28 gennaio 2014

Tornano i Mogwai con un disco che fa sognare ad occhi aperti

E' sempre confortante sapere che ogni due o tre anni esce un nuovo disco dei Mogwai. Una decina di tracce di cui si sente il bisogno. Dieci pezzi quasi sempre strumentali che fanno da colonna sonora a viaggi in macchina, a lunghe chiacchierate, a momenti di intimità, o meglio ancora dieci brani da ascoltare quando si è da soli, in rigoroso silenzio, lasciandosi trasportare da un'altra parte. Ogni brano della band scozzese è un viaggio a sé stante, e il nuovo album non fa eccezione. Si parte con Heard about you last night, le cui tastiere d'apertura conferiscono al brano un'atmosfera quasi da meditazione. In breve tempo arrivano comunque tutti i classici marchi di fabbrica dei Mogwai, dal comparto basso / batteria che indirizza e mantiene l'ancoraggio a terra, alla chitarra che fa sognare. Simon Ferocious è un brano con sonorità simili a quelle degli esordi, ma per fare in modo che non subentri la noia c'è Remurdered, uno dei brani più particolari, anche se all'inizio non sembra.
Bisogna arrivare al terzo minuto per lasciarsi devastare da una sinfonia di suoni analogici quasi da colonna sonora di videogiochi 8-bit dei primi anni '80. Uno dei brani migliori dell'album. Si torna a sognare ad occhi aperti con Hexon bogon, che mostra una certa aggressività di piatti e tamburi, ma tutto sommato è un'aggressività contenuta. Repelish, la cui musica si fonde con le parole di un sermone del Reverendo Lee Cohen, è una sorta di parodia contro le accuse di messaggi subliminali nella musica rock. Master card presenta suoni più duri ma inseriti in una struttura rigida e precisa, Deesh mostra un'insolita contaminazione elettronica, innestata in un ritmo da fantascientifica marcia militare. Sul finire si allenta la tensione, con Blues hour, in cui è il pianoforte a farla da padrone. C'è la voce, finalmente, tra tante tracce interamente strumentali. Un evento che nei Mogwai accade raramente. No medicine for regret mostra sonorità da Depeche mode ed è un brano che conduce ottimamente alla conclusione della scaletta, affidata a The Lord is out of control, il cui videoclip ha anticipato di poco l'uscita dell'album. Anche qui troviamo l'uso della voce, che però è estremamente artefatta, rendendo difficilmente comprensibile il messaggio. In conclusione, il commento più ovvio sarebbe che ci troviamo davanti ad un album splendido. Così verrebbe da dire. E sembra naturale la constatazione che i Mogwai stiano invecchiando molto bene. Forse la loro forza sta proprio nell'essere così rassicuranti, e nell'osare quel poco che basta per far recepire in maniera positiva i cambiamenti. D'altronde i Mogwai sono una di quelle band dalle quali ci si aspetta che siano sempre uguali, quindi in un certo senso forse va bene così. Anche se, chiaramente, erano più interessanti agli esordi. Se non altro per la novità. In ogni caso, anche stavolta abbiamo una decina di tracce sognanti e quasi interamente strumentali, che ci faranno compagnia per un paio d'anni, in attesa del prossimo album, dal quale sarà lecito aspettarsi qualcosa di diverso, anche a costo di assistere ad un passo falso. Marco Maresca

Tracklist:
1. Heard About You Last Night
2. Simon Ferocious
3. Remurdered
4. Hexon bogon
5. Repelish
6. Master card
7. Deesh
8. Blues hour
9. No medicine for regret

10. The Lord is out of control  

Nessun commento:

Posta un commento