A tre anni da “Epyks 1.0”, gli Eterea Post Bong Band tornano con un nuovo disco. Tutto ha inizio quando il quartetto veneto inizia a fare strani calcoli con una misteriosa sequenza numerica che parrebbe trovarsi ovunque. Il risultato è una massa di idee chiamata, appunto, Bios.
Recensione in 10 parole: Bios (anche il disco è una massa di idee come il Bios del pc), elettronico (l’elettronica è dovunque in questo lavoro), contaminato (nella parte ritmica ai samples elettronici si mischiamo suoni digitali), matematico (gli Eterea intendono la matematica come possibile metodologia per risolvere il grande puzzle dell’universo), fantascientifico (molti suoni potrebbero far da cornice a un film di fantascienza), vintage (alcuni suoni sembrano usciti dai primi synth degli anni 80), biografico (perché sono citati personaggi curiosi come il matematico mistico Ramanujan e lo scacchista Kasparov che accettò di sfidare un computer della IBM), astratto (basta guardare il cavolo romano in copertina), ritmato (sito la canzone Fibo), originale (perché sicuramente dischi di questo tipo se ne ascoltano pochi). Marco Colombo
Voto: **/
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