22 febbraio 2013

Le darkroom session "poporno" di Kali


Kali non è un nome nuovo per AsapFanzine: avevamo già speso ottime parole in passato per il suo EP Canzonette per narcisi isterici, accompagnandolo con una divertente intervista (http://asapfanzine.blogspot.it/2012/03/kali-ci-parla-delle-sue-canzonette-per.html) che trattava l'argomento delle voci femminili partendo da Portishead e Blonde redhead e arrivando ironicamente fino ad Emma e addirittura Cristina d'Avena. Sì, perché nel panorama underground italiano c'è tanta voglia di ascoltare anche il punto di vista femminile, e la speranza è sempre quella di sentire finalmente qualcosa di nuovo. Qualcosa che non sia un puro esercizio vocale o stilistico. Un'artista che sappia narrare e narrarsi, in modo autentico, graffiante, senza pudore. Kali all'epoca ci aveva stupito per la sua sicurezza e la novità che portava con sé. Ed ora ci sorprende nuovamente, anche se in maniera totalmente diversa. In previsione di un album che uscirà a breve (entro la fine del 2013), Kali decide di svelarsi con un EP che abbina musica ed immagini. Il lavoro, in formato video-EP, è intitolato Darkroom session. La darkroom è una stanza scura in cui ci si toglie la maschera, in cui non è permesso parlare. La darkroom in questione trova spazio all'interno delle Officine sonore di Vercelli, grazie a Vecchi & Besso comunicazione, che ha realizzato questa session il 27 novembre 2012. La registrazione è stata effettuata da Fabrizio Chiapello per Transeuropa studio e le riprese sono di Morgan Silvestri per Monkey factory. La band, che oltre a Federica Folino alla voce e synth è formata da Fabio Pastore alla chitarra, Luca Sacco al basso e Andrea Morsero alla batteria, sceglie stavolta la via dell'elettronica minimale. Il synth-pop fresco e un po' kitsch del precedente EP è completamente dimenticato, a favore di brani minimali e ruvidi, concettualmente elettronici, ma al contempo densi di fisicità sprigionata dalle corde. Si parte con Liberami, il singolo scelto per la promozione, che parla di uno dei temi cari a Kali: le ossessioni. Stavolta l'ossessione è così forte da portare all'insonnia e Kali invoca una viscerale liberazione. Si passa poi a Smalto rosso, e il clima è sempre più quello di una darkroom: via tutte le inibizioni, via le maschere, rimane solo l'espressione nitida del lato oscuro e vitale dell'incontro sessuale. L'esperimento audiovisivo si conclude con Radioclima, il brano più elettrico dei tre, dedicato alla radio e alla sua capacità di portarci lontano, fuori dalla noia, in un mondo che è reale solo se immaginato. Dopo l'ascolto e la visione di questo nuovo lavoro di Kali, completamente diverso dal precedente e per certi versi quasi in antitesi, cresce la curiosità in merito a cosa effettivamente ascolteremo nel suo primo full lenght album, che a questo punto si spera esca davvero a breve. Marco Maresca

Tracklist:
1. Liberami 

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