A piedi nudi è
l'esordio sulla lunga distanza del cantautore veneto Francesco Cerchiaro,
uscito per DischiSovietStudio / Audioglobe. Un'impronta folk che coniuga
tradizione e modernità unite a liriche ispirate e personali. Undici brani
legati dal filo rosso dell'amore, che tracciano la giornata di un uomo che
idealmente si sveglia bambino, matura, invecchia e muore insieme al giorno che
lo accompagna sullo sfondo.
Recensione in 10
parole: classica (la forma cantautorale delle canzoni di Francesco
Cerchiaro. Nei primi due brani, Le bugie
della domenica (mattina) e Filastrocche
per bambini, non si esce musicalmente dalle embrionali Silvia e Jenny è pazza
che il Vasco nazionale ancora inesperto musicava ormai trentasei anni fa),
Divina Commedia (la pianura del Nord-Est industriale è una "selva oscura che nel pensiero rinova la
paura", nel brano Diario di
famiglia), testi (a volte un po' da rivedere. Quasi mai si sposano
perfettamente con la musica), tre anni (questo il tempo che Cerchiaro ha
impiegato per la realizzazione del disco. In effetti il risultato è discreto ma
manca quell'urgenza e quella fretta che a volte contribuiscono ad alimentare il
pathos), eppure non è male (è un disco confezionato bene. Qualcosa rimane. Anche
Cammino da solo e Il ritorno di Rebecca, ad esempio, colpiscono.
Non è poco). Marco Maresca
Voto: **/
Tracklist:
1. Le bugie della domenica (mattina)
2. Filastrocche per bambini
3. Diario di famiglia
4. Rebecca
5. Il mio cane in una stanza
6. Cammino da solo
7. Cara Laura
8. Notturni
9. Il ritorno di Rebecca
10. Ultimo valzer a Teheran
11. Il treno che torna da Eger
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