Quarto disco per i siciliani Demomode, Ou è prodotto da Daniele Grasso, produttore della scena indie sicula (tra gli artisti di riferimento Mario Cianchi e Samuela Schillirò). L'album suona molto fedele al sound rock alternativo italiano, ma purtroppo di guizzi non se ne vedono molti. Il loro stile è piuttosto simile agli Afterhours e - in parte - ai CCCP, ma personalmente non riusciamo ad apprezzarlo: testi duri e puri, sicuramente intenti a trasmettere rabbia, ma che in realtà non riescono a penetrare nella pelle.
Poi il sound è intensamente garage: anche se è nelle loro intenzioni, il suono così sporco non sempre esalta le qualità di una band di questo tipo. Bisogna saperlo maneggiare con cura. La voce è una fotocopia non perfetta di Manuel Agnelli, ulteriore segno che ai ragazzi manca un po' di ispirazione e di personalità. Gli episodi che colpiscono di più sono la danzereccia e trascinante Boom e il taglio in stile Strokes Senza fiato. Nella ricca e sempre interessante scena indie italiana, non vediamo l'esigenza di dare grande spicco ai Demomode: poco originali e poco ascoltabili, sappiamo che c'è in giro di meglio. Per il momento, sempre che loro non facciano passi avanti... Marco Pagliari
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