con Male di miele. La pubblicità in radio dice che Hai paura del buio? è l'album più importante dell'indie rock italiano. Pelù avrebbe ottimi motivi per sentirsi offeso da tale affermazione, con quello che ha fatto di buono in un lontanissimo passato. Ma gli anni che avanzano e i neuroni bruciati giocano il loro ruolo, e quindi il buon Piero accetta non solo di partecipare a testa bassa, ma anche di farsi sottrarre dagli Afghan whigs la posizione nella scaletta ufficiale. Relegare ad una bonus track uno dei padri fondatori della musica indipendente italiana (per davvero, non come gli Afterhours) è ingeneroso a prescindere ed il fatto che il cervello di Pelù sia ormai brasato non costituisce un'attenuante. Ultima considerazione: le interpretazioni migliori arrivano da chi ha dimostrato di saper sviscerare ed interiorizzare il messaggio musicale originario (Luminal, Ministri e soprattutto Finardi) anziché aderire solo esteticamente ed esteriormente. Che sia di monito per Manuel Agnelli e soci. P.S.: siamo pronti ad affrontare qualsiasi critica, ma forse in realtà vogliamo solo provocarvi su quello che è per forza di cose un tema scottante. Marco Maresca

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