18 febbraio 2013

Le coinvolgenti esperienze strumentali di Julia Kent


Urge una premessa: sto entrando decisamente in un mondo musicale che non frequento abitualmente e spero di farlo con estremo rispetto. In inglese si definirebbe Cello sound (per noi italiani si tratta di violoncello). Julia Kent è una violoncellista canadese di Vancouver trapiantata a New York, anzi per essere precisi a Brooklyn, trasformata in una delle zone più all'avanguardia della città. Ha iniziato la sua carriera musicale negli anni Novanta con il gruppo sperimentale Rasputina. Al suo attivo ha due album come solista (Delay del 2007 e Green and grey del 2011). Il suo terzo lavoro, appena uscito, il primo con l'etichetta indie Leaf, si intitola Character.
Prima di ascoltare l'album, ho guardato il videoclip che accompagna il brano Tourbillon. Il Tourbillon è l'intersecarsi dei nostri pensieri mentre restiamo seduti di fronte al mare a guardare stormi di uccelli che disegnano vortici tra le onde e il cielo, sino a scomparire con l'ultima nota del violoncello. Questo video diretto dal regista tedesco Levin Haegele viene definito terapeutico.
L'album, interamente strumentale, è un lavoro profondamente interiore che spinge alla calma. La musicista ha cercato di sentire sopra il frastuono dell'ambiente che la circonda.
Julia con la sua musica vuole spingerci a fermarci e ad ascoltare quel poco che resta ancora di non superficiale nel mondo intorno a noi. Lei è un'artista che usa la musica per descrivere ciò che vede e ciò che sente dentro di sé, così come i musicisti in generale, così come i pittori ci parlano attraverso le loro opere. L'arte d'altronde usa un linguaggio universale. Dà vita e forma ai vari stati d'animo dell'essere umano. Se si ha voglia di ascoltare il disco di Julia, si riesce in parte ad identificare questi stati d'animo.
A parte il sopracitato  Tourbillon, i brani che più mi hanno coinvolto sono Transportation in cui la musica si trasforma in un vero e proprio mezzo di trasporto per l'anima che si lascia coinvolgere e avvolgere dalle note, Kingdom che potrebbe far parte di colonne sonore di film storici inglesi e Flicker che mi ha rilassato rallentando per qualche minuto i battiti del cuore.
Un album che potrebbe aiutare a respirare meglio e di più lasciando affiorare quello che c'è oltre il rumore. Solo per chi se la sente. Alessandra Terrone

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