18 marzo 2013

Ognuno di noi è un po' anticristo, Umberto Maria Giardini propone dal vivo le nuove canzoni

Reduce da un week-end con "doppietta" di concerti di Umg a Saluzzo ed Asti, torno ricolmo di buone nuove e desideroso di raccontarvi Ognuno di noi è un po' anticristo, l'ep in uscita tra qualche settimana i cui brani sono stati presentati in anteprima proprio in queste date piemontesi.
In particolare, ieri, domenica, ad Asti, al Diavolo rosso, una chiesa sconsacrata riadattata a locale per la musica dal vivo dove si mangia e si beve davvero bene, le canzoni di Umberto Maria Giardini hanno trovato una cornice d'incanto, decisamente migliore rispetto al locale di Saluzzo della sera precedente dove i problemi tecnici hanno creato qualche grattacapo di troppo.
Vi scrivo subito di "anticristo": contiene brani più che interessanti, che potrebbero tranquillamente rappresentare l'ossatura di un disco a sé. In particolare Regina della notte è una canzone con un ritornello appiccicoso e godereccio: la fauna scatenata che si muove nei testi del fu Moltheni questa volta attinge ai gabbiani che si librano in un cielo notturno e sconfinato, alla base del quale arde un fuoco alimentato da un amore passionale ed appagante.
Tutto è un po' anticristo è invece un riuscito episodio di ipnosi sonora, con una avvolgente coda strumentale, in linea perfetta con il sigillo lasciato della Dieta dell'imperatrice.
Nel mini cd ci sono anche una versione rimasterizzata (rispetto a quella attualmente disponibile sul web) di Fortuna ora, la strumentale Oh gioventù ed Omega, un ulteriore inedito.
Più che descrivere a parole le canzoni - cosa che serve fino ad un certo punto - vorrei raccontarvi della precisione maniacale con cui Umg affronta i souncheck: praticamente esegue l'intero concerto, provando un visibile piacere nel ricercare un suono il più possibile vicino alla perfezione e non stancandosi (mai) di chiedere al malcapitato fonico impercettibili modifiche sugli effetti o sui volumi. Fino allo sfinimento, fino all'ultimo minuto disponibile.
Il concerto - aperto dal bravissimo Daniele Celona autore di una convincente performance acustica - è fluito liscio per quasi due ore: la scaletta originaria, arricchita dai brani di "Anticristo", come da tradizione non ha visto quasi nulla della "vecchia" produzione (come Umg ama definirla) chiamata Moltheni, ad eccezione di In porpora e di una stravolta L'alba la notte l'inferno. Un peccato, perchè brani come Vita rubina o L'amore acquatico sarebbero adattabili ai nuovi arrangiamenti e regalerebbero ulteriori emozioni ai fan più legati al passato. Il pubblico vuole qualche brano vecchio, non c'è nulla da fare...
Con Ognuno di noi è un po' anticristo Umg legittima ancora una volta la sua appartenenza a una discografia innovativa e combattiva, ma nello stesso tempo apre leggermente la porta al pubblico con canzoni che possono ben reggere il confronto con il piccolo club, così come con il festival estivo, una marcia in più rispetto al full length dello scorso autunno. Roberto Conti

















  











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