Kali non è un nome nuovo per
AsapFanzine: avevamo già speso ottime parole in passato per il suo EP Canzonette per narcisi isterici,
accompagnandolo con una divertente intervista (http://asapfanzine.blogspot.it/2012/03/kali-ci-parla-delle-sue-canzonette-per.html)
che trattava l'argomento delle voci femminili partendo da Portishead e Blonde
redhead e arrivando ironicamente fino ad Emma e addirittura Cristina d'Avena.
Sì, perché nel panorama underground italiano c'è tanta voglia di ascoltare
anche il punto di vista femminile, e la speranza è sempre quella di sentire
finalmente qualcosa di nuovo. Qualcosa che non sia un puro esercizio vocale o
stilistico. Un'artista che sappia narrare e narrarsi, in modo autentico,
graffiante, senza pudore. Kali all'epoca ci aveva stupito per la sua sicurezza
e la novità che portava con sé. Ed ora ci sorprende nuovamente, anche se in
maniera totalmente diversa. In previsione di un album che uscirà a breve (entro
la fine del 2013), Kali decide di svelarsi con un EP che abbina musica ed
immagini. Il lavoro, in formato video-EP, è intitolato Darkroom session. La darkroom è una stanza scura in cui ci si
toglie la maschera, in cui non è permesso parlare. La darkroom in questione
trova spazio all'interno delle Officine sonore di Vercelli, grazie a Vecchi
& Besso comunicazione, che ha realizzato questa session il 27 novembre
2012. La registrazione è stata effettuata da Fabrizio Chiapello per Transeuropa
studio e le riprese sono di Morgan Silvestri per Monkey factory. La band, che
oltre a Federica Folino alla voce e synth è formata da Fabio Pastore alla
chitarra, Luca Sacco al basso e Andrea Morsero alla batteria, sceglie stavolta
la via dell'elettronica minimale. Il synth-pop fresco e un po' kitsch del
precedente EP è completamente dimenticato, a favore di brani minimali e ruvidi,
concettualmente elettronici, ma al contempo densi di fisicità sprigionata dalle
corde. Si parte con Liberami, il
singolo scelto per la promozione, che parla di uno dei temi cari a Kali: le
ossessioni. Stavolta l'ossessione è così forte da portare all'insonnia e Kali
invoca una viscerale liberazione. Si passa poi a Smalto rosso, e il clima è sempre più quello di una darkroom: via
tutte le inibizioni, via le maschere, rimane solo l'espressione nitida del lato
oscuro e vitale dell'incontro sessuale. L'esperimento audiovisivo si conclude
con Radioclima, il brano più
elettrico dei tre, dedicato alla radio e alla sua capacità di portarci lontano,
fuori dalla noia, in un mondo che è reale solo se immaginato. Dopo l'ascolto e
la visione di questo nuovo lavoro di Kali, completamente diverso dal precedente
e per certi versi quasi in antitesi, cresce la curiosità in merito a cosa
effettivamente ascolteremo nel suo primo full lenght album, che a questo punto
si spera esca davvero a breve. Marco
Maresca
Tracklist:
1. Liberami
2. Smalto rosso
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