14 febbraio 2013

I toscani Rain dogs e quel sapiente mix di rock ed elettronica


Per gli appassionati di suoni elettronici ecco un disco d'esordio da segnalare. Il 25 gennaio è infatti uscito Lies, alibis and lullabies dei Rain Dogs, progetto tutto italiano (provincia toscana per l'esattezza) nato nel 2010. Il disco è stato preceduto dal singolo Brand new enemy - a cui hanno collaborato Franco Li Causi e Cesare “Mac” dei Negrita - e da un videoclip girato dal regista Fernando Maraghini. Il lavoro dei  Rain dogs rappresenta la fusione tra le poesie e la chitarra di Andrea Ferrante e l'energia del dj produttore di musica elettronica Luigi Gori. Pianeti distanti tra loro che si sono incontrati, arricchendosi a vicenda, facendo scaturire questo album. 
In sostanza, i brani nati dalla chitarra acustica di Ferrante sono stati arrangiati da Luigi Gori, il risultato si può ascoltare nelle dieci tracce di Lies, alibis and lullabies: un mix tra cantautorato, rock alternativo di scuola anglosassone ed elettronica che attraversa gli ultimi trent'anni a partire dagli anni '80 (Depeche Mode, Klaxons, Franz Ferdinand e Neon Indian).
Ferrante ha dimostrato coraggio e curiosità nel mettersi in gioco entrando in un ambito musicale distante dal suo,  al contempo Gori ha saputo trovare le giuste sonorità per i brani che ne hanno assorbito inevitabilmente la personalità spudoratamente elettronica.
Le storie raccontate da Andrea rappresentano la sua vita con i sogni, le bugie, le ansie e tutto il resto. Non c'è niente di pretenzioso in questo progetto artistico, ma la semplice voglia di entrare l'uno nel mondo musicale dell'altro e sperimentare insieme un percorso, anche nei concerti, infatti la band in versione live, formata da cinque elementi, è pronta  per la promozione del disco.
Tra i dieci brani, il già citato Brand new enemy ha un deciso attacco elettro che dimostra subito il lavoro che è stato fatto dai due artisti. Nessun dubbio nel riconoscere un deciso "elettrosound" anni '80 nel brano Idiots walk in a row. Rockin on my own è invece un pezzo alternative rock intriso di elettronica.
Si lascia ascoltare con leggerezza Summer rain che ha radici da ballata e infine segnalo Broken kite che ho ascoltato volentieri più volte, brano ben interpretato con la metafora dell'aquilone da non sottovalutare.
Nessuna delle due personalità artistiche prevale sull'altra, insieme sono riusciti a fondere le loro esperienze lasciando fluire la cosa più importante per un disco: la musica.
Hanno fatto un buon lavoro. Non ho però trovato qualcosa che alla fine li faccia distinguere nettamente da altre band dello stesso genere, ma bisogna anche ricordare che questo è solo l'inizio del progetto Rain dogs e in Rockin on my own trovo le parole che riassumono ciò che cerco di dire e che mi aiutano a chiudere il pezzo: "Don't give up!" E questo vale per tutti noi, sempre. Alessandra Terrone

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