Federico Cimini, classe 1988, cantautore calabrese
trapiantato a Bologna, esordisce con un album intitolato L'importanza di chiamarsi Michele (Mk records / distribuzione
Audioglobe).
Recensione in 10 parole:
troppo (il tempo passato ad ascoltare e riascoltare questo album per
cercare di non scrivere banalità, in modo da rendere giustizia ad un progetto
che vuole volare molto alto, e così nel frattempo sono passati parecchi mesi),
troppi (i concetti espressi nell'album: i mali del Paese in Questo è il mio paese, la diversità in Diversamente scomodo, l'ambizione nel
brano La gente che conta,
l'emigrazione in Insieme a te, la
necessità di realizzare la propria vita in Non
essere nessuno), troppa (l'intensità degli appelli lanciati da Cimini nelle
sue canzoni), troppi (i saliscendi, i momenti in cui il pathos raggiunge
l'apice e poi scollina, gli interventi narrativi tra una canzone e l'altra), Bennato
(l'atteggiamento da cantastorie è quello, anche se qui è tutto molto meno
scanzonato), Vasco (nel cantato, ma solo in alcuni brani), storia (è
interessante, ben esplicitata nei brani e ha anche un gran bel colpo di scena
finale), tema musicale (ce n'è uno ricorrente in tutto l'album: il finale di Teresa richiama la melodia di Questo è il mio paese), urgenza (di dire
tutto e tutto insieme: sarà un pregio o un difetto?). Marco Maresca
Voto: ***/
Tracklist:
1. Promemoria
2. Tutto bene
3. Questo è il mio paese
4. Un militare
5. Diversamente scomodo
6. La rivoluzione in pigiama
7. Teresa
8. Insieme a te
9. La gente che conta
10. Non essere nessuno
11. Lì con me
12. La distinzione
13. Epilogo
14. Ti amo terrone
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