Sulla
scena indie italiana dagli anni '90, quando da Napoli si trasferì a Firenze,
Marco Parente dopo il suo sesto album del 2011 La riproduzione dei fiori,
si “inventa” una trilogia la cui prima parte è uscita lo scorso marzo. In
sintesi è l'inizio di un progetto che ha visto tra i suoi artefici, nella
registrazione e produzione, Taketo Gohara (già con Baustelle e Vinicio
Capossela).
Il
titolo, Suite love, può anche essere un gioco di parole. Possiamo
considerarlo un vero e proprio concept album sul sentimento guida e spina
dell'essere umano.
Parente
ha fatto una sorta di simposio/seduta psicanalitica sull'amore che forse chissà
serve più a lui che a noi. Ognuno ha il proprio sentimento oggetto e questo è
il suo a quanto pare (ma forse è anche il nostro...).
Ascoltiamolo e vediamo se abbiamo qualcosa in comune.
Ascoltiamolo e vediamo se abbiamo qualcosa in comune.
Il
gioco di parole del titolo ci fa capire almeno uno dei modi in cui dovremmo
interpretare questo suo lavoro: una suite cantautorale acustica, cantata con
calma e delicatezza, totalmente dedicata all'amore. Ma potrebbe anche essere
una suite in cui alloggiare i propri sentimenti e discuterne tutta la notte
senza venirne a capo.
I
quattro pezzi sono intitolati in successione numerica Sentimento oggetto I,
II, III, IV. Bella l'armonica nel Sentimento oggetto III.
Potremmo
definire questo lavoro una overdose, ma anche una overture d'amore. Sarà
interessante vedere dove intenderà portarci Parente con il resto della
trilogia. Alessandra
Terrone
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