Non male Tre pezzi di routine, novo mini EP de I Rudi, trio di Milano che dimostra ottime ed ovvie doti tecniche nonché una vastissima cultura musicale. Si dedicano ad un garage pop legatissimo al mod del Paul Weller più scanzonato che si possa ascoltare: divertono e si fanno piacere soprattutto grazie alla raffinatezza dei testi e dei suoni, che strizzano apertamente (scusate l’ossimoro) l’occhio all’Italia del boom degli anni ’60, se si prendono in considerazione atmosfere e situazioni. Ne è una prova eloquente Nei confini (di un mondo che non ci appartiene): poca tristezza, poche frustrazioni e moltissimi sogni ancora da realizzare.
Gli altri due brani dell’EP non sono da meno, in quanto ritmi cadenzati e molto scanzonati la fanno da padrone, mentre liriche chiare e ben scandite lanciano messaggi ironici e densi allo stesso tempo. Tre brani tre per una manciata di minuti che servono a staccare veramente la spina, entrando in un mondo poco esplorato ( o esplorato troppo sommariamente) della musica italiana. Umili, coerenti e soprattutto bravi, i Rudi. Andrea Vecchio
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