7 ottobre 2014

Parte Lesa, Lo scambio, la scena new wave degli anni '80, Novara e Brindisi

Lo scambio, seconda opera dei brindisini Parte Lesa, autoprodotto, è un disco importante per tanti motivi. Dopo lo stupore dell'ascolto iniziale, c'è stata la bella opportunità di fare una chiacchierata con Marco Vierucci, componente della band ed ormai novarese d'adozione per motivi di lavoro. Marco è un uomo di mezza età con l'aspetto di chi ha vissuto per tanti anni nell'ambiente musicale. Ci affidiamo direttamente alle sue parole che ripercorrono la genesi del disco e parallelamente la storia degli ultimi trent'anni della scena indipendente italiana.

"I Parte Lesa esistono da tanto tempo. Sotto altri nomi, magari, ma tutti e tre proveniamo da quella scena post punk e new wave che ha dato luogo all'importante fenomeno della musica indipendente italiana degli anni '80. In quegli anni ci sono state tante realtà importanti, la scena di Bologna, la scena fiorentina. La nostra Puglia forse non ha prodotto nomi tra i più conosciuti, ma ha avuto una grande importanza nella ricezione e crescita del fenomeno. In quel contesto siamo nati noi. La nostra cantante, Fanny Calò, è sempre rimasta nel mondo della musica: è una cantante lirica che proviene dal punk, ed è anche la più informata su ciò che succede oggi nella musica italiana. Oltretutto si è occupata della parte tecnica riguardante la produzione del nostro disco. Paolo Celeste ed io siamo poliedrici strumentisti e compositori. Il batterista, invece, non c'è. Nel disco sembra che ci sia: siamo stati bravi a farvelo credere, ma in realtà è una drum machine".

I suoni del disco sono una versione aggiornata di quel panorama anni '80 di cui Vierucci parla. I testi toccano tematiche delicate: si parte con Tra Lecce e Nardò, che descrive il primo sciopero autorganizzato di braccianti stranieri a Nardò, in provincia di Lecce, nel luglio 2011. La spiegazione rimarca la discriminazione di genere. L’errare, nel riflettere la tragedia di Lampedusa, ricorda i Gastarbeiter di Wolfsburg. 6 politico è intrisa di visioni adolescenziali negli anni di piombo. Paga Bobo è dedicata ad un sindacalista e a ventotto componenti di un coordinamento di disoccupati, condannati per aver manifestato reclamando un posto di lavoro.

"Fanny tra i tanti interessi è attiva sul fronte della tutela dei diritti della donna e ha messo nel disco molta di quella che è la sua e la nostra esperienza quotidiana. I nostri sono tutti argomenti densi di rancore e di rabbia e per questo abbiamo optato per chitarre così incisive". E infatti la voce e i suoi testi particolarmente importanti sono vestiti con suoni violenti e viscerali ad infuocare i brani. Nella finale Ghiaccio i layer di chitarre sovrapposte sono molteplici, una scelta estrema. "L'esatto contrario dello spettacolo che stiamo preparando dal vivo e che sarà pronto tra qualche mese. Dal vivo io e Paolo saremo intercambiabili e ci alterneremo tra chitarre e percussioni, per accompagnare le storie cantate da Fanny. In quel contesto i testi saranno messi davvero in primo piano e lo spettacolo sarà legato dal filo conduttore della narrazione a tre".

In effetti stiamo parlando di un album bello tosto. Certo la chitarra dei Parte Lesa, così ruvida e acida, è un ariete lanciato a sfondare il muro della percezione. In 6 politico sembra di ascoltare i Litfiba degli esordi. In Pratiche, invece, i Diaframma ruvidi dei tempi di Miro Sassolini. Qualcosa che una giovane band emergente potrebbe fare solo per emulazione, e che i Parte Lesa invece padroneggiano, poiché provengono da quel contesto. I testi sono poetici, possono essere vaghi ed evocativi o specifici e taglienti al tempo stesso, come fossero scritti dal Pelù degli esordi, ma con la voce e il cuore di una donna e madre.

E la chiacchierata chiarisce il perché di queste scelte, nei ricordi dei Litfiba e di altre band che negli '80 hanno composto tra le più belle canzoni rock mai scritte. "Nel Salento, a Melpignano, dove ora c'é la Notte della Taranta, eravamo tra il pubblico del concerto dei Litfiba del tour di 17 Re. Quando hai materiale di tale forza, lo show si costruisce da solo. Si crea automaticamente una connessione con l'ascoltatore. Una cosa che forse oggi non è più possibile, così come non sarebbe possibile un disco articolato come 17 Re. Ora la bravura sta nel catturare l'attenzione con un video di Youtube. Condensare tutto in pochi minuti di canzone che avrà solo un brevissimo periodo di fugace attenzione prima di passare ad altro. Non ci affeziona più al prodotto discografico poiché questo nasce e muore in pochi giorni. Quando la scena degli anni '80 si è trasformata in qualcos'altro, per qualcuno c'è stata la possibilità di fare il salto. Si accettava di mettere da parte l'incisività del messaggio e produrre canzoni comunque valide ma aperte ad un pubblico generalista. Ma negli anni successivi non si è detto in musica tutto ciò che si poteva e doveva dire. Negli anni '80 c'era un movimento in cui si creava qualcosa di bello e di importante: chi ne faceva parte ne era consapevole, e non era solo una facciata. Parliamo di uno scenario in cui alcuni artisti sapevano di essere maestri di tutta una generazione di musicisti, ma trattavano sempre tutti alla pari. Quel mondo non era compatibile con le logiche odierne".

Finito il tempo dei ricordi torniamo nel 2014, anno in cui i Parte Lesa presentano questo disco validissimo, un'autentica perla new wave proposta secondo le logiche umane ed artistiche degli anni del rock italiano ma che a livello sonoro è perfettamente in linea col nuovo millennio. Nel brano La spiegazione Fanny dichiara di essere di un altro genere. Il nuovo disco dimostra che i Parte Lesa di un altro genere lo sono per davvero, e attendiamo con ansia lo spettacolo dal vivo. Marco Maresca

P.S.: i Parte Lesa desiderano condividere il proprio lavoro con tutte le anime sensibili che possono comprenderlo. Per questo motivo, Lo scambio in tutta la sua interezza potete trovarlo qui.

Tracklist:
1. Tra Lecce e Nardò
2. Lo scambio
3. Pratiche
4. La spiegazione
5. L'errare
6. 6 politico
7. Paga Bobo
8. Ghiaccio (DDT '84)

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