9 febbraio 2013

Riecco i Bohémien con un disco gotico e teatrale


Confesso di partire prevenuta, ma il nuovo album dei Bohémien, gruppo romano in attività dal 1985, mi ha tenuto lì ad ascoltare fino all'ultima nota, sfumature incluse. Mentre lo ascoltavo mi sono venuti in mente varie soundtrack di pellicole dark viste in passato, incluso il film "Il corvo" che mi era piaciuto molto proprio per le sue atmosfere. Siamo siamo nella “dark side of the soul” in cui la band romana si sa contraddistinguere per il suo genere unico in Italia. 
I Bohémien hanno attraversato tutti questi anni apportando qualche cambiamento alla formazione originale, anche loro malgrado come purtroppo a volte accade. Il nuovo disco dal titolo omonimo Bohémien sarà disponibile dal 14 febbraio: l'album segna una sorta di rinascita della band. Post punk e new wave, con un suono originale di stampo prettamente anglofono, in cui non mancano le sfaccettature di pregio come la forte teatralità che impregna tutto il disco e una certa vicinanza al cantautorato italiano che si scorge in diversi riusciti episodi.
Si spazia dalle tenebre neogotiche che fanno da sfondo al semi-ipnotico Attacco psichico, a un brano strumentale, Le foglie tremule, che dà personalità alle foglie mosse dal vento. Gli occhi degli amanti ha un inizio da fantasma dell'opera che si trasforma subito in ritmo.
Eccolo il punk che mi aspettavo dalla band, Natura morta, con i chiaroscuri in agguato ad ogni angolo. In Petruska si ha la sensazione di essere al luna park con tanto di musica carillon.
Ancora un brano che evoca col suo sound pellicole pseudodark in  La diagnosi del Dr. Bleuler.
A mio parere, i Bohémien e la loro musica o ti piacciono o li detesti. Non ci sono mezze misure che tengano. Scegliete voi da che parte stare. Alessandra Terrone

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