Tra pochi giorni, precisamente entro inizio luglio, a Fontaneto d’Agogna sarà ultimata quella che ormai tutti hanno ribattezzato la “casa di paglia”, un edificio destinato ad ospitare attività per i giovani: un bar e una sala polivalente per fare musica ed attività varie, integrate con gli impianti sportivi già esistenti.
Un esempio di bioarchitettura assolutamente all’avanguardia, visto che in tutta Italia sono appena una trentina gli edifici realizzati con questa tecnica e quelli con funzione pubblica si contano sulle dita di una mano.
"Si tratta di un fabbricato di un solo piano, costituito da due vani quadrati uniti da un porticato – spiega il sindaco-architetto, Adriano Fontaneto - nelle nostre intenzioni c’era la realizzazione di un edificio per i giovani che fosse ecosostenibile e all’avanguardia. Dopo qualche riflessione abbiamo deciso di puntare su una struttura 100% ecosostenibile in paglia e legno: ci stiamo lavorando da un annetto e tra poche settimane sarà finalmente conclusa".
L’edificio, di circa 200mq, ospiterà un bar e una sala polivalente con un internet point, dove sarà possibile sviluppare l’arte e la creatività giovanile. "Pensiamo inoltre – prosegue Fontaneto - di destinare la struttura, che sarà gestita dalla Cooperativa Vedogiovane di Borgomanero, anche come base per avviare strart-up di imprese avviate da giovani del territorio, visto che oltre a Fontaneto afferiranno anche i Comuni limitrofi di Cavaglio, Suno e Cressa che hanno compartecipato al progetto".
Quanto è costata la realizzazione? "Complessivamente 197mila euro, interamente coperti con fondi comunali. Le tecniche costruttive fanno passi da gigante, i costi dell'architettura naturale sono ormai del tutto simili a quelli dell'edilizia tradizionale e i vantaggi ambientali appaiono enormi. Eppure fra progettisti e maestranze c'è scetticismo e scarsa conoscenza".
Possibile che un progetto così innovativo non abbia beneficiato di altri contributi? "Ad eccezione della Fondazione comunitaria del Novarese, che erogato un finanziamento di 20mila euro, ma per le strutture che andranno all’interno della “casa”, abbiamo provveduto interamente con risorse comunali: volevamo lanciare un messaggio legato alla valorizzazione della bioarchitettura e al risparmio energetico degli edifici e lo abbiamo fatto da soli, anche se siamo Comuni piccoli con tutte le difficoltà del caso nel reperimento delle risorse".
Come è stato strutturato l’edificio? "La struttura portante è realizzata interamente in legno, mentre i tamponamenti (ossia i muri laterali) sono stati realizzati con parallelepipedi di paglia di circa 60 centimenti, che peraltro arriva da un produttore locale ed è quindi a kilometro zero. Veri e propri mattoni vegetali poi intonacati con il procedimento dell’intonaco a terra cruda, a sua volta una tecnica costruttiva antichissima che è stata rispolverata. La paglia è un ottimo “contenitore” di calore grazie al suo elevato livello di trasmittanza, inoltre, contrariamente da quanto si possa pensare, non brucia ma fa solamente fumo. Il tetto dell’edificio, inoltre, sarà coperto di pannelli fotovoltaici che contribuiranno a renderlo a consumo energetico zero".
Mentre la maggior parte fra progettisti, costruttori e proprietari di casa ancora fatica a capire i vantaggi delle più elementari forme di risparmio energetico negli edifici italiani, la ricerca fa dunque passi da gigante. "Dal punto di vista tecnico non ci sono ostacoli da superare per una diffusione su larga scala dei principi dell'architettura naturale, se non lo scarso aggiornamento delle maestranze. Per il nostro progetto dobbiamo ringraziare un giovane ingegnere del territorio, la dottoressa Roberta Tredici, che ci ha seguiti in questo progetto che in questi mesi ha attirato tantissima cusiosità e che ci auguriamo possa servire da volano e da esempio virtuoso tanto per privati che per altri Enti pubblici". Roberto Conti
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