Teo Manzo, voce e chitarra della band milanese La Linea del pane, si cimenta in un disco cantautorale privandosi dei suoi abituali compagni di avventura ed avvalendosi di alcune preziose collaborazioni tra cui Mamo degli Io?drama e Silvia Ottanà degli Adam carpet. Il risultato è un concept album di ben sedici tracce nel quale si racconta di un astronomo che osserva una probabile caduta della Luna sulla Terra. Il curioso titolo è Le Piromani. L'etichetta è Libellula, con distribuzione Audioglobe.
Si potrebbe dire un gran bene di questo disco, ed è ciò che probabilmente altri faranno. Teo Manzo, inaspettatamente, ha una voce che risulta particolarmente adatta al cantautorato classico. E' aiutato anche da una particolare agilità nello scrivere i brani. Si sente che non ha fatto particolare fatica a trovarne ben sedici di un livello adatto all'inserimento in un album. Un concept album, peraltro, quindi una certa logica ci doveva essere. Ci sono momenti ispirati, ad esempio la ballata in ritmo ternario La leggenda della Luna, nella quale viene brillantemente eviscerato il significato esoterico della Luna, apparentemente docile e remissiva ma in realtà tiranna e vittimista nei confronti del Sole, del quale si limita a riflettere luce e volontà. Brillante anche I ragazzi del '99, chiave di volta che tiene in piedi tutto il concept ma che prelude alle prime crepe che porteranno a tre finali diversi. Ci sono anche suoni elettronici cupi ma goduriosi in Polvere e Sole, anzi, forse se questo disco fosse stato meno voce /chitarra acustica e più elettronico l'avremmo elogiato di più. Pregevole il duetto con Sara Calzavacca in Buco nero, altro brano espressivo e ben composto. Poi però c'è tutta una serie di aspetti che, se si vuole essere onesti, non si possono omettere. Ad esempio perché tutta questa esigenza di fare un concept album, se poi per spiegare tutto il concetto cosmologico che ne è alla base occorrono ben diciassette righe fitte fitte di comunicato stampa. Per poi concludere con un "...però, come d'accordo, le piromani non esistono". Seguono altre diciassette righe sulla spiegazione filosofica dei concetti espressi nel disco. Boh. Poi c'è tutto il discorso sul perché tentare la strada cantautorale. Ognuno fa come vuole, certo. Va benissimo provare a scrivere due o tre brani cercando di fare il Claudio Lolli della situazione, ma Claudio Lolli funziona perché al mondo ne esiste uno solo. Se diventano due, sono già troppi. C'è poi il fatto dell'abuso di citazionismo, invertendo le parole come fosse un omaggio che però sa di presunzione. Dal Generale di De Gregori a Blade Runner di Ridley Scott. Infine il fatto di mettere in un album sedici brani. Come ai tempi in cui inventarono il CD e i musicisti si sentivano in dovere di riempire tutta l'ora e un quarto disponibile sul supporto fisico. Le fantomatiche piromani, poi, cosa c'entrano? Si fa fatica a legare, a stabilire un feeling con i testi, sempre immaginifici, sempre troppo carichi di allegorie. Ed anche con le musiche, tutte (tranne il brano elettronico già citato) abbondantemente legate in modo manieristico ad un cantautorato troppo classico e troppo ben delineato. A nostro parere Le piromani è un disco fatto da un artista che voleva e poteva togliersi uno sfizio. Ha fatto bene e scommettiamo nelle altrui recensioni entusiastiche. Bisognerà però attendere il vaglio del tempo. Marco Maresca
Tracklist:
1. Se la Luna cadrà
2. Stelle elettriche
3. Doors open on the right
4. Polvere e Sole
5. Buco nero
6. Placenta
7. Lo strano caso dell'incendio all'anagrafe
8. Le piromani
9. Il processo
10. Canzone breve
11. Delirio e sollievo
12. La leggenda della Luna
13. I ragazzi del '99
14. La tregua
15. L'astronave del pirata
16. Valzer dei mille colori
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