Di fresca uscita Lorenzo Federici è il disco
d'esordio della band Eugenio In Via Di Gioia, “vecchie” anime buskers. Loro
sono quattro giovani torinesi e come arma detenuta legalmente hanno l'ironia,
ormai unico mezzo a disposizione per lanciare messaggi che forse un giorno
verranno raccolti anche dai destinatari degli stessi.
Il titolo dell'album è un omaggio al quarto componente del
gruppo che non appare nel nome che si
sono scelti quando ancora erano in tre (infatti c'è un Eugenio, c'è un signor
Via e un tal Di Gioia).
Gli Eugenio hanno alle spalle un Ep autoprodotto (EP Urrà)
nell'estate 2013 che li ha poi portati alla vittoria del Premio
Buscaglione-Sotto il cielo di Fred 2014 e che ha loro permesso di esibirsi in
vari festival estivi italiani gomito a gomito con artisti di vecchia e media
data.
La band abituata sin dall'inizio al contatto con il
pubblico e con la strada ha assemblato queste undici tracce (una è un pezzo
parlato che fa da intro a quello seguente) attraversando la tradizione delle
balere, lo swing e il folk italiano fino ad arrivare al nu-folk inglese più
recente facendo propria la tradizione tra Gaber e Jannacci da una parte ed i
Mumford and Sons dall'altro.
In Ho
perso viene subito in mente Jannacci
e la sua contagiosa follia, racconto ironico del concorso. C'è spazio
per tanti racconti reali, anche storie tristi raccontate con asciutta
determinazione (Egli), ma su tutte una delle mie preferite è PAM.
Avete capito bene, è il nome del supermercato e il brano è un esilarante
racconto della caccia alle offerte, dell'animale dedito alla ricerca estenuante
dell'offerta migliore che in realtà è un'ulteriore arma per aizzare
all'accumulo di cose e alimenti che spesso non servono. Mi è piaciuta, mi ha
fatto ridere (anche di me stessa che sono caduta a volte in quella trappola) e
la musica degli Eugenio ha contribuito nettamente a creare l'atmosfera
adatta..come fossimo al pub a cantare a squarciagola. “Sono finite le prugne
del PAM...ma domani veniamo il pomeriggio così siamo sicuri di trovare le
prugne”.
Noi
adulti parla di mostri tutti uguali e ipocriti in fila sui loro Suv pieni
di rifiuti organici celati da tappetini complici, mettono la foto dei cani su
Fb, magari col cappottino intonato ai loro abiti, usandoli per esternare un
finto affetto che in effetti non fa parte del loro Dna. (Per fortuna c'è anche
qualcuno che li ama davvero i cani).
La
band con le note fresche di Zoo balneare riescono a far riflettere anche
sull'assurdità dei litorali italiani e relative spiagge demaniali, concessioni
ecc che diventano proprietà privata, riservando pochi angusti spazi alle
cosiddette spiagge pubbliche. Ma il mare è di tutti. E spesso la sua vista è
persino preclusa dalle cabine da maggio a settembre.
Chiudo
con Il mondo che avanza, gioco di parole con piano e chitarra che
ritmano incalzanti l'accusa al mondo
(leggi Uomo) che sta divorando se stesso con la sua avidità dilagante. Consumo
frenetico. Accumulo di cose e denaro. Un'avidità inarrestabile e
autolesionista.
Questi
giovani artisti riescono a far pensare facendo divertire..virtù da niente eh... Alessandra
Terrone
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