La notizia è che gli Afterhours hanno pubblicato una
ristampa di Hai paura del buio?, comprendente
l'album originale rimasterizzato e la stessa tracklist rifatta da artisti italiani
ed internazionali. La notizia nella notizia è che la versione deluxe costa un
centinaio di euro, che i borghesi fan della band milanese sono prontissimi a
spendere.
Con l'ausilio delle dita delle mani abbiamo fatto il conto di quanti anni ci vogliono per arrivare al 2014 partendo dal 1997 e, se non ci siamo sbagliati, il conto fa diciassette. Nessuna cifra tonda, nessun anniversario imminente in vista. Probabilmente solo la voglia di rimpinguarsi le tasche: dopotutto, lo show itinerante dell'estate scorsa, con numerosi artisti ospiti, aveva suscitato nuovo interesse verso l'album del '97, quindi perché non approfittarne per lucrarci un po' su?
Con l'ausilio delle dita delle mani abbiamo fatto il conto di quanti anni ci vogliono per arrivare al 2014 partendo dal 1997 e, se non ci siamo sbagliati, il conto fa diciassette. Nessuna cifra tonda, nessun anniversario imminente in vista. Probabilmente solo la voglia di rimpinguarsi le tasche: dopotutto, lo show itinerante dell'estate scorsa, con numerosi artisti ospiti, aveva suscitato nuovo interesse verso l'album del '97, quindi perché non approfittarne per lucrarci un po' su?
Ma torniamo al '97. Eravamo tutti molto più giovani. Quelli
che provavano un morboso bisogno di sentirsi prendere per il culo da un
cantante, andavano pazzi per Manuel Agnelli. Gli altri già si trastullavano con
cose molto più intriganti, molte delle quali targate Mescal proprio come gli
Afterhours (personalissimo e magari non condivisibile parere di chi scrive:
sempre nel '97 la Mescal ha pubblicato un album di una band brianzola
abbastanza importante. Forse sarebbe stato più gratificante rievocare quel
disco).
Gli Afterhours hanno comunque il merito di aver portato la
scena indie all'interno dei salotti buoni dei milanesi, e quindi per osmosi
all'Italia intera. Da quel momento si è aperto un portone attraverso il quale è
passata un sacco di gente, tra cui anche nomi interessanti, che sarebbero
rimasti nell'anonimato se Agnelli e soci non avessero fatto da apripista. Ben
vengano quindi gli Afterhours.
Tralasciamo completamente i commenti sul remaster dell'album
originale: con tutta la musica anche stimolante ascoltata negli ultimi
diciassette anni, l'opinione su Hai paura
del buio? non può certo essere cambiata in meglio. Forse in peggio, nel
senso che solo ora ci accorgiamo di una rilevanza storica spropositata.
Passiamo alla parte goduriosa: il cd di tributo. Partiamo
dall'inizio, cioè dalla cover di un'introduzione rumoristica. Dal Giappone
arriva infatti Damo Suzuki a farci del male con Hai paura del buio? e ci limiteremo a dire che la nostra
sensibilità artistica è troppo limitata per capire. 1.9.9.6. vede Bennato come ospite, che esordisce con un "Sì, lo so, siete un po' sconcertati / Ma da
uno come me ve lo dovevate aspettare". Qualche amaro sorriso inatteso
l'ha strappato. Increduli scopriamo che evidentemente gli Afterhours sono stati
ascoltati da qualcuno anche in America, oltre che in Giappone. Troviamo infatti
gli Afghan whigs che si cimentano con Male
di miele. E chi se l'aspettava? Troviamo, poi, Rapace rivisitata rispettosamente dai Negramaro. Interessantissima Elymania dei Luminal, anche perché i
Luminal sono di per sé interessanti. Torniamo in America, con Mark Lanegan che
si cimenta con Pelle e l'esito è
tutto tranne che esaltante. Dea in
versione Teatro degli orrori è discutibile. E poi ancora America, con Joan as
policewoman che canta Senza finestra.
Ma chi l'avrebbe detto? Troviamo poi Der Maurer (Enrico Gabrielli) che insieme
alle Luci della centrale elettrica si cimenta in Simbiosi. Arrangiamento interessante. L'ex-compagno di Mescal,
Samuel Romano, tenta di rendere armonioso e lucente il brano Voglio una pelle splendida. Il
riarrangiamento della strumentale Terrorswing
è affidato all'abilità compositiva del musicista e produttore inglese John
Parish. Da applausi (e lo affermiamo senza alcuna ironia) Finardi che si
accosta a Lasciami leccare l'adrenalina,
stravolgendola ma dimostrando di comprenderne il messaggio. Notevoli ed oscuri
i Bachi da pietra con Punto g. Poi si
va in Australia (impensabile dove possa arrivare la musica degli Afterhours),
con Nic Cester che canta Veleno.
Grande cattiveria e gran voce. Delicata la versione di Come vorrei affidata all'italo-inglese Piers Faccini. Fuzz
orchestra e Vincenzo Vasi danno vita ad una delirante e divertente versione di Questo pazzo pazzo mondo di tasse, e c'è
spazio anche per i Marta sui tubi con Musicista
contabile, brano affrontato però con troppa sufficienza. Qualche parola in
più va spesa per i Ministri. Nel '97 erano adolescenti, ora alla causa della musica
italiana stanno dando un grande contributo. Stavolta il loro merito è stato quello di sentirsi nuovamente
adolescenti e tirare fuori una versione di Sui
giovani d'oggi ci scatarro su che mostra amore, violenza e dedizione non
comuni. Non era scontato che la loro prestazione risultasse così forte, in un album
tributo in cui la musica italiana si confronta con l'estero. Una sfida vinta. Bravissima anche Rachele Bastreghi con Mi trovo nuovo, con armonie vocali esaltanti. La tracklist originaria è finita, ma ci sono due sorprese. La
prima è Televisione (2014) che ha
come ospiti Cristina Donà & The friendly ghost of Robert Wyatt. Contributo
ricercato, anche per la presenza di Wyatt, ma non così sconvolgente. La seconda
è Piero Pelù con Male di miele. La
pubblicità in radio dice che Hai paura
del buio? è l'album più importante dell'indie rock italiano. Pelù avrebbe
ottimi motivi per sentirsi offeso da tale affermazione, con quello che ha fatto
di buono in un lontanissimo passato. Ma gli anni che avanzano e i neuroni
bruciati giocano il loro ruolo, e quindi il buon Piero accetta non solo di
partecipare a testa bassa, ma anche di farsi sottrarre dagli Afghan whigs la posizione nella scaletta
ufficiale. Relegare ad una bonus track uno dei padri fondatori della musica
indipendente italiana (per davvero, non come gli Afterhours) è ingeneroso a
prescindere ed il fatto che il cervello di Pelù sia ormai brasato non
costituisce un'attenuante. Ultima considerazione: le interpretazioni migliori
arrivano da chi ha dimostrato di saper sviscerare ed interiorizzare il messaggio musicale originario (Luminal, Ministri
e soprattutto Finardi) anziché aderire solo esteticamente ed esteriormente. Che sia di monito per Manuel Agnelli e soci. P.S.: siamo pronti ad
affrontare qualsiasi critica, ma forse in realtà vogliamo solo provocarvi su quello che è per forza di cose un tema scottante. Marco
Maresca
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