Il ritorno dei parmensi Eua dopo sei anni ha portato ad un
lavoro discografico controverso e difficile da commentare: un'autoproduzione
intitolata Tanto valeva viver come bruti.
Un disco a presa rapida ma raffinato negli arrangiamenti. Pochi fronzoli e
testi acuti, ironici e pungenti che scandagliano l'animo umano
dall'introspezione al nonsense, dal razionalismo alla schizofrenia sociale.
Recensione in 10
parole: due parti (l'album si divide in due sezioni ben distinte, la prima
intitolata Disomogeneizzati e la
seconda Poemi euico-cavallereschi), orribile
(quasi tutta la prima sezione, tranne Decalogo
e Antimondo. Se l'album finisse
davvero con Cremisi l'esito della
recensione sarebbe abbastanza tragico), coraggiosa (tutta la seconda parte: da Il mallo in poi sembra di ascoltare un
altro disco), citazioni dissacranti (La
cena dei Peracchi, con un "Giovanni Lindo Peracchi" che non
mancherà di strappare qualche sorriso), ballate (dolcissima la canzone Fuori dal tempo, così com'è epico il
brano Stella d'inverno dell'ovest.
Come sarebbe bello questo disco se non ci fosse tutta la prima parte...), schizofrenico
(questo lavoro discografico di ben quattordici tracce che si suddividono in due
parti così diverse), consiglio (alla band: scegliere da che parte stare, e
perseguire quella strada buttando via tutto il resto, che non c'entra più),
identità (il discorso si ricollega al commento precedente: una volta trovata
una precisa collocazione, sarà tutto molto più semplice). Marco Maresca
Voto: **/
Tracklist:
Disomogeneizzati
1. Capolinea
2. Extrasistole
3. Ingranaggi
4. Cooperativa sociale
5. Decalogo
6. Cinematica dei manipolatori
7. Antimondo
8. Cremisi
Poemi
euico-cavallereschi
9. Il mallo
10. La cena dei Peracchi
11. Fuori dal tempo
12. Nina
13. Stella d'inverno dell'ovest
14. Storia
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