Non mi ha mai attratto la voga retrò. Mi ha sempre dato un senso di falsa volontà, di spossatezza modaiola, di indigenza a livello contenutistico. Mi devo ricredere grazie a Il Genio, duo milanese (un lui e una lei) che a metà dicembre 2013 fa uscire Una voce poco fa, terzo album in studio, su Ego Music. Propongono una nouvelle vague elettronica e scanzonata, dolce e malinconica al tempo stesso, che rapisce e diverte. Bar cinesi e Motivi plausibili ne marcano sin da subito l’incedere delicato grazie a pianole e testi in italiano che rimangono subito impressi.
E non poteva essere altrimenti, in verità. Ironici, facili, propositivi ed innovativi, che strizzano l’occhio agli anni ’70 con le loro discoteche, le loro frenesie e gli albori della massificazione mediatica a suon di gossip e politica. Tipi logici mette in risalto il pregio principale dell’intero lavoro: la capacità del Genio di non cadere mai né nel trito né nella banalità sonora: usano poco, è vero, ma lo usano bene, Gianluca ed Alessandra. Lo usano in modo raffinato e sofisticato, da veri cultori della musica. La percezione del buio e della luce ci catapulta nella Milano dipinta prima da Scerbanenco e dopo da Genna nei loro rispettivi romanzi gialli, mentre Dopo mezzanotteriprende il tema amoroso giocando con atmosfere grottesche e magistralmente improvvisate utilizzando accorgimenti musicali degni di un programma a quiz in prima serata datato 1986 d.C..Ho deciso è invece traumaticamente generazionale e parla dell’anno 1983. Fantascienza, pianoforti e crisi di identità.Dieci canzoni da gustare e custodire, da cantare sorridendo e battendo le mani, sino alla finale Groenlandia, riproposizione in italiano della hit spagnola anni ’80 dei Los Zombies. “e io ti cercherò in Groenlandia, in Brasile e in Sardegna, in Giappone e all’Isola di Pasqua". Molto bene, non vedo l’ora di vederli dal vivo. Andrea Vecchio
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