15 aprile 2016

Machinery & humanity, un po' di rock è ciò che ci vuole per gli Hard reset

Il rock, quello senza tanti problemi e senza troppe menate su cosa dire e come dirlo, non muore mai, neanche in Italia. Lo riportano in vita i fiorentini Hard reset, con il loro disco d'esordio Machinery & humanity uscito per Sliptrick records.

E' proprio tanto classico il modo di cantare e di suonare di questo power trio. La vocalità non è quella dei vari cantanti italiani in circolazione ma ricorda Bon Jovi. I temi sono personali e spesso riguardanti emozioni e sentimenti. Il tutto è condito invece da un artwork e da alcuni brevi richiami a temi cospirazionisti ai quali ci hanno abituati i Muse. Il legame di questi temi coi testi non è però sempre limpido e appare più una scelta di facciata. Anche la citazione di Chaplin nel titolo dell'album e l'estratto da V per Vendetta all'inizio di Cyclops sono apprezzabili ma non totalmente originali e non in strettissima connessione con le atmosfere dei brani. Detto ciò, la botta è comunque notevole, specie quando i pezzi sono più movimentati, come Changing. Altri pezzi suonano, invece, un po' vecchi, come Beautiful cloud. Sorprendentemente azzeccate, invece, le strumentali: l'iniziale When we collide e la (quasi) finale Itsalovesong arrivano quasi a ricordare i Mogwai (ma con meno dinamiche). Domanda per la band: ma il cantato è così importante per il vostro progetto? Perché lavorando un po' di più sui pezzi si potrebbe tranquillamente abbandonare. Marco Maresca

Tracklist:
1. When we collide
2. Cyclops
3. Beautiful cloud
4. Tweed
5. Changing
6. Drawbridge
7. When the lights go down
8. Rain
9. Mold
10. What I hope to find
11. Venice souvenir
12. Monkey seeking
13. Same name
14. Itsalovesong
15. Saint John's night (unplugged live)

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