Dopo aver ascoltato Il padrone della festa non ho ancora deciso se l'idea di Fabi,
Silvestri, Gazzé sia interessante o se sia soltanto un pretesto per fare un
disco insieme.
I tre FaGaSi o FaSiGa provengono da percorsi simili e diversi
al contempo. Mi sono chiesta che cosa hanno in comune i tre artisti. Età, luogo
di origine (Roma), periodo in cui hanno iniziato a frequentare le sette note.
Costante presenza sulle scene. E, come tutti, storie d'amore ed esperienze belle
e brutte racchiuse sotto forma di ricordi nel proprio zaino della vita. Dal
loro incontro è nato Il padrone della festa che è subito schizzato ai
piani alti. L'ho ascoltato soprattutto perché ero curiosa.
Io inizio subito con L'amore non esiste e le mille spiegazioni
per dire che l'amore appunto non esiste, però esistiamo io e te. Abbasso le
strategie e le pianificazioni del sentimento.
Discutere e riflettere troppo sull'amore mi riempie sempre di
dubbi e perplessità.
Io credo che l'amore, fulcro (o almeno si spera che lo sia)
dell'esistenza umana insieme alla conseguente estasi per l'amato/a, non
richieda tante riflessioni. Bisogna viverlo e ossigenarsi attraverso di esso
senza pensarci su troppo. Se ci si ferma a pensare è l'inizio della fine. Se
poi sono gli altri (amici, conoscenti, parenti e affini) a spingere a farlo è
la rovina totale. Il mio ideale è io, lui e il mondo che resta fuori dalla
nostra sfera dei sentimenti. Utopia insomma.
Ma l'amore esiste eccome e lo sanno anche i FaSiGa.
Dodici tracce che si alternano con i suoni della vita che ci
circonda (Alzo le mani).
Life is sweet è un pezzo con sfumature elettro pieno
di riflessioni sugli eventi che si susseguono ma a volte anche no. Una dedica a
una certa Anna (Canzone di Anna), ma potrebbe chiamarsi in qualsiasi
altro modo con una base musicale che sa creare l'atmosfera giusta per seguire i
pensieri.
Il padrone della festa ad un certo punto arriva lieve
con questa ballata che Silvestri vive sulla sua pelle, ascoltando in sottofondo
la ricetta descritta da una voce femminile.
Strumenti a fiato iniziano Arsenico presentando il
biglietto da visita di Gazzé. A tratti il pezzo sembra uscire da un funerale
d'altri tempi. Ancora Gazzé interpreta Il Dio delle piccole cose con
estrema delicatezza come se stesse raccontando una favola a noi bambini
attenti.
Mi piace il ritmo miscelato con il calibro alla mano di Spigolo
tondo e Come mi pare che è un insegnamento non un brano e basta.
Cazzotti a tutto andare nel racconto dell' Avversario
con Funk Silvestri che si intromette piacevolmente di continuo. Per un attimo
sembra di essere finiti nella soundtrack di Saturday Night Fever, strumenti a
fiato immancabili e protagonisti assoluti di tutto l'album.
Per finire, Silvestri e la chitarra giocano con le parole in Zona
Cesarini su una delle cose presumibilmente più serie anche per l'artista
stesso. Alessandra Terrone
Nessun commento:
Posta un commento