Le serate estive al Magnolia sono l'equivalente adulto di
quei giorni in cui da bambini al Grest ci portavano a fare la scampagnata. Nella
nostra realtà di provincia, la meta era la colonia elioterapica sul Ticino. Si
andava là felici ed allegri, si mangiava qualcosa tutti insieme sui tavoloni,
si beveva (all'epoca rigorosamente analcolico) e poi si giocava e si facevano
varie attività. In sintesi, tanto tempo libero da passare tutti insieme, e
spazi aperti nel quale fare casino e sfogare le proprie energie in eccesso. E
poi quella rilassatezza assoluta, dovuta al fatto di sentirsi in vacanza, che da
grandi al Magnolia ci porta a sorvolare perfino sul fatto che la serata sia la
Godzillamarket fest.
Per non rovinarci il relax, infatti, non approfondiremo sui legami che ci sono tra Magnolia, Godzillamarket, e alcune testate musicali dalla dubbia imparzialità. Detto questo, siamo arrivati per le 19 temendo il sold-out (perché il clima di rilassatezza estivo ci impone di non prenotare i biglietti) e ci siamo giustamente comportati come alla colonia: ci siamo diretti subito verso i tavoli in legno, abbiamo mangiato, bevuto (alcool ora che siamo grandicelli) e intrattenuto amicizie con le persone dei tavoli intorno. Per quanto riguarda il comparto alimentare, ci sentiamo di fare addirittura qualche complimento. Personalmente abbiamo trovato positivo il fatto che, seppur potendo scegliere solo tra vari tipi di pizza, la varietà della proposta fosse ampia e di qualità e il servizio particolarmente veloce. C'è solo un piccolo problema: nel frattempo sarebbe dovuta iniziare la musica. Nella fattispecie, Maria Antonietta, assente nonostante l'annuncio del cartellone.
Per non rovinarci il relax, infatti, non approfondiremo sui legami che ci sono tra Magnolia, Godzillamarket, e alcune testate musicali dalla dubbia imparzialità. Detto questo, siamo arrivati per le 19 temendo il sold-out (perché il clima di rilassatezza estivo ci impone di non prenotare i biglietti) e ci siamo giustamente comportati come alla colonia: ci siamo diretti subito verso i tavoli in legno, abbiamo mangiato, bevuto (alcool ora che siamo grandicelli) e intrattenuto amicizie con le persone dei tavoli intorno. Per quanto riguarda il comparto alimentare, ci sentiamo di fare addirittura qualche complimento. Personalmente abbiamo trovato positivo il fatto che, seppur potendo scegliere solo tra vari tipi di pizza, la varietà della proposta fosse ampia e di qualità e il servizio particolarmente veloce. C'è solo un piccolo problema: nel frattempo sarebbe dovuta iniziare la musica. Nella fattispecie, Maria Antonietta, assente nonostante l'annuncio del cartellone.
Poco dopo ci rifacciamo con l'esibizione
elettroacustica di Bugo, qualcosa di assolutamente
imperdibile. Considerando anche il fatto che ormai Bugo vive in India e non si
fa vedere spesso, dal vivo. Ad ogni modo, il concerto è iniziato senza scoprire
troppo le carte, tanto che per chi non lo conosceva (molti più di quanti ci
aspettassimo), per buona parte del concerto è sembrato di assistere
all'esibizione di un cantautore "normale". Più o meno fino a Spermatozoi, in cui il nostro compaesano canta Quando taglio il melone penso al tuo viso / Quante volte da me è stato
deriso. Lo sfondamento di ogni barriera tra pubblico e artista si è avuta
poi in Ggeell, con un lungo
intermezzo d'avanguardia rumoristica ed interazione tra Bugo che cerca
disperato il gel tra il suo pubblico. Da segnalare anche l'emozionante, e per
davvero intensa, Comunque io voglio te.
Durante l'esibizione di Bugo i livelli alcolici sono saliti preparando il terreno per il successivo live dei Ministri. Che dire dei Ministri rispetto al
solito? Sono il fiore all'occhiello di Godzillamarket, con un album che ha
raggiunto porzioni di pubblico impensabili, e stavolta giocano in casa. Anche
se Divi in questo tour, chissà perché, tra una canzone e l'altra non pronuncia
più una parola. Ormai va così: la band sul palco fa il suo lavoro, ma con facce
cupe e sorrisi forzati rispetto agli anni scorsi, e nella sala il pubblico
produce da sé un altro concerto. Eppure stavolta non c'era neanche l'aggravante
delle quindicenni moleste che ormai popolano i loro concerti. Com'è
consuetudine del Magnolia, però, i volumi sono bassi (a dir la verità meno del
solito), e con la solita rilassatezza estiva che contraddistingue le
scampagnate in colonia, nessuno si prende la briga di lanciarsi nel pogo. Come
previsto, peraltro, poiché da quando abbiamo memoria, al Magnolia abbiamo visto
il pogo soltanto durante un concerto dei Linea 77 di parecchi anni fa (e
soltanto su un brano). Quasi un concerto
con le sedie, dal quale gli stessi Ministri se potessero si chiamerebbero
fuori. Tra l'altro, se non si vogliono seguire le canzoni, si può
tranquillamente fare conversazione coi vicini senza che il volume della musica
copra la voce. Non abbiamo mai capito perché, ma il fascino del Magnolia è
anche questo: rilassarsi durante i concerti degli stessi artisti per i quali
normalmente si farebbero sbattimenti assurdi, tipo comprare il biglietto con
mesi d'anticipo e procurarsi i lividi durante il pogo. L'esibizione è di grandissimo impatto: in
alcuni brani, tra cui Il bel canto, il
palco ha visto la presenza di Mattia Boschi dei Marta sui tubi al violoncello.
Un volto noto a chi la sera prima era stato al Free tribe di Oleggio.
Terminato il concerto, uno sguardo al portafogli ci fa
capire che al Magnolia i dieci euro d'ingresso diventano facilmente cinquanta
se non si sta attenti con le bevande... Si potrebbe aspettare l'entrata in scena di Yuksek, che è
arrivato apposta dall'oltralpe per farci ballare, ma i bravi bimbi vanno a
dormire presto e quindi si torna a casa. Uscendo vediamo scene di gente che
parcheggia la macchina davanti al locale mettendo in conto una sicura multa.
Per fortuna che qualche tempo fa abbiamo scoperto un posto in cui parcheggiare senza
pagare (ma non ve lo sveleremo mai). E per questa settimana la gita in colonia
è andata. Chissà cosa ci riserveranno i prossimi weekend estivi. Probabilmente Spazio
Petardo, puntuale come lo era al Grest l'annuale gita a Gardaland. Marco Maresca
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