Sotto il nome di folk va più o meno qualsiasi cosa,
qualsiasi tipo di contaminazione popolare. I Daushasha ricevono però da est i
loro influssi: nelle loro Canzoni dal
fosso (Officine underground) possiamo trovare infatti danze caucasiche e
lingua russa.
Recensione in 10
parole: combat folk (aggressività di chitarre, tiro deciso e costante),
cantautorato (ci sono riferimenti a Tenco, De André e soprattutto Piero Ciampi,
del quale è presente anche una cover: Il
vino), campagna (molte delle storie narrate nel disco sono storie di
campagna, come si vede bene anche dalla copertina e dal brano La campagna, per il quale è disponibile
anche un video ufficiale), russo (lingua di alcuni dei testi, oltre
all'italiano), violino, fisarmonica, potenza (in alcuni brani si arriva al
limite del folk metal), padronanza (e l'idea di una band che sa esattamente
cosa sta facendo), live (evidente la predisposizione dei brani ad un forte
impatto dal vivo). Marco Maresca
Voto: ***/
Tracklist:
1. Serenata
2. La contrada dei papaveri
4. Rajha
5. La campagna
6. Danza caucasica
7. Il vino (Piero Ciampi)
8. Angelina
9. Taranta
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