Lo scorso 8 ottobre sono tornati gli Scisma. Hanno buttato fuori un EP di sei canzoni uscito per l’aretina Woodworm, che ormai sta definitivamente occupando un posto apicale nel panorama indie intelligente italiano, insieme a To lose la track, sostenendo fisicamente i gruppi che produce e partecipando, in modo prettamente materiale, alle loro promozioni ed ai loro tour. E non è cosa da poco, credetemi.
Dopo il disco solista di Paolo Benvegnù, insomma, i lombardi diradano le nebbie con questo Mr. Newman, un lavoro soffice e intenso. Il loro è un ritorno in punta di piedi per il quale vale comunque la pena, ci mancherebbe altro, di spendere due parole. Positive. Siamo lontani dai farraginosi, cupi, minimalisti e taglienti Rosemary Plexiglas e Bombardano Cortina: questi son due dischi anni ’90, non scordiamolo. Mr. Newman è più disinvolto, più capibile e meno duro e tagliente. Le atmosfere sono anni ’60, le voci sono calde. Il pezzo che dà il nome all’album ne è la prova tangibile, anche se preferisco di gran lunga l’arrendevolezza ed il soffuso post-romanticismo di Neve e resina e Metafisici. Musica elementare è però davvero commovente: Benvegnù duetta amabilmente ancora, chiaramente,con Sara Mazo ed una ballata con pochi accordi e sparuti sobbalzi si trasforma in un brano memorabile, che rimane impressa e si fa ascoltare subito una seconda volta e poi un’altra ancora. Non a caso il brano è stato scelto dalla band come singolo “promozionale” per questo EP. Mr. Newman non è certamente un album, ma dobbiamo prenderlo per quello che è: un ritorno. E sicuramente gli Scisma non si fermeranno qui. Andrea Vecchio
Nessun commento:
Posta un commento