1. Com'è nato il progetto How to cut up e quindi come si è creata la collaborazione tra Collettivo Ginsberg e Alessandro Di Renzo?
CRISTIAN: è nato tutto grazie alla volontà di sperimentare di due persone che si sono conosciute per “caso” nel 2009. Tra l’altro è coinvolto pure Matteo (Seamount) in questa storiaccia. Si può dire che nel 2009 è stato piantato al centro della terra un embrione di ciò che poi la crisi planetaria ha fatto schiantare direttamente nell’anno 2013. Un progetto venuto dallo spazio, un po’ un Sun Ra in chiave liscio, tra i più poveri e creativi della storia della provincia forlimpopolese nell’interland di Mumbai. Come direbbe Jack il vecchio Malamute: “Il Collettivo Ginsberg è un gruppo di bambini all’angolo della strada che parlano della fine del mondo”.
ALESSANDRO: sicuramente c’era dell’alcool, Matteo fu il link tra Cristian e me. Due settimane dopo stavamo girando per un cimitero nel sud di Londra. Cristian con un grammofono in mano, io con una telecamera, e altri due amici che ci hanno dato una mano a girare il videoclip più economico della storia. 23 pounds se non ricordo male. How to cut up è stato un progetto che abbiamo voluto per molto tempo senza sapere che esistesse: dovevamo pulire il karma dal nostro primo intento.
2. Come sono state scelte le frasi che sono state poi abbinate ai video settimanali? Sono collegate al tema dell'album o no?
CRISTIAN: le frasi sono il frutto di lunghi discorsi alcolici fatti con gli altri del Collettivo: Alessandro e Matteo (Seamount). Riunitisi nel Gran Consiglio Segreto di Bufalonia, loro hanno deciso come impostare il progetto e noi abbiamo semplicemente preso atto dei temi una volta scelti!
ALESSANDRO: le frasi non sono collegate al tema dell’album, ma al Collettivo Ginsberg. Ogni tema aveva delle indicazioni implicite: il territorio, le influenze musicali dei membri, il cut-up, cioè i temi che rappresentano la band e il loro genere musicale e non il disco in particolare. Abbiamo voluto raccontare come si crea un progetto cut-up come Asa nisi masa.
3. Chi sono i ballerini presenti nei video di Alessandro Di Renzo?
ALESSANDRO: Miguel Fiol Duran e Dory Sanchez sono due ballerini spagnoli di danza contemporanea, che fondono classica, jazz e hip-hop. Mi sono stati presentati dalla fotografa Cristina Inocencio proprio per questo progetto. Devo dire di essere stato fortunato perché la parte di creazione con loro è stata davvero naturale ed efficace. Ci siamo divertiti e abbiamo prodotto le video danze con estrema facilità.
4. Com'è stata, per i membri del Collettivo Ginsberg, l'esperienza di produrre un mini-video settimanale?
CRISTIAN: una bella soddisfazione: creativa, stimolante. Alessandro ha avuto una grande idea, davvero. Non me lo sarei mai aspettato: era una cosa che non avevo nemmeno mai considerato. Cioè, voglio dire, nutro un gran rispetto per Blob, ma proprio non ce l’avrei mai fatta ad inventarmelo! Si parlava di un videoclip ed è invece stato partorito un progetto tipo dottori contro l’anticristo per salvare dei bambini. Una cosa oltre le nostre possibilità, ma ce l’abbiamo fatta! E questo è solo il primo capitolo di questa collaborazione. Stando ai tempi standard di marinatura, tra quattro anni circa sentirete nuovamente parlare di noi!
5. Vi lasciamo uno spazio per dirci qualcosa in merito al video conclusivo di questa settimana e in merito all'album Asa nisi masa e inoltre vi chiediamo di tirare le somme di questa esperienza.
CRISTIAN: Asa nisi masa significa Anima, se ancora non lo si fosse capito. 2 + 2 = 5.
ALESSANDRO: i video conclusivi di questa settimana sono i ritratti dei membri del Collettivo, che servono per concludere l’esperienza e vedere finalmente i creatori dei video. Il progetto è stato molto divertente e la relazione con il Collettivo molto filosofica. Loro si sono dovuti abituare a comunicare con un mezzo diverso dalla musica. Devo dire che mi hanno sorpreso. A questo punto direi che se la carriera musicale non gli funziona possono passare al video…
La prossima settimana invece ci sarà l’uscita del videoclip cut-up del brano integrale Canto erotico primitivo, composto dai video che il Collettivo ha pubblicato, con una linea narrativa ideata da me, che sarà accompagnata dalla video danza, ed infine una sorpresa per tutti, ovvero il playback della band. Materiale ancora inedito, anch'esso girato dai ragazzi del Collettivo. Canto erotico primitivo è un rituale sul cut-up. Marco Maresca
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